FILIPPO CECCARELLI , la Repubblica 26/1/2011, 26 gennaio 2011
RATTO A DOWNING STREET
L´apparizione imprevista di animali era spesso ritenuta dagli antichi un segno rimarchevole, e talvolta anche un presagio. Con tale premessa si accoglie il ripetuto va e vieni di un sorcio alle spalle dei giornalisti della Bbc durante i loro collegamenti dal numero 10 di Downing street. Contro le scorribande televisive del topo di governo, bello grosso e di razza tory, i media britannici si sono limitati a reclamare la presenza di un gatto nella casa del premier. Ma se la sapienza del tempo remoto tende a riproporsi in epoca post-moderna, sul piano simbolico la faccenda sembra un po´ più complicata; e ogni possibile divinazione non può che muovere dalla circostanza che prima di Walt Disney il ratto si è sempre considerato araldo della carestia, della sporcizia, del contagio morboso, della paura e anche della lascivia, considerata l´eccezionale prolificità di queste bestiole. Così, per allontanare la sventura resta aperta solo l´opzione consolatoria che si tratti di un falso ad alta intensità tecnologica o pupazzesca. Come quando, mesi orsono, Topo Gigio è comparso nella sala stampa di Palazzo Chigi a dare i bacetti al sottosegretario Bonaiuti e al ministro Fazio con la scusa di un costosa campagna contro l´influenza.