Notizie tratte da: Peter T. Leeson # L’economia secondo i pirati. Il fascino segreto del capitalismo # Garzanti 2010 # 21,60 euro., 24 gennaio 2011
Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 27 - L’economia secondo i pirati- Il fascino segreto del capitalismo di Peter T
Il Fatto. Libro in gocce. Puntata numero 27 - L’economia secondo i pirati- Il fascino segreto del capitalismo di Peter T. Leeson, Garzanti 2010, euro 21,60) Rif. Biblioteca 1392679 Rif. Database Lungo 1492249 CORAGGIO «Voi derubate il povero con la copertura della legge, mentre noi saccheggiamo il ricco con la sola protezione del nostro coraggio» (Sam Black a un ufficiale suo prigioniero). PIRATA La corte che processò i membri dell’equipaggio di Bartholomew Roberts nel 1722 identificò le tre caratteristiche che definiscono un pirata: essere un volontario, aver partecipato volontariamente alla cattura o al saccheggio di una nave, aver accettato volontariamente una quota del bottino. ADAM SMITH I pirati applicavano la legge economica della «mano invisibile» teorizzata da Adam Smith. Questa legge si basa su tre presupposti: gli individui sono animati da interesse egoistico, gli individui sono razionali (cioè tentano di realizzare i loro obiettivi egoistici nel miglior modo possibile), gli individui reagiscono agli incentivi. L’equivalente della «mano invisibile» per i pirati è l’«uncino invisibile». INCENTIVI «Colui che avvista per primo una nave, avrà la miglior pistola o la miglior arma leggera che c’è a bordo» (Art. 8 statuto dell’equipaggio di Ned Low). REGOLE Ai marinai regolari era vietato praticare giochi d’azzardo, fumare a bordo, bere dopo le 20 e tenere lumi accesi in tarda notte. Era anche proibito portare a bordo donne. EQUIPAGGIO Una nave mercantile media del primo Settecento imbarcava dai 13 ai 17 uomini. Una tipica nave pirata 80 uomini, di cui il 25 per cento neri, tutti o quasi schiavi. NUMERI Tra il 1716 e il 1726 si diedero alla pirateria quasi quattromila marinai, più o meno il 15 per cento dell’intera Royal Navy. COSTITUZIONE Per creare una governance privata, ogni equipaggio pirata sviluppava una costituzione scritta, «o codice della pirateria», che ne specificava le leggi e le sanzioni per la violazione di quelle leggi. PUNIZIONI Tra le torture fisiche inflitte dal furiere a chi violava il codice della pirateria, la pulizia della chiglia: trascinare il pirata lungo la chiglia affilata e coperta da gusci di molluschi, fino all’abbandono in un luogo deserto. Altra punizione: il taglio di naso e orecchie. FURIERE Il furiere, eletto democraticamente dalla ciurma dei pirati. Era il primo a salire a bordo di qualunque nave catturata e aveva il compito di distribuire i proventi del bottino, le razioni alimentari e somministrava le punizioni ai membri dell’equipaggio che violavano le regole della nave. AZIENDA «Le navi dei pirati dovevano affrontare molti dei problemi che caratterizzano anche le imprese legittime di oggi nel tentativo di massimizzare i profitti: in primis impedire ai dirigenti di agire egoisticamente e motivare i collaboratori a contribuire agli obiettivi dell’azienda». STIPENDI Stipendio di un marinaio di una nave mercantile: 25 sterline l’anno; stipendio di un pirata: 300. Il capitano e il furiere prendevano il doppio degli altri pirati. Per evitare comportamenti predatori da parte del capitano o di qualunque altro membro dell’equipaggio, i criteri di remunerazione erano specificati negli statuti dei pirati. QUATTROCENTO Pirati catturati e impiccati tra il 1716 e il 1726: 400. SALE Il pirata Christopher Condent che, dopo aver catturato una flotta di venti navi che trasportavano sale, chiese agli uomini dell’equipaggio quale fosse il comportamento dei loro comandanti e fece frustare e mettere sotto sale quelli di cui si erano lamentati. TITOLO «Il suo modo di guadagnarsi da vivere non vi sembri strano, anche se depredava le navi di tutte le nazioni. Perché se diventasse primo ministro, non farebbe altro che assumere un altro titolo, e la sua attività non sarebbe altro che la tassazione» (Lord Byron, Don Juan, canto III, stanza XIV, 1821).