Jessica D’Ercole, varie, 25 gennaio 2011
UNA MOTO ELETTRICA IN GIRO PER L’ITALIA, PER VOCE ARANCIO
Ray Banhoff, 28 anni, giornalista. Nato a Pieve a Nievole (Pistoia) da due anni vive a Milano. Ha tagliato l’Italia da nord a sud per raccontare, sulle pagine di Riders, se e quanto gli italiani sono verdi. Ogni giorno, per un mese, ha chiesto alle persone che incontrava una presa della corrente (di colonnine neanche l’ombra) per ricaricare le batterie della sua moto elettrica. L’iniziativa è stata battezzata “Ricarica Italia”.
In Italia, il giro d’affari dell’elettrico a due ruote superiore ai 50 cc si aggira intorno a 1,8 milioni di euro. Al 2009 sono stati venduti circa 280 pezzi. Tra le varie marche, l’unica costruita interamente in Europa è la Quantya (le altre sono prevalentemente di importazione cinese).
I numeri di Ricarica Italia: 3.153 chilometri percorsi, 768 ore di viaggio in 31 giorni, 21 chilometri la tappa più corta, 165 chilometri quella più lunga. Spesa totale: 876 euro
La Quantya Evo-1, la moto usata per “Ricarica Italia”, in versione di serie è paragonabile a una motard di piccola cilindrata, sia per ingombri sia per comportamento dinamico. Pesa 95 chilogrammi, è maneggevole e adatta anche al fuoristrada: ha un motore da 11 chilowatt, tocca i 90 chilometri orari con gomme da enduro stradali e si guida con patente B, o A1 da 16 anni. Con la batteria di serie garantisce un’autonomia di 50 chilometri. Per ricaricarla basta collegare il trasformatore a una normale presa da 220 volt: ci vogliono due ore per il pieno e il costo di una ricarica è inferiore a 1 euro (la ricarica può essere anche parziale). Tra gli accessori è possibile anche acquistare per 350 euro un “caricatore rapido” che completa la ricarica in metà tempo. Progettata e costruita a Lugano da Claudio Dik, 46 anni.
Prezzo della Evo-1: dai 10mila euro in su (costo di ogni batteria aggiuntiva: circa 3.500 euro).
Le Quantya vende circa 15 Evo-1 l’anno. Una l’ha acquistata Alfonso Beatrici: «Un rappresentante della Quantya faceva provare queste moto a Belluno, mi è piaciuta e non solo l’ho comprata ma ora sono rivenditore per il Trentino perché ci credo. Noi qui abbiamo i boschi ed è bello poter girare senza disturbare nessuno».
Claudio De Viti, responsabile del settore moto Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori): «Prima di passare all’elettrico, avremo sicuramente un periodo di ibrido per abituarci gradualmente. Per ora gli italiani temono di restare a piedi».
Il mercato delle due ruote ha un giro d’affari complessivo di 5,5 miliardi di euro.
Per “Ricarica Italia” di Riders, alla Evo-1 sono state aggiunte due batterie per poter viaggiare senza soste per 150 km. Il costo di un pieno era di 1,5 euro. Se Ray Banhoff avesse pagato tutte le ricariche per i 3.153 chilometri che ha percorso avrebbe speso 31,53 euro (con una moto a benzina 255 circa).
Una batteria ha una vita media di 5 o 6 anni. Qualsiasi guasto è riparabile facilmente. Dik: «Se sei un motociclista esperto, la ripari da solo, se no basta andare da un meccanico qualsiasi. I guasti che può avere una Evo-1 sono gli stessi di una moto normale (foratura, catena, faro)».
La Quantya ha un fatturato di 2,5 milioni di euro annui. Produce circa 300 Evo-1 ogni anno. Claudio Dik: «Il grosso del mercato lo abbiamo in Germania e Austria (il 60% del fatturato), abbiamo clienti anche in Belgio, Benelux e naturalmente in Svizzera. La prima Quantya era una Off-Road nel 2005, poi abbiamo realizzato la stradale, la Evo-1 per l’appunto, ora stiamo provando il nostro nuovo scooter, il primo interamente prodotto in Europa, e stiamo progettando una Evo-2 per apportare migliorie dove è possibile».
Il futuro dell’elettrico in Italia secondo Dik: «Per guidare una moto elettrica, oltre alla passione per le moto ci vuole una cultura ecologica. Un cliente che compra l’elettrico lo fa perché ci crede e vuole inquinare meno. Io dico sempre che il giorno che venderò 50 moto in Italia è perché ne avrò vendute 500 nel resto del mondo, e lo capisco, anche perché in Italia c’è la cultura del motore... Avete una storia fatta di grandi case motociclistiche e automobilistiche».
La moto elettrica «sicuramente nel 2020 sarà il principale mezzo di trasporto in città. Probabilmente l’unico nei centri storici. Ma non s’imporrà mai nello sport. Le prestazioni sono inferiori rispetto alla MotoGp» (Nico Cereghini, giornalista, ex campione di MotoGp).
“Ricarica Italia” è partita il 12 settembre 2010 da Torrazza Coste, un paesino sulle colline dell’Oltrepò pavese. Ray Banhoff ha percorso 3.153 chilometri fermandosi a Milano, Oleggio (No), Torino, Tortona (Al), Faraneto (Pc), Voltri (Ge), Genova, Perino (Pc), Mantova, Verona, Ferrara, Bologna, Cesena, Rimini, Casa del Diavolo (Pg), Quarata (Ar), Pieve a Nievole (Pt), Prato, Pomarance (Pi), Grosseto, Orbetello (Gr), Roma, L’Aquila, Cassino (Fr), Acerra (Na), Nola, Troia (Fg), Bari, Craco (Mt).
«Salve, sono un giornalista, sto attraversando l’Italia con una moto elettrica, sto cercando un posto per ricar...» con questa frase Ray Banhoff si voleva presentare a Vincenzo Esposito, carrozziere a Cassino, che non lo ha neanche fatto finire: «Tranquillo. Io so’ Vincenzo... e so’ napoletano», gli ha indicato la spina, dopo poche ore gli ha presentato sua moglie e i suoi quattro figli, offerto un posto letto e gli ha anche raccontato il suo sogno: «Vorrei ristrutturare la carrozzeria, metterci una postazione wifi, un piccolo salottino per i clienti e offrire da bere a chi viene qui». Vincenzo ha speso diecimila euro per mettere i pannelli solari a casa sua: «Ci ricavo energia in abbondanza. Alla fine ammortizzo i costi».
Alfonso Beatrici per l’assicurazione della sua Quantya paga 98 euro all’anno e la moto è esente da bollo perché a emissioni zero.
La signora Evelina di Beinasco (Torino) ha esitato prima di aprire la porta di casa al giornalista di Riders («Sa, mi hanno derubata spacciandosi per operatori dell’Enel due mesi fa») ma poi si è fatta fotografare con il marito ottantenne vicino alla moto elettrica.
«Nei 3.153 chilometri che ho percorso non ho incontrato nessuno che avesse mai visto una moto elettrica ma tutti mi hanno chiesto dove comprarla» (Ray Banhoff).
A Vesima (Genova), Ray Banhoff incontra i ragazzi di Terra Onlus! Una piccola associazione senza scopo di lucro che coltiva orti sinergici (agricoltura biologica senza l’ausilio di concimi, né animali, che si base sul principio della rigenerazione naturale della terra). Quello di Vesima è l’orto sinergico più grande d’Italia, fornisce pomodoro, basilico, fragole a duecento famiglie di Genova e dintorni tutto a chilometri zero. Sono in dieci a lavorare questa terra, senza retribuzione e fuori orario d’ufficio: per loro frutta e verdura sono gratis.
A Firenze un’associazione culturale, la Kindi, sulla scia di un’iniziativa nata in California ha organizzato l’edizione fiorentina del Park(ing) Day: hanno pagato un parcheggio e anziché con l’auto lo hanno occupato srotolando un tappeto di erba (vera), con tanto di poltroncina e nano da giardino. Chiunque può sedersi e prendere il sole o leggere un libro.
Al ministero dell’Ambiente, a Roma, Ray Banhoff viene accolto (senza appuntamento) da Salvatore Bianca, capo ufficio stampa, che gli mostra la pensilina Enel creata appositamente per ricaricare i veicoli elettrici, con tanto di cavi, prese e cavalletti per le moto. Però la pensilina non funziona e Bianca è costretto a farsi portare una prolunga per collegare la moto alla rete elettrica. In compenso la moto, la prima di questo tipo a varcare la soglia del ministero, cattura l’attenzione di tutti gli impiegati.
Roma: 40 minuti per percorrere otto chilometri.
A Faraneto, nel Piacentino, Marco Ferreri, architetto, ha in progetto di ristrutturare un castello del 1200 (due ville, una cappella e una torre di guardia) e ricoprirlo con pannelli fotovoltaici per produrre energia per l’intera valle.
A Sole, comune di Oleggio, provincia di Novara, c’è l’impianto fotovoltaico comunale più grande del nord Italia. È un parco con 5.800 pannelli finanziati da Regione e Provincia che coprono i consumi di cinquecento famiglie: «Se butti una cartaccia in terra, qui ti riprendono» (Osvaldo, 70 anni, a Banhoff).
La Puglia sta diventando la regione più verde d’Italia: ha quasi 4 megawatt di idroelettrico, 5.290 impianti fotovoltaici che producono 214 megawatt, 1.128 megawatt prodotti dall’eolico e 139 dalle biomasse. Grazie alla Puglia l’Italia è terza in Europa per produzione di fotovoltaico e termico.
In Italia secondo il ministero dello Sviluppo economico ci sono 70mila impianti fotovoltaici certificati che producono di 1.300 gigawatt coprendono il fabbisogno di circa 500mila famiglie ovvero 1 milione e 200mila persone (pari a tutto il Friuli Venezia Giulia).
Al 2010 in Italia sono state installate pale eoliche per la produzione di sei gigawatt di potenza.
La Bmw ha investito 400 milioni di euro per la sua futura auto elettrica.
Beppe Grillo sulla moto elettrica: «Ci sono moto con potenze esagerate, oggi siamo abituati alla ricerca delle prestazioni. Dobbiamo scontrarci con l’emotività: secondo uno studio la mancanza di rumore è uno dei motivi principali per cui l’elettrico non sta andando in porto, le sensazioni emotive, in parte, bloccano le nuove tecnologie».
In America esiste il campionato Fim e-Power, con moto da corsa elettriche: il campione indiscusso è l’italiano Thomas Betti.
Una delle quattro gare valevoli per campionato di enduro, trofeo Trentino, sarà con le moto elettriche. La prima competizione si terrà il 6 marzo a Civezzano (Trento). Ente organnizzatore è il motoclub Civezzano.