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 2011  gennaio 25 Martedì calendario

LE CHAT, DALLE ORIGINI AGLI SMARTPHONE, PER VOCE ARANCIO


Chat: in inglese chiacchiera, conversazione informale.

Una chat è un sistema di messaggistica istantanea via internet che avviene in tempo reale e può mettere in comunicazione sia persone che già si conoscono, sia sconosciuti (che spesso parlano in modo anonimo o con un nickname).

Elementi della chat. Il nickname è il soprannome, pseudonimo, nomignolo, usato dagli utenti: quando ci si iscrive o si accede ad una chat in genere ne viene chiesto uno. Lo spazio virtuale, il “luogo” dove le persone si incontrano per parlare si chiama chatroom (“stanza delle chiacchierate”), o channel (canale). Questo non vale per alcune chat integrate, cioè quelle che fanno parte di altri programmi-siti. Gli esempi più celebri sono quelli di Facebook e Skype: il social network ha infatti un elemento fondamentale nella chat che permette di comunicare in tempo reale con i propri amici, mentre Skype, malgrado sia prevalentemente un servizio di telefonia che si basa sulla tecnologia Voip, permette anche di parlare via chat con i proprio contatti.

Nelle chat tra sconosciuti si usano delle convenzioni. C’è una vera a propria chat etiquette: per esempio è meglio evitare di urlare (cioè scrivere in maiuscolo); essere cortesi e rispondere se qualcuno chiede qualcosa nel canale; non scrivere messaggi troppo lunghi che possano intasare la comunicazione. In genere, le prime cose che si chiedono quando si parla con una persona sono età, luogo di provenienza e, se non è chiaro dal nickname, il sesso. ASL, Age Sex Location, è la formula usata in inglese per chiedere le tre cose con una parola sola.Esempio di chat su skype

David Roberts, cittadino britannico di 68 anni, chatta (cioè parla in chat) con una presunta quattordicenne, finché non si danno appuntamento con l’esplicito intento di fare sesso. Lei di anni però non ne ha 14, bensì 61, ed è la moglie di David. Cheryl, questo il suo nome, avendo avuto sospetti su cosa facesse il marito sul web, ha creato un falso profilo su una chat di minorenni e così ha adescato l’ignaro pedofilo virtuale. David è stato condannato a tre anni di corsi di riabilitazione per persone colpevoli di abusi sessuali, ha ricevuto l’interdizione a vita a qualsiasi contatto con minorenni su internet, è stato iscritto nel registro dei pedofili. Cheryl ha ricevuto i ringraziamenti di varie associazioni che si battono per la protezione dei bambini. I due hanno divorziato.

In chat, così come per gli sms e per derivato nei messaggi sui social network, si usa spesso un linguaggio semplificato, dovuto alla fretta di scrivere e alla necessità di abbreviare. In italiano, le “k” usate per “ch”, la “x” usata per “per” ecc. Ciclicamente emergono accuse di modificare e svilire la lingua attraverso questo uso improprio delle parole e delle lettere.

Il Grande ayatollah iraniano Bayat Zanjani, teologo e scrittore di 68 anni che contesta l’attuale interpretazione religiosa di Alì Khamenei, in novembre ha parlato in chat ai suoi fedeli con Facebook e Google Talk, rispondendo in diretta alle domande, anche quelle più spinose come la condizione dei giovani nella società iraniana e la repressione del dissenso da parte del regime.

I rifugiati tibetani che da Dharamsala, vicino alla residenza in esilio del Dalai Lama, che provano a instaurare un dialogo con i cinesi via chat e via social network, cercando utenti disposti a parlare di Tibet e diritti umani. Uno racconta: «Bisogna iniziare col parlare di cose personali e scivolare poi verso argomenti sociali e politici». Fino a inizio 2010 gli internauti militanti di Dharamsala erano riusciti a stabilire ottomila contatti, nonostante gli impedimenti della censura cinese, che cercano di combattere anche usando dieci avatar (profili) diversi.

Secondo l’ultimo rapporto Istat diffuso alla fine dello scorso anno, il 36,7% degli utenti di internet inserisce messaggi in chat, blog, newsgroup o forum di discussione online e il 26,8% utilizza i servizi di instant messaging (Im). La differenza tra chat e instant messaging è sottile e in genere, nel linguaggio comune, si tende a chiamare tutto chat: tecnicamente l’Im sarebbe quello che avviene con specifici client che facilitano la comunicazione con utenti conosciuti (come Icq o Msn), mentre chat include, oltre a queste, anche quelle da cui si accede attraverso un sito. C’è disparità territoriale nell’uso della chat in Italia. Nel Sud il 42% degli utenti ha usato internet per inserire messaggi in chat, blog, news-group o forum rispetto al 32,7% del Nord-ovest.

Le chat hanno una diffusione pari al 72% fra gli italiani che navigano in rete (in termini numerici si tratta di oltre 15 milioni di persone). Circa tre milioni di persone usano chat La chat di facebookdirettamente dal telefonino. Il 36% degli uomini nella fascia 25-34 anni usa la chat per parlare di lavoro. Oltre il 60% dei navigatori ha un account su un programma di instant messaging e le chat assorbono in media il 20% del loro tempo online (dati 2009).

La prima forma di comunicazione istantanea via internet è stata Irc (Internet Relay Chat), che permette sia il dialogo tra due utenti che tra interi gruppi in una stanza. È stata creata nel lontano 1988 da Jarkko Oikarinen. Un altro programma storico è Icq, lanciato nel 1996 da una compagnia israeliana. Il nome è un gioco di parole dalla frase I seek you (ti cerco). Nel 1998 Icq fu venduto per 407 milioni di dollari ad Aol, che lo ha a sua volta rivenduto nell’aprile 2010 alla Digital Sky Technologies per un prezzo notevolmente più basso (187,5 milioni di dollari), sintomo che nel campo ormai le chat dei social network e Skype sono concorrenti difficilmente affrontabili.

Windows Live Messanger (prima Msn Messanger, come comunemente viene ancora chiamato) è il servizio di instant messaging della Microsoft. Attraverso Msn si chatta con i propri contatti, che devono precedentemente essere accettati dall’utente: si possono condividere foto, giocare online, scambiarsi file, dividere in categorie i propri contatti. In Italia è stato per anni il mezzo privilegiato di comunicazione via internet tra i più giovani, adesso con Facebook riscuote meno successo.

Come si usa una chat online? Per i siti internet (come chatt-gratis.net, puntochat.it, echat.it, per citarne solo alcuni) occorre scrivere un nickname, cliccare su “entra” o simili e accedere a una stanza dove avviene la conversazione. Altre volte occorre essere registrati, cosa che spesso avviene gratuitamente. Come per chatta.it, una grande community online di 1.738.171 iscritti. Su chatta.it ci sono un’ottantina di canali, da quelli che portano nomi delle città a quelle di vago stampo erotico (con nomi tipo Paprika e Pepe… e sale!).

«Una ragazza che si pettina lunghissimi capelli rossi, sotto i quali si indovina una pallida nudità. Tre giovanotti seduti l’uno accanto all’altro che si mettono le dita nel naso con perfetta sincronizzazione. Una signora che sta cucinando e vorrebbe scambiare ricette. Un gruppetto di studenti messicani che vogliono solo parlare con ragazze svedesi. Ecco un piccolo campionario di quello che vi può offrire chatroulette.com». Il racconto di una giornalista alla sua prima esperienza sul popolare sito creato dal diciassettenne russo Andrey Ternosvkiy. È l’ultima frontiera della chat: ci si connette e si guarda e parla con chi si trova, random, sullo schermo. Non serve nessun nickname, nessuna registrazione, ci sono poche regole che in pochi conoscono e rispettano – come essere maggiori di 16 anni ed evitare oscenità.

Gian Ettore Gassani (presidente dell’Associazione matrimonialisti): «Ormai anche le donne tradiscono con meno remore. Oggi è tutto più facile, si comunica nelle chat, una volta bisognava prendere appuntamento di nascosto da una cabina telefonica».

Per l’associazione Kidscape la storia del signor Roberts e della moglie Cheryl è una riprova dei pericoli in cui incorrono i giovani sul web. Secondo la direttrice Claude Knights «chattare con sconosciuti è rischioso, non bisogna accettare mai di incontrare faccia a faccia persone conosciute in rete».

La chat si è diffusa anche in Arabia Saudita, specialmente con l’aiuto delle webcam, che negli ultimi anni hanno avuto un aumento di vendite specie nella fascia tra 20 e 30 anni. Un reportage del canale libanese Lbc racconta che queste cam vengono usate dalle donne saudite per fare spogliarelli, in genere gratuiti, a sconosciuti che le lusingano. Samira al-Ghamadi, psicologa saudita (intervistata dalla televisione libanese): «La spiegazione del fenomeno è semplice. Se una donna è maltrattata e umiliata dal marito, non è sorprendente che una volta lontano da occhi indiscreti, cerchi su internet quell’ammirazione che il marito chiaramente le nega».

Anche i cellulari permettono di chattare, grazie alla possibilità di navigare su internet e usare application e programmi vari, come Msn e Skype. Esistono programmi ad hoc per tenere aperti diversi account di instant Videochat su skypemessaging sul cellulare, come Palringo (palringo.com/it/it/) o Nimbuzz (nimbuzz.com/it/mobile/). Si riunisce in un solo programma Skype, Msn, Yahoo, Icq, Google Talk e si può chattare con i contatti dai vari account contemporaneamente.

Gli adolescenti usano il cellulare per cercare nuove conoscenze: «Vanno in vacanza magari raccolgono indirizzi nuovi e li mettono in lista, poi a casa li scambiano. È successo persino a me: sono finito in uno di questi “listoni” e a un certo punto ho ricevuto richieste di contatti da uno sconosciuto. Ci sono decine di siti dove ci si può iscrivere per ottenere contatti, ma è ancora un fenomeno che stiamo studiando» (Maurizio Tucci della Società italiana di pediatria). Il test di psicologia in rete per capire se vostro figlio è dipendente da internet e dalle chat: psiconline.it/settori/test/internetadd.htm

Infine, le chat possono tornare utili anche in ambito professionale, dove si usano soprattutto per creare videoconferenze in diretta. Si può così dialogare e lavorare con qualcuno anche a chilometri di distanza. Molto usato per questo scopo Skype, ma c’è anche TokBox (tokbox.com), che permette di organizzare più videochat in contemporanea.

Programmi di supporto che aiutano nel lavoro in videochat: SlideShare (slideshare.net), che permette di condividere presentazioni online, Meeting Words (meetingwords.com), un editor di testo collaborativo online simile a Google Docs, DimDim (dimdim.com), che permette anche l’uso di una lavagna condivisa per annotare e condividere documenti in tempo reale, ecc. In questo modo si può chattare e/o fare una videoconferenza con i propri colleghi lontani e intanto modificare file scritti e power point.