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 2011  gennaio 26 Mercoledì calendario

L’invasione francese che si approfitta del capitalismo debole - Suoneremo la marsigliese? L’ultima nota arriva da Groupama, in Italia da 20 anni ma finora investitore dormiente tranne il classico piede in Mediobanca

L’invasione francese che si approfitta del capitalismo debole - Suoneremo la marsigliese? L’ultima nota arriva da Groupama, in Italia da 20 anni ma finora investitore dormiente tranne il classico piede in Mediobanca. La zampata sulla galassia dei Ligresti, zavorrata di debiti, si va perfezionando. Sfruttando le debolezze di un capitalismo italiano rimasto senza capitali e la sponda di Vincent Bollorè, capofila dei francesi in piazzetta Cuccia. Ufficialmente il finanziere bretone è fuori dalla partita, ma possiede già il 5% di Premafin ed è consigliere di Mediobanca come il dg di Groupama, Jean Azèma, a sua volta nel board del gruppo Bollorè. Potenza dell’intreccio. «Debolezza» è la parola giusta per raccontare la calata dei francesi in Italia. Bruxelles sta chiedendo al Tesoro di tagliare il debito pubblico. Bisognerà vendere patrimonio e tra la polpa buona ci sono i cespiti del capitalismo municipale sopravvissuti allo Stato imprenditore. Francesi e tedeschi si faranno sotto e dopo la stagione delle privatizzazioni, con i nostri capitalisti divorati dalla sindrome dei Buddenbrook , la partita potrebbe risolversi in una seconda invasione. Nella finanza, la pattuglia francese in Mediobanca (oltre a Bollorè Bernheim, Ben Ammar e Azèma) e quindi in Generali di cui il finanziere bretone è vice presidente, è già ben piazzata. Sul nucleare è nato il consorzio Enel-Edf per la costruzione di centrali nel Belpaese. Ma saranno i francesi a metterci la tecnologia. Quasi tutto in progetti del genere. Sempre sull’energia i due paesi si contendono Edison. Il controllo paritetico Edf-A2A in Transalpina di energia, la scatola societaria che governa il 61% di Foro Buonaparte, in realtà è fittizia perché l’inerzia e i soldi sono tutti francesi. Oggi il braccio di ferro è sul rinnovo dei patti parasociali. Ma sul risiko pendono i conti di Edison: per il socio francese - «che vuole rendere più effettivo il suo controllo» - ci sarebbero asset sopravvalutati nel ramo gas da svalutare. Il rischio per gli italiani è doversi diluire, in attesa che la politica batta un colpo. A2A era nata per blindare l’italianità di Edison: per ora litiga e si è bruciata 500 milioni di riserve per pagare i dividendi ai comuni azionisti. Sul trasporto aereo l’Italia è diventata il campo di battaglia nella guerra dei cieli franco-tedesca. Stretta tra l’alleanza atlantico-sudamericana British AirwaysIberia e il network Lufthansa nel quadrante centroeuropeo, Air France aveva bisogno di un approdo sul Mediterraneo. E c’è chi giura che rileverà presto la quota di controllo della nuova Alitalia. Certo non ci sono più gli eserciti in campo, ma a Parigi hanno imparato in fretta l’ italian job . Dopo i litigi nell’estate dei «furbetti», Bnp Paribas si è presa la Bnl. Quando l’Antitrust ha imposto a Intesa Sanpaolo di vendere gli sportelli di Cariparma, a farsi avanti è stato il Credit Agricole già azionista «di peso» del gruppo di Corrado Passera. «I capponi di Renzo e il paiolo francese», guardando al risiko fieristico che trova proprio a Parma un suo snodo. Nella città di Verdi, sede dell’agenzia europea per la sicurezza alimentare, Cariparma/Agricole controlla la fiera di Cibus, il gioiello del mangiare made in Italy. I francesi stanno trasformando la città emiliana in un hub alimentare con affaccio sul mediterraneo, sfruttando la forza del private equity agroalimentare, di cui sono leader mondiali. Ma è altrettanto sistemica la presa sulle altre fiere, divorate dal campanilismo. Il colosso GL Events controlla il Lingotto fiere di Torino, il quartiere di Padova ed è il «socio capitalista» di Bologna e Rimini. Insomma i francesi muovono su ogni fronte. Nell’automotive Bollorè ha creato una società per l’auto elettrica con Pininfarina. Adesso il finanziere amico di Sarkozy ha spedito alla famiglia e all’advisor Banca Leonardo, cioè Gerardo Braggiotti, ex Lazard praticamente di casa in Francia (nel suo salottino siede Eurazeo, il forziere delle più ricche famiglie francesi), la proposta per rilevare il 30% del gruppo piemontese. Anche nei trasporti i francesi scavano come gocce cinesi. Sul Tpl il gigante Transdev, dopo la fusione con Veolia, ha ceduto il 41% della genovese Amt al gruppo Ratp, in pratica la Gtt di Parigi. Sempre Ratp correrà insieme a Condotte per la gara della linea 4 della metropolitana di Milano. Nel frattempo la Ntv di Montezemolo e Della Valle, pronta a fine anno al binario della Alta velocità, ha imbarcato come socio industriale i francesi di Sncf. Di reciprocità, invece, se ne vede poca: Atlantia esporterà il sistema telepass in Francia, Fs ha chiuso un partnership con Veolia. Ma quando Enel voleva scalare Suez l’Eliseo ha stoppato l’Opa imponendo la fusione patriottica con Gaz de France. Nè basta a smorzare la sensazione di invasione l’uscita di Gdf dalla romana Acea. Nella grande distribuzione, peraltro, Coop ed Esselunga litigano in libreria, Auchan e Carrefour aprono supermercati e si comprano marchi italiani. Anche il vecchio Gs è passato allo straniero.