LUCA PAGNI , la Repubblica 25/1/2011, 25 gennaio 2011
INDUSTRIA, DAI DISTRETTI PRIMI SEGNALI DI RIPRESA MA SOLO PER CHI ESPORTA E INVESTE IN RICERCA - MILANO
Hanno sofferto oltre la media nel momento più acuto della crisi, ma sono state le prime a ripartire. Non tutte, però: solo quelle che hanno investito per tempo in ricerca e sono state rapide nell´aggredire i mercati dei paesi emergenti. Le aziende legate ai distretti industriali si confermano punta avanzata dell´imprenditoria italiana: grazie all´aumento senza precedenti delle esportazioni, si sono messi alle spalle il momento più difficile e dalla metà dell´anno scorso hanno ripreso a crescere in ricavi e margini.
Giunta alla sua terza edizione, il rapporto del centro studi di Intesa Sanpaolo su "Economia e finanza dei distretti industriali" (prese in esame 10.600 imprese con oltre un milione di fatturato) conferma il quadro di una economia italiana che viaggia ormai a due velocità. Una frattura che si fa più profonda tra chi ha saputo reagire - e non solo difendersi dalla recessione - e chi non sembra tenere il passo.
Il punto di svolta nella prima metà del 2010. Per due anni, i distretti hanno visto calare il fatturato in misura superiore rispetto alla media delle altre imprese, fino a toccare il punto più basso nel 2009, con un meno 19,8% (dopo un -3,4% del 2008). Ma allo stesso tempo, un piccolo gruppo di aziende nei distretti ha continuato crescere, trainando i distretti i terreno positivo: il 2010 vede una crescita dei fatturati del 7%, che diventerà un +3% sia nel 2011 che l´anno successivo. Anche se ci vorrà del tempo prima di tornare ai livelli pre-crisi: i margini, ad esempio, recupereranno i livelli del 2008 solo a fine 2012, comunque ancora molto lontani
A cavarsela meglio nel frangente più difficile sono stati i poli tecnologici (in particolare nei settori biomedicale, farmaceutico e aeronautico) i cui fatturati sono scesi soltanto del 3,7% nel 2008 ed erano addirittura cresciuti del 4% nel 2008. Questo grazie agli investimenti in innovazione che l´hi-tech comporta. Allo stesso modo, è stata la ripresa dall´export verso i paesi emergenti a fruttare il sorpasso dei distretti sul resto delle imprese italiane. Lo si vede bene esaminando i dati dei primi tre trimestri del 2010. Se l´aumento delle esportazioni per i distretti era stato dell´1,5% nel periodo gennaio-marzo (contro il +3,7% delle aree non distrettuali), nel trimestre aprile-giugno avviene l´inversione (+14,3% per i distretti, contro il +11,8% del resto delle imprese) per poi consolidare la fuga tra luglio e settembre (+22% contro +13,6%).
Le imprese potranno fare ben poco se non ci sarà uno scatto di tutto il sistema paese. È la tesi con cui l´amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera ha accompagnato la presentazione della ricerca: «La crescita prevista in Italia non è più accettabile: dobbiamo crescere di più e creare occupazione invece che distruggerla». In particolare, recuperando il ritardo infrastrutturale: «Le risorse, senza mettere a rischio i conti pubblici ci sono, le competenze industriali non mancano e le banche leader sono pronte a fare la loro parte».
Anche le imprese, però, dovrebbero impegnarsi in un salto di qualità. Il più urgente, secondo il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Andrea Beltratti, riguarda la struttura proprietaria: «In Italia il capitale produttivo è in mano alle famiglie e non al grande pubblico degli investitori attraverso la Borsa: questo non incentiva ad assumere quei margini più elevati di rischio che sono però indispensabili alla crescita».