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 2011  gennaio 26 Mercoledì calendario

VanBommel Mark

• Maasbracht (Olanda) 22 aprile 1977. Calciatore. Dal gennaio 2011 al Milan, ha subito vinto lo scudetto. Nomination al Pallone d’oro 2005, col Barcellona vinse la Champions League del 2006, col Bayern Monaco finalista in quella del 2010, nello stesso anno raggiunse con la nazionale olandese la finale del campionato del mondo • Ai Mondiali 2010 fu «[...] il simbolo di quest’ arancia meccanica, fatta di spuntoni d’ acciaio [...] Gli spagnoli lo temevano alla vigilia e l’ avevano battezzato “il giocatore più duro del Mondiale” [...] effettivamente, andava espulso. Fosse stata un’ altra partita forse l’ avrebbero fatto, ma nei primi battibecchi della finale Mondiale, l’arbitro inglese Webb non se l’ è sentita di determinare l’ andamento della gara. Mark Van Bommel è stato il simbolo dell’ Olanda della finale, un’Olanda così diversa da quella del 1974, quella di Johann Cruijff che si lamentò dell’arbitraggio ma per il contrario [...] doveva neutralizzare il centrocampo più forte che si è visto in Sudafrica. Ma la sua è più una sconfitta generale, piuttosto che personale, perché il suo lavoro l’ ha fatto: con le buone e con le cattive il tic-tic, toc-toc della Spagna non s’è visto. Nella Bundesliga è stato ammonito 42 volte. “Faccio il lavoro sporco, e allora?”. Dopo che nella semifinale con l’ Uruguay ha martirizzato Gargano, hanno chiesto a Van Marwijk: non è che picchia troppo? E lui, serafico: “È un giocatore molto disciplinato che si è espresso in questo torneo ad alto livello. E ha ricevuto sono un’ ammonizione”. E che altro poteva dire di suo genero? Si tratta dell’ uomo che ha sposato sua figlia Andra nel 2001 a Valkenburg e che gli ha dato tre nipoti: Thomas, Ruben e Renee. Padre gentile e premuroso nel privato, feroce mastino in campo, un Gattuso più alto (1,87) e, a differenza di Rino, con una faccia che può passare senza sforzo da quella di Jack lo Squartatore a quella del Gatto con gli stivali del film “Shrek”, il personaggio che, nelle situazioni difficili, sgranava gli occhioni commuovendo chiunque. Van Bommel ha guidato un’ Olanda rude che non voleva perdere e ha fatto di tutto per rovinare la festa ai predestinati. [...]» (Roberto Perrone, “Corriere della Sera” 12/7/2010).