FRANCESCO SEMPRINI, La Stampa 23/1/2011, pagina 14, 23 gennaio 2011
Giuliani lancia la sfida “Nel 2012 batto la Palin” - Rudolph Giuliani rompe gli indugi e profila la sua candidatura alle primarie del Grand Old Party nel 2012, nella veste di repubblicano moderato
Giuliani lancia la sfida “Nel 2012 batto la Palin” - Rudolph Giuliani rompe gli indugi e profila la sua candidatura alle primarie del Grand Old Party nel 2012, nella veste di repubblicano moderato. L’ex sindaco di New York ha intenzione di contrapporsi ai candidati più conservatori, in particolare Sarah Palin. Sarebbe proprio l’eventuale partecipazione alla corsa della paladina dei Tea Party a spingere Giuliani a scendere in pista, come lui stesso ha precisato nel corso di un’intervista alla Cnn. «Mi considero un moderato, e tanti più repubblicani distanti dalla mia posizione parteciperanno alle primarie, tante più possibilità avrò», dice l’ex primo cittadino durante lo show televisivo «Piers Morgan Tonight». Rudy, simbolo del riscatto newyorchese nell’immediato dopo 11 settembre, cercherà di far leva sull’elettorato più moderato e centrista del Gop cercando, come lui stesso ha spiegato di «evidenziare il contrasto tra me e la Palin». Tanto da assestare già alcuni colpi alla futura avversaria colpevole, a suo dire, di essere ricorsa all’uso di un’espressione inappropriata in occasione della recente strage di Tucson. Il riferimento è al termine «libello sanguinoso» menzionato dalla Palin per descrivere le accuse rivolte a lei e ad altri conservatori per essere ricorsi a un linguaggio forte, generatore di violenza. «Per quanto avesse ragione – spiega Rudy – è stato fuori luogo ricorrere a quel termine». La semplice contrapposizione con l’ex governatrice dell’Alaska potrebbe non bastare per conquistare la nomination, specie alla luce del successo riscosso dai candidati più conservatori nelle di metà mandato. Del resto brucia ancora per Giuliani la sconfitta del 2008, quando decise di concentrare i propri sforzi in Florida, dove però ottenne appena il terzo posto e si ritirò dalla contesa. Per la nuova sfida Giuliani punta questa volta su Iowa, New Hampshire e Carolina del Sud, gli Stati dove si terranno le prime tornate delle primarie. La sua discesa in campo inoltre definisce una prima mappatura della rosa di candidati repubblicani alle primarie. Tra gli altri papabili c’è Mike Huckabee, dato favorito nei sondaggi; l’ex governatore dell’Arkansas attenderà l’estate per il suo annuncio ufficiale, perché - spiega - una maratona di 18 mesi come quella iniziata nel gennaio 2007 è «difficile da sostenere» e potrebbe rivelarsi controproducente. Mike Pence, considerato l’anti-Huckabee, gode del supporto del cosiddetto «Club of Growth», un movimento di destra iperliberista che si batte contro i regimi fiscali oppressivi. Sebbene non ci sia stato un annuncio ufficiale per la partecipazione alle primarie, Pence ha già visitato il New Hampshire. Tra gli outsider c’è Jon Huntsman, ex governatore dell’Utah, e ambasciatore Usa in Cina nominato da Obama sebbene di orientamento politico opposto, e dal presidente pubblicamente lodato nel corso della recente visita di Hu Jintao a Washington. A remargli contro potrebbe essere la sua fede. È mormone come Mitt Romney, uno degli sconfitti del 2008, che ha già allestito un comitato esplorativo e ha raccolto 9 milioni di dollari attraverso un network di comitati di azione politica. Ci sono infine l’ex governatore del Minnesota, Tim Pawlenty il quale pero attenderà marzo per un annuncio ufficiale, il miliardario Donald Trump, e tra sul fronte più a destra, Michelle Bachmann, ultra conservatrice che risponderà per conto dei Tea Party al discorso sullo Stato dell’Unione che Obama farà martedì. La Bachmann si è già recata a Des Moines, in Iowa - lo Stato che sovente fornisce una prima indicazione del trend elettorale - riscuotendo un notevole successo.