Varie, 26 gennaio 2011
Tags : Fabrizio Moretti
Moretti Fabrizio
• Prato 6 dicembre 1976. Gallerista • «Che la sua professione sia ludiforme, gioco e lavoro uniti in un intreccio unico e strepitoso, te ne accorgi subito spiando il salvaschermo dell’iPhone dove trionfa l’avatar di un Canaletto autentico. Il dipinto, quello vero, lo conserva a casa sua, non lo venderebbe mai. “Mi sono quasi dissanguato per acquistarlo” [...] già proiettato nel Gotha dei mercanti d’arte più famosi al mondo con gallerie a Firenze, in un palazzo medievale a metà strada tra Palazzo Strozzi e Santa Maria Novella, a New York a due passi dal Metropolitan Museum of Art e a Londra a New Bond Street, il veccshio cuore della città [...] si muove continuamente da una mostra all’altra, quando sollecitato da un cliente, quando da uno storico dell’arte, quando per passione pura. E non si annoia mai. Come potrebbe uno che, dopo aver acquistato una “patacca”, negli States scova sotto la riverniciatura una “Madonna con il bambino” di Ambrogio Lorenzetti. “Sì, quella è stata forse la mia più grande emozione, l’empireo della scoperta di un mercante— racconta —. Acquistai all’asta questo dipinto e rischiai moltissimo. Dentro avevo sentito vibrare il capolavoro. Fu straordinario quando, tornato in Italia, lo portai in laboratorio per ripulirlo e vidi risorgere l’arte di Lorenzetti, un’emozione che ti ripaga dalla fatica, dall’ansia, dal terrore di sbagliare. E ti dà fiducia: perché allora pensi di avere qualità e ti impegni di più per crescere” [...] figlio d’arte (il padre Alfredo è un affermato antiquario di Arezzo) ha sangue toscano e anglosassone (la madre Kathleen Simonis è inglese), il seme dell’arte lo ha impresso atavicamente. Arte mercantile, pragmatica, diretta alla “cosa in sé”, senza fronzoli filosofici. “C’è un piacere sottile e inenarrabile— confessa Moretti — ad acquistare e rivendere dipinti che va al di là di ogni ragionevole realizzo. I soldi non sono sempre importanti. Il mio colpo migliore è stato il peggiore a livello economico. Lo racconto. Siamo nel 2007. Ho appena compiuto 30 anni e ad un’asta inglese riesco ad aggiudicarmi due tavolette del Beato Angelico. Averle tra le mani è un’esperienza indicibile, l’arte è anche piacere, visivo, tattile, interiore. Eppure il piacere più grande fu quando riuscii a rivendere quei capolavori allo Stato e all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze per il museo di San Marco”. Il mercante con un cuore da mecenate? “Non è un paradosso — risponde Moretti —. Negli Stati Uniti chi lascia in eredità opere d’arte allo Stato aiuta figli e nipoti a non pagare, o pagare meno, la tassa di successione. Vede, il mercato libero, trasparente e onesto ha un ruolo importante nella cultura. Ed è utilissimo anche per la cosa pubblica” [...] è stato insignito dal ministero della Cultura francese del titolo di Chavalier de l’Ordre des Art et des Lettres [...]» (Marco Gasperetti, “Corriere della Sera” 1/5/2010).