Marco Galluzzo, Corriere della Sera 25/01/2011, 25 gennaio 2011
OSPITI E DIPENDENTI. TRENTA TESTIMONI DIFENDONO IL PREMIER —
Ora che la memoria difensiva è stata presentata, anche se dice di essere sempre rimasto sereno, di non aver «mai avuto un cedimento o un attimo di depressione» , Berlusconi è comunque sollevato. Nella memoria ci sono le sue tesi e quelle dei suoi avvocati, le testimonianze giurate di una trentina di persone, l’evidenza — a suo giudizio — che i reati contestati dalla Procura di Milano non stanno in piedi. Tutte le persone citate nel documento, che oggi potrebbe arrivare alla Camera dei deputati in versione integrale, sono state ospiti ad Arcore (compresi due musicisti), o vi lavorano (personale di servizio). Vi si nega innanzitutto che il discusso dopocena, di cui si dà conto negli atti della magistratura e nelle conversazioni delle ragazze intercettate, fosse accostabile al concetto di festino o di qualcosa di poco elegante o decorosa: niente sesso e niente alcool, due sale diverse, una per le proiezioni di film, una per la discoteca. Nella sala proiezioni, mettono a verbale gli avvocati del presidente del Consiglio, ci si riunisce per vedere dei film o dei filmati di avvenimenti di cronaca o politici. Si elencano anche i lungometraggi visti dagli ospiti del presidente del Consiglio, nel corso della serate, negli ultimi tempi: una volta Baarìa di Tornatore, un’altra Benvenuti al Sud, ma affiorano nella memoria, proiettati ad Arcore, persino gli spezzoni dei discorsi di Vendola (e in quel caso, commenta il padrone di casa, ho imparato che «le parole hanno un loro guscio» ), oltre ad alcuni suoi interventi politici e ad alcune partite del Milan. Sulla discoteca privata della sua residenza il Cavaliere, tramite i suoi legali, dice che nulla di diverso di quello che avviene in tutte le discoteche del mondo poteva e può accadere. Aggiunge nelle sue conversazioni dettagli leggeri, in apparenza poco rilevanti, come il fatto che lui non balla (ho fatto un fioretto, ironizza, anni fa: «Non fumare, non ballare e non giocare» ). Mentre su quell’accusa che vedrebbe la sua scorta, quella del capo del governo, usata in modo sistematico per riaccompagnare di notte le ragazze a casa, al termine delle feste, si ribatte indicando nomi e cognomi del personale, della sua guardia privata, e non della scorta istituzionale, che saltuariamente è servito allo scopo. E in questo caso nulla di male, nessuno scandalo, nessun uso di mezzi pubblici per interessi privati. Una nota ulteriore riguarda la perquisizione nel residence dell’Olgettina a carico dell’ex valletta Barbara Faggioli: non esistono riscontri, affermano i legali, del ritrovamento di 20 mila euro nell’appartamento della ragazza. In sostanza, è la conclusione della memoria, non c’è il reato di concussione perché anche il personale del ministero dell’Interno ha sempre dichiarato che tutto si è svolto regolarmente, senza alcun abuso. Manca, si evidenzia, il soggetto concusso. E manca altresì la prova del reato di prostituzione minorile: entrambi i soggetti, Berlusconi e la ragazza soprannominata Ruby, affermano e sono disposti a confermare che non c’è mai stata alcuna relazione intima, di natura sessuale, nemmeno episodica. Altro argomento dei legali, ma non si sa se ha trovato spazio nella memoria, quello sulla natura e la professione di queste ragazze: una delle tesi difensive è infatti che per provare un reato relativo alla prostituzione devi dimostrare, oltre all’eventuale atto sessuale, che di prostitute si tratta, cosa che nel caso delle ospiti del presidente sarebbe assolutamente da escludere, trattandosi di ragazze normali, del mondo dello spettacolo e non, che venivano aiutate dal Cavaliere a titolo gratuito, come atto di generosità. Del discorso del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, attraverso il suo portavoce, Paolo Bonaiuti, il presidente del Consiglio ieri dava un giudizio positivo: «Parole rispettabili, che analizzano la situazione a 360 gradi» . Un modo diplomatico per dire che ci si è sentiti trattati meglio di come qualcuno temeva, e per rimarcare che la Chiesa ha avanzato dubbi anche sull’opera dei magistrati, rinvenibili nell’articolato intervento di Bagnasco, in quelle parole che rilevano uno scontro di poteri. Per il resto, da Arcore, filtra poco. Il Cavaliere sta lavorando alla legge delega sulla riforma tributaria, su questo tema ha intenzione di spingere sull’acceleratore un attimo dopo che i decreti sul federalismo ((a meno di intoppi) avranno il parere favorevole di Camera e Senato. Mentre nel leggere le dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini, che gli chiede le dimissioni, Berlusconi reagisce come fa da giorni: «Proposta irricevibile, mai avuto idea di mollare, i sondaggi mi confortano, la gente ha capito di cosa stiamo parlando, mi dice che non si può vivere in un Paese commissariato dalle Procure, in cui non si può più nemmeno parlare al telefono» .
Marco Galluzzo