Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  gennaio 26 Mercoledì calendario

CORSIVI

Un problema esiste solo quando ne crea altri, altrimenti resta una sterile questione di principio. Il caso perfetto è proprio Mondadori: sbaglia chi sostiene che Saviano dovrebbe essere «coerente» e abbandonarla, e sbaglia anche chi sostiene che Marina Berlusconi dovrebbe abbandonare Saviano poiché un editore non può provare «orrore» per un proprio autore. Questi ragionamenti, figli di un bipolarismo ancora troppo giovane e cretino, favoriscono solo l’Italia dei granducati, le roccaforti di purezza e di omertà, la dittatura delle minoranze.
Sappiamo tutti - anche se non sempre ci piace - che sono la trasversalità e la polivalenza ad arricchire e sprovincializzare le realtà: lasciate dunque che le destre e le sinistre si inquinino a vicenda nei giornali e nelle televisioni e nelle case editrici e in tutto quanto, possibilmente senza cricche ed egemonie. Mondadori è fatta di migliaia di libri, di culture, di intellettuali e di editor che ci lavorano, tutta roba che è molto più importante di Saviano e di Marina Berlusconi messi insieme: per questo è una grande casa editrice. Allo stesso modo può crescere e diventare grande un giornale, un partito, un Paese: quando, anche sanguinosamente, sceglie di convivere con altre realtà senza escluderle. Altrimenti quella sciagura chiamata «o di qua o di là» diviene solo una scorciatoia per rimanere, prima o poi, da soli davanti allo specchio.