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 2011  gennaio 25 Martedì calendario

L’AQUILA

Tre istantanee. Un viaggio a ritroso nel tempo, un brusco risveglio nel presente. La Chiesa delle Anime Sante e la Prefettura all’Aquila, la Concezione a Paganica (foto in alto): nessuna differenza dal risveglio del 7 aprile 2009, il giorno dopo il sisma che ha stravolto la vita di 120 mila persone. L’impressione è la stessa, oggi come allora: a quasi due anni dal terremoto, l’Aquila è il suo territorio sono ancora a terra.
Cansatessa - Le New Town, presentate come il fiore all’occhiello della ricostruzione, sono già appassite. Infiltrazioni, piccoli cedimenti, problemi strutturali e infrastrutturali: le casette tirate su a tempo e a prezzo di record, più passa il tempo e più mostrano limiti e problemi strutturali. Il caso più eclatante è quello dei moduli abitativi provvisori di Cansatessa. «Si allagano quando piove. Problemi di pendenza e di posizione. Per risolvere servirà almeno un milione di euro che dovrà pagare la Protezione Civile», spiega l’assessore alle politiche abitative, Stefania Pezzopane. Va meglio negli altri Map, dove i lavori legati alle mille problematiche, se fatti in fretta, saranno coperti dalle garanzie e pagati dalle ditte costruttrici.
Centri storici chiusi - L’allarme di Antonio Perrotti, architetto, dirigente del servizio Appalti pubblici e contratto della Regione, mette i brividi: «Per recuperare i centri storici serviranno centinaia di milioni. Temiamo che almeno 10 centri non potranno mai essere risistemati. E saranno abbandonati». Si tratta di Onna, Tempera, Roio Piano, S. Eusanio, Villa S. Angelo, Fossa, Poggio, Castelnuovo, Caporciano, Valle Cupa. In molti di essi migliaia di tonnellete di macerie giacciono ancora in strada: 35 mila, denunciano i comitati, solo a Tempera.
Economia ko - Francesco aveva un bar, a Paganica: il sisma glielo ha portato via, ora ne ha aperto un altro in un container: «Ho speso gli ultimi soldi per le attrezzature. Io non voglio nulla, ma almeno - dice indicando il registratore di cassa - il governo esenti noi commercianti dal pagare le tasse. Come facciamo a ripartire così?». Come fa a ripartire l’intero territorio? Il sisma ha sfibrato il tessuto economico, le tasse sono tornate puntuali e anche i settori che ora dovrebbero andar forti sono a terra.
Crisi edilizia - Un solo esempio: il cementificio Sacci di Cagnano Amiterno, 14 km dall’Aquila, il più grande cantiere d’Europa, stava licenziando 17 lavoratori. Poi l’accordo: nel 2012 andranno in mobilità 10 unità. Da febbraio, però, 10 dipendenti su 89 a rotazione saranno in cassa integrazione.