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 2011  gennaio 25 Martedì calendario

SAVINO, LA MINETTI L’HO SCOPERTA IO. A SCORIE DOVEVA SEMPLICEMENTE DONDOLARSI SULL’ALTALENA


La mamma di Forrest Gump aveva proprio ragione: la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. Uno legge i giornali, scandalo del bunga bunga, igieniste dentali, si fa i suoi romanzi su carriere che improvvisamente decollano, su come vanno le cose in tv. E poi scopre che alla base del successo di Nicole Minetti, il consigliere regionale di 26 anni assiduo frequentatore delle cene di Arcore, non ci sono i vari Lele Mora di turno, ma qualcuno che, quasi come un novello Forrest Gump del 2011, si è trovato per caso in un bar di Milano nel 2007.

Nicola Savino, conduttore radiofonico e televisivo, era in un locale di via Quadrio, insieme con Claudio Cavalli, produttore televisivo.

Domanda. No, non ci credo. Lei è il responsabile di tutto quello che sta accadendo a Berlusconi e co. in questi giorni?

Risposta. Mi viene da ridere, in effetti. Ma Nicole Minetti, è vero, l’ho selezionata io. Ero in quel bar, nel 2007. Mi metto in fila alla cassa per pagare e...

D. E cosa?

R. E vedo questa bella ragazza in fila. Noi stavamo cercando giovani carine, visi puliti per Scorie, il programma che conducevo per Raidue.

D. Beh, ma a vederla ora la Minetti non sembra proprio la ragazza della porta accanto, un viso così acqua e sapone. Adesso si vede soprattutto molto silicone...

R. Ma nel 2007 era così, carina e normale.

D.

E quindi via coi casting?

R. Ma no, mica doveva fare chissà cosa a Scorie. Semplicemente dondolarsi su una altalena. E così ha iniziato in tv (poi farà anche Colorado cafè, ndr). La Minetti è un ragazza di poche parole. Però, ripeto, la situazione mi fa molto ridere. Io ora sono in una sorta di occhio del ciclone, ovvero un posto molto tranquillo mentre tutto intorno impazza la tempesta. Che, nel nostro caso, è una tempesta di tette e cosce.

D. Peraltro lei, tra il 2009 e il 2010, ha condotto Colorado Cafè su Italia Uno. La Minetti non c’era già più. Tuttavia, ha avuto modo di conoscere le altre Coloradine, che in questi giorni esondano sulle 389 pagine di intercettazioni telefoniche...

R. Mah, a dire il vero non ho avuto mai alcun sentore di quello che accadeva. E, della vicenda bunga bunga, ho appreso anch’io tutto dalle 389 pagine in pdf. A Colorado avevo 110 pagine di copione e 30 comici cui dare retta per ogni puntata. Tutti a chiedermi: dai, ripassiamo il pezzo. Una fatica mortale, perdevo anche tre chili a puntata. E le ballerine erano le uniche con cui noi non avevamo a che fare.

D. Ma è vero che torna in Rai?

R. È vero che non ho più un contratto con Mediaset, perché è scaduto a fine 2010. Ma non ho un contratto con la Rai. Mi hanno solo chiesto di intervenire in qualche puntata di Quelli che... su Raidue.

D. Perché non farà più Colorado?

R. Non è detto che non lo faccia più. Il produttore, Maurizio Totti, sta ripensando il programma. Vediamo. A Mediaset, comunque, sono stati molto carini, mi hanno proposto un contratto. Ma gli spazi, su Italia Uno, sono limitati: Colorado o Le Iene. Quindi, non mi andava di impegnarmi al buio. Non è il momento di restare fermi, sarebbe l’autostrada verso la depressione.

D. E quindi cosa sta facendo, oltre che condurre su Radio Deejay?

R. Sto scrivendo format. Uno è già pronto. Vediamo cosa succede. E poi vorrei pubblicare pure un libro.

D. Come mai Italia Uno ha solo due programmi che potrebbero andarle bene?

R. È colpa della crisi. Prima regola: non prenderle. Si va sul sicuro e non si sperimenta. Poi le seconde serate non esistono più, e quindi si sono ridotti gli spazi. Perciò adesso, se vuoi lavorare e con linguaggi magari più alternativi, devi prendere in considerazione reti satellitari, o più piccole.

D. Ma è vero che si fanno spettacoli con budget complessivi da 50 mila euro a puntata?

R. Anche con meno. E in prima serata. C’è un grande scalino tra Raiuno, Canale 5, dove le produzioni hanno ancora budget, e tutto il resto.

D. Lei, tempo fa, ha detto che la tv è un brutto affare, e che se la vuoi fare devi sporcarti le mani. C’erano riferimenti anche al bunga bunga?

R. No, assolutamente. Dicevo che se vuoi andare in tv non puoi fare lo schizzinoso, né sui temi trattati né sulle persone con le quali ti ritrovi a lavorare. È un mezzo diverso, per esempio, dalla radio. E se vuoi fare troppo l’intellettuale, meglio stare a casa.