Emilio Salgari, Il Messaggero 24/1/2011, 24 gennaio 2011
UN GIORNALISTA CONTRO LA FRANCIA
LA Francia non stanca di cercare pericolose avventure nelle regioni lontane, punto spaventata del completo isolamento in cui si trova, dopo di esser venuta a un pelo d’urtarsi colla Germania, lì lì per cozzare con la China, adesso cerca questioni con la pacifica Svizzera.
La famosa prepotente non soddisfatta delle lezioni ricevute e delle oscure e minacciose nubi che sorgono sul suo orizzonte, sprezzando i trattati del 1815, che dichiaravano la neutralità dei territori dello Chiablese e del Faucigny, poco curandosi dei lamenti della sua piccola vicina, sicura che questa non giungerebbe a tanto di misurarsi colla forza gallica, ha suscitato una questione di cui si ignorano ancora le conseguenze.
Le manovre delle truppe francesi nell’alta Savoia, la costruzione di un forte e il passaggio di alcuni distaccamenti francesi sui territori neutri sono la causa di questa vertenza.
I francesi commentano la questione a modo loro dando tutto il torto agli svizzeri, e gli svizzeri fanno il viceversa; ma è probabile che questi, con più ragione, e per nulla impauriti della loro potente vicina, rispondono arditamente e mostrano come la Francia sia una prepotente violatrice dei trattati.
Il trattato del 1815, fatto quando il re di Sardegna dominava nella Savoia dava facoltà a questo Stato di mantenere e di far passare truppe sui due territori neutri, sempre però in tempo di pace.
Nel caso che le potenze limitrofe alla Svizzera si fossero trovate in procinto di venire alle mani, il Re di Sardegna doveva ritirare le truppe acquartierate nei due territori neutri.
La Francia ora fa osservare che nessuna guerra sta all’orizzonte e che quindi si crede in pieno diritto di far passare le sue truppe sui due territori, ma la Svizzera chiama in campo il trattato del 1860 fatto dopo la cessione della Savoia alla Francia, nel quale dichiara vasi che il Chiablese e il Faucigny dovevano essere assolutamente neutrali.
Gli svizzeri, che per solito non danno noia ad alcuna potenza, se la presero calorosamente per la violazione di questo patto, tanto più che vedono una minaccia nell’erezione di un forte sui detti territori. Doppiamente sono irritati per la stizzosa risposta dei giornali francesi, che si mostrano o fingono di mostrarsi sorpresi perché questa piccola potenza levi tanto scalpore e sia tanto diffidente colla sua troppo cara amica repubblicana. Se la presero calorosamente delle risposte altere e sprezzanti le quali dicono come sarebbe difficilissimo osservare quelli antiquati trattati, difficoltosi a mantenersi da parte di un gran Stato quale è la Francia, già troppo nota per le sue prepotenze sconfinate – trattati che potrebbero aver avuto qualche efficacia per il re di Sardegna ma non già per la formidabile Francia.
La Nuova Gazzetta di Zurigo risponde con giusta e lodevole fierezza a questa nuova prepotenza gallica e dimostra come erano menzognere le dicerie francesi secondo le quali l’isolamento della Francia non perveniva che dalla sua forma repubblicana, tenuta in odio da tutti gli Stati monarchici.
Già il Governo Svizzero, anch’esso repubblicano, alza la voce ed ha inviato una nota diplomatica, per far vedere i suoi diritti basati sui trattati del 1815 e del 1860. Forse tutto si accomoderà ma questo non impedirà che la Francia perda probabilmente la simpatia dell’unica potenza che ne avea per lei, cioè della Svizzera, e precipiti in un più completo isolamento.
“La questione savoiarda” dalla Nuova Arena Giornale Popolare Indipendente di martedì 25 settembre 1883