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 2011  gennaio 25 Martedì calendario

DECRETO ATTUATIVO FEDERALISMO FISCALE (25.01.11)

Questa sarà una settimana decisiva per il federalismo fiscale. Al centro c’è il decreto attuativo sul fisco comunale, testo su cui il governo sta lavorando per arrivare a un voto positivo entro il 2 (al massimo il 3) febbraio.
1. L’agenda
Il 18 gennaio il ministro della Semplificazione Roberto Carderoli ha presentato oralmente alla "Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale" il dlgs modificato. I Comuni (cioè l’Anci) lo hanno respinto, dicendo che era un testo inaccettabile. Anche Pd e Terzo Polo hanno rifiutato di votare un testo simile.
Il giorno dopo il relatore del provvedimento, Enrico La Loggia, ha presentato il testo del decreto. E’ stato respinto dall’opposizione e dall’Anci.
Ieri Calderoli ha incontrato l’Anci nella sede del ministero dell’Economia (per 4 ore). L’Anci ha presentato una sua proposta di decreto, ha ricordato Osvaldo Napoli, vicepresidente dell’associazione, "che in molti punti è stata giudicata accettabile da Calderoli". Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e Sergio Chiamparino (presidente dell’Anci) non c’erano.

I Comuni avrebbero ottenuto da Calderoli tre modifiche al testo: 1. sblocco delle addizionali Irpef già dal 2011 (ma resta da decidere come farllo); la tassa di soggiorno potrà essere applicata da tutti i centri a vocazione turistica con un costo fino al 5% del soggiorno in albergo; 3. L’Imu, l’imposta municipale sul possesso degli immobili, da fissare attorno al 7,5 per mille.
Sergio Chiamparino, ha convocato per oggi (26 gennaio) un Ufficio dell’Anci. Servirà a fornire valutazioni sul confronto con il Governo in merito al testo sul federalismo municipale e a fare l’analisi della situazione finanziaria comunale relativamente agli
effetti della riduzione dei trasferimenti.

Dopo l’incontro di ieri Calderoli e La Loggia hanno promesso che presenteranno un nuovo testo entro pochi giorni (forse domani?).
Il 2 febbraio è il termine ultimo concesso dalla Lega per approvare il decreto sul fisco municipale nella commissione bicamerale, dove sono già stati presentati 60 emendamenti da parte delle opposizioni.
Il ragionamento che la maggioranza fa è chiaro: se ci sarà l’ok dei sindaci, il Terzo Polo non potrà votare contro. Altrimenti Fini, Casini e Rutelli saranno additati come i responsabili della fine anticipata della Legislatura.


2. Le misure.
I FONDI. In totale la partita delle tasse Comunali prevede che circa 12,9 miliardi di trasferimenti vengano fiscalizzati cioè vengano legati a compartecipazioni al gettito di imposte o passino a vere e proprie tasse gestite dai Municipi. Ci si basa su tre pilastri: 1. Un sistema di compartecipazione al 20 per cento del gettito catastale e delle tasse di registro (circa 1,2 miliardi) e si arriverà a 6,5 introducendo una compartecipazione all’Irpef sui redditi complessivi prodotti sul territorio del Comune; 2. L’Imup, cioè la tassa sul possesso: dovrebbe contenere Irpef sulla casa e l’Ici ed avere una aliquota del 10,6 permille (ma sarà la legge Finanziaria di ogni anno a stabilirla); 3. La cedolare secca: il gettito è 2,6 miliardi e sarà devoluto ai Comuni in compartecipazione. Per rimpolpare il piatto arriverà anche lo sblocco delle addizionali Irpef: i Comuni lo vorrebbero da quest’anno (e minacciano di bocciare il decreto quando giovedì l’Anci terrà l’ufficio di presidenza) mentre il Tesoro vorrebbe farlo scattare solo dal 2014.
LA CEDOLARE. Sugli affitti arriva (già da gennaio) la cedolare secca al posto dell’Irpef sull’85% della pigione. Al 20% per i canoni concordati; al 23% per quelli liberi. Il 3% del gettito riscosso sarà destinato in favore delle famiglie del locatario prima casa con figli a carico come credito d’imposta, con una sorta di mini-quoziente familiare chiesto dall’Udc. Ai Comuni andrebbe una quota del gettito della cedolare che potrebbe essere o il 20% in via transitoria e il 30% in via definitiva o direttamente il 30%. Ci sarebbe, però, anche la possibilità per i municipi, per compensare i tagli dei trasferimenti ove non fossero ripianati dalla cedolare, di innalzare questa quota di compartecipazione.
La Cgia di Mestre calcola che con l’eventuale applicazione della "cedolare secca", solo i proprietari di immobili con livelli di reddito sopra i 28 mila euro godranno di significativi risparmi fiscali. Chi guadagna meno di 15mila euro invece ci rimetterà.

CASE FANTASMA. Stretta sugli immobili "fantasma": le multe sono raddoppiate, con parte dell’incasso delle sanzioni (il 50%) che va al Comuni sul quale si trova l’edificio. Inoltre le case non dichiarate (secondo la scadenza del milleproroghe) vanno sanate entro il 28 febbraio, ma ai Comuni che collaboreranno a identificare le case finora "ignote", potrebbero andare un bonus di 1.500 euro ciascuna.
L’IMU. Salta l’imposta municipale unica sui trasferimenti di proprietà delle case, inizialmente prevista. Ci sarà solo una tassa sul possesso di seconde case (oltre a quella facoltativa per i Comuni). L’aliquota dell’imposta municipale unica verrà fissata dalla legge di stabilità. Dovrebbe essere del 7,5 per mille. Previsto uno sconto del 50% per le case affittate. Partirà dal 2014.
LE TARIFFE. Previsto il riordino della tariffa sui rifiuti, tenendo conto anche del criterio della composizione del nucleo familiare, e dell’addizionale comunale all’Irpef in un prossimo decreto. Tra Tarsu/Tia. Resterà in vigore la prima, calcolata però sulla rendita catastale e modulata in base ai componenti dei nuclei familiari.
LA TASSA DI SOGGIORNO. I Comuni capoluogo di provincia avrebbero diritto all’istituzione di una tassa di soggiorno sul modello di quella di Roma (che va da 1 a 3 euro sui prezzi dell’albergo) e sarà graduata in base alla classificazione della struttura ricettiva. Gli altri Comuni potrebbero prevederla ma concordandola con la
Provincia che ne gestirebbe gettito e quote. Gli introiti in arrivo dal tributo dovranno comunque essere destinati al settore turistico. L’Anci ha chiesto che tutti i comuni a vocazione turistica possano applicarla, con un’aliquota del 5% (massimo) sulla tariffa alberghiera.
L’IRPEF. Ne verrà data ai comuni una quota (il 2,5%) insieme a una fetta, che potrebbe essere del 20%, del gettito dell’imposta di registro e di bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie.
IL TETTO. La conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica concorrerà a stabilire gli obiettivi di finanza pubblica prevedendo anche per il comparto dei Comuni un limite massimo per la pressione fiscale e tariffaria.
TEMPI PIÙ STRETTI PER FONDO RIEQUILIBRIO - Passa da cinque a tre anni la durata del fondo sperimentale di riequilibrio che tiene anche conto del numero di residenti di ciascun ente. Questo fondo è quello che andrà ai micro-comuni sotto i 5 mila abitanti per assicurare l’erogazione dei servizi essenziali e nel fondo perequativo si terrà conto di questo, così come della necessità di meccanismi di riequilibrio a vantaggio dei Comuni non turistici e senza seconde case.
3. Al voto
I membri della commissione (il presidente Enrico La Loggia) sono 30. Lega e PdL hanno 15 voti. Pd e Idv 11. Il Terzo Polo 4. In commissione se il senatore di Fli Mario Baldassarri vota con l’opposizione la situazione è di parità (contando il voto della senatrice dell’Svp Helga Thaler a sostegno del governo).
Per quel che riguarda le commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato, in due di questei (Bilancio Camera e Finanze Senato) i numeri sono in bilico per la maggioranza.
La Lega si mostra ottimista. "Abbiamo i voti per fare passare il federalismo", ha detto Umberto Bossi. "Abbiamo anche ottenuto - spiega - la possibilità di dare un po’ di soldi ai Comuni nell’interregno fra qui e il 2014, quando il federalismo fiscale entrerà in vigore. Ho trovato l’accordo con Tremonti".
Il Terzo polo dovrebbe scegliere una linea unitaria di voto, anche se, al momento, l’Api sembra su una posizione più oltranzista rispetto a quella di Udc e finiani sulla riforma. Scioglieranno la riserva all’ultimo, così come farà il Pd che, secondo il vice segretario Enrico Letta, deve dare il proprio contributo per "approvare un buon federalismo".
"E’ probabile che nella Bicameralina finisca in pareggio 15 a 15. E il parmio in questi casi va interpretato come disco rosso. Come voto negativo. A questo punto il governo avrà due strade. Rinunciare al decreto legislativo, ma questa opzione farebbe saltare il banco della maggioranza. Oppure approdare a una "procedura rafforzata". Traduzione: andare in Parlamento e comunicare che intende dare esecuzione alla legge delega anche in assenza del sì della commissione ad hoc. «A quel punto sarà scontata la presentazione da parte del Terzo Polo di una risoluzione che dovrà essere votata entro la fine di febbraio», dice Gian Luca Galletti, esponente Udc nella Bicameralina. Ma mentre al Senato Pdl e Lega hanno una larga maggioranza, alla Camera il governo si regge per tre voti E qui, dunque, si dovrebbe ripetersi il’copione andato in scena il 14 dicembre con la fiducia a Berlusconi. Con relativi psicodrammi". (A. Gen., il Messaggero, 25.01)
4. Reazioni
Fassina: «La Lega ha tradito il federalismo, a forza di fare propaganda si sono incartali - ha detto Stefano Fassi na, responsabile economico del Pd - Noi al federalismo invece ci teniamo, proponiamo al ministro Calderoli di prendere il testo che abbiamo elaborato noi, così facciamo presto e bene».
Veltroni: «La Lega scelga se vuole il federalismo o Berlusconi: la legge passa se c’è un clima più civile», hacommentato Walter Veltroni.
«Aspettiamo le proposte e valuteremo il testo», ha detto il vicepresidente dell’associazione dei Comuni Osvaldo Napoli
Ottimista La Loggia: "sono convinto - ha spiegato entrando al ministero dell’Economia dopo la riunione dell’Anci - che il nuovo testo concertato possa essere migliore e soprattutto che le richieste dei Comuni possano essere prese seriamente in considerazione".
STIME. Secondo la Uil con la compartecipazione dei Comuni all’Irpef, fissata al 2,5 per cento, «si rischia che la pressione fiscale locale aumenti del 31 per cento, fino a 40 euro in media pro capite». Per i contribuenti, spiega la Uil, ciò significherebbe passare dai 128 ai 168 euro medi annui, cui va ad aggiungersi l’attuale gettito delle addizionali comunali Irpef pari a 109 euro annui».