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 2011  gennaio 24 Lunedì calendario

SI FA CASSA CON LA LOTTA ALL’EVASIONE

La lotta all’evasione internazionale e la ripresa dell’economia ridanno fiato alle casse dei paesi Ue. Lo sanno bene gli esponenti del governo di Berlino che, nel 2010, hanno potuto festeggiare un’extra gettito di 4 miliardi di euro. «La ripartenza degli ordini industriali e il contrasto all’evasione hanno consentito di portare a casa un bottino inatteso di 3,9 miliardi di euro», ha spiegato il ministro delle finanze tedesco. «Nel mese di novembre, la raccolta fiscale tedesca aveva raggiunto i 525,5 miliardi di euro.

Ma nel mese di dicembre la raccolta tributaria ha messo il turbo aumentando del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2009 e consegnando l’ultima fetta insperata di tasse nelle mani del governo. Un vero e proprio successo, dovuto alla crescita sostenuta della raccolta fiscale legata alle imprese». La forte accelerazione della produzione industriale del paese, salita lo scorso anno del 3,6%, il livello più alto dai tempi dell’unificazione delle due Germanie, ha avuto come contropartita un’accelerazione delle imposte versate dalle imprese del 68% rispetto al 2009. A questo si sono aggiunti i numerosi successi messi a segno dall’Agenzia delle entrate tedesca nel contrasto all’evasione internazionale grazie all’acquisto di cd contenenti i nominativi di migliaia di potenziali possessori di fondi neri in Svizzera e negli altri paradisi fiscali. Tra denunce e auto-denunce legate all’utilizzo dello strumento dello scudo fiscale tedesco, attivo ancor’oggi, sono finiti nelle casse dello stato diversi miliardi di euro di extra gettito che hanno consentito al paese di chiudere l’anno con un surplus fiscale senza precedenti.

Ma non si tratta di un caso isolato. Gli sforzi mostrati dalla Spagna nel contrasto all’evasione internazionale hanno portato lo scorso anno al recupero di 10 miliardi di euro, pari all’1% del pil del paese. Un bottino di tutto rispetto, superiore del 23% a quanto recuperato dagli agenti del Fisco soltanto un anno prima. «Questi risultati appaiono ancora più importanti in un’ottica di contenimento della spesa pubblica e di incremento dell’efficienza della macchina statale messo in atto dal primo ministro Zapatero per aumentare il livello di fiducia degli investitori stranieri», ha spiegato Juan Manuel López Carbajo, numero uno dell’Agenzia delle entrate di Madrid, secondo cui i risultati del 2010 sono il frutto di un lungo lavoro di contrasto all’evasione internazionale iniziato con l’istituzione, nel 2006, di un nucleo di polizia tributaria deputato al monitoraggio dei flussi di capitali mossi dalle imprese con un giro d’affari superiore ai 100 milioni di euro l’anno. Ma Spagna e Germania si trovano in buona compagnia. Almeno stando ai dati divulgati dall’Ocse attraverso il direttore del Centro per le politiche fiscali, Jeffrey Owens. «È ormai chiaro che la lotta all’evasione internazionale è diventata una priorità dei maggiori governi della zona euro come Francia o Grecia», ha spiegato l’alto funzionario dell’Organizzazione. Prima di mandare in pensione il Bouclier fiscale per ragioni di iniquità sociale, infatti, gli agenti del Fisco di Parigi erano riusciti a mettere le mani su un miliardo di euro di fondi neri sfuggiti alle maglie degli 007 nel 2010. Le cose sono andate meno bene alla Gran Bretagna che, dopo aver archiviato lo scudo fiscale e in attesa di mettere nero su bianco l’accordo con la Svizzera per la tassazione dei patrimoni britannici depositati sui conti segreti delle banche elvetiche, ha chiuso il 2010 con entrate fiscali in calo. La media mensile si è attestata, infatti, a 34 miliardi di sterline a dispetto dei 36,5 miliardi messi in cassa ogni mese, nel corso del 2009. E per rifarsi, il governo di Londra ha deciso di aumentare le tasse predisponendo un incremento dell’Iva di due punti e mezzo, oltre all’istituzione di una tassa sul fatturato delle banche nell’ordine del 5 per mille all’anno.