Pier Paolo Mocci, Il Messaggero 20/1/2011, 20 gennaio 2011
4 ITALIANI SU 10 VEDONO FILM ILLEGALI
Disconnessione automatica da Internet in caso di violazione del diritto d’autore. Si inaspriscono anche in Italia le sanzioni per i pirati del web. Lo ha annunciato l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Stefano Mannoni, a margine della ricerca svolta da Ipsos e commissionata dalla Fapav, la Federazione antipirateria audiovisiva. Una netta presa di posizione alla luce dei poco incoraggianti dati emersi dallo studio reso noto ieri alla Casa del Cinema: il 37% degli italiani intervistati (un campione variegato di oltre 2000 mila persone selezionate per sesso, età, istruzione e luogo di residenza) ha dichiarato di aver fruito di copie pirata di uno o più film nel corso dell’ultimo anno, il 5% in più rispetto al 2009. Secondo la stima, tra vendita ”fisica” dei dvd contraffatti nei mercatini o per le strade e il download illegale sui siti ”peer to peer”, sono stati commessi circa 384 milioni di atti di pirateria solo nel 2010, ben 30 milioni in più rispetto all’anno precedente. Che tradotto in soldi significa: 500 milioni di euro persi per canali illegali, mancati ricavi equamente ripartiti nelle vendite e noleggio dei dvd, nell’acquisto on-demand nelle pay per view e, infine, nello sbigliettamento al cinema (circa 100 milioni di euro il danno). «Le pene ci sono - afferma Filippo Roviglioni di 01, presidente Fapav - ma finora non sono state mai applicate con rigore». Il motivo va ricercato nello scontro che si verrebbe a creare con le grandi compagnie telefoniche, attente spettatrici, preoccupate da una eventuale applicazione della legge Sarkozy, da tutti indicata come modello da seguire. «Tagliare la linea momentaneamente a chi viola la legge - spiega Nicolas Seydoux, presidente Gaumont e portavoce dell’analoga federazione francese alla lotta contro la pirateria - ha portato enormi risultati nel nostro paese. Ci hanno tacciato di conservatorismo, hanno detto che impedivamo la libera circolazione di contenuti, che avremmo limitato la libertà di espressione. Tutte falsità: in questo modo la libertà di espressione viene tutelata e il diritto d’autore salvaguardato. Dopo aver interrotto la connessione alla rete per alcuni mesi agli utenti indisciplinati, i dati sono tornati più che favorevoli». Che tradotto in numeri significa un abbassamento dell’85%, in un anno, della pirateria da Internet. Una linea dura che tutto il sistema audiovisivo italiano ha sottoscritto in pieno e che Mannoni ha deciso di applicare immediatamente. Nel frattempo l’identikit del pirata-tipo italiano è stato reso noto: maschio, tra i 20 e i 40 anni, buona istruzione, solito “scaricare” per lo più a casa (solo il 30% sul posto di lavoro) e lo fa per risparmiare, non curandosi delle qualità scarse audio e video.
RIPRODUZIONE RISERVATA