Varie, 24 gennaio 2011
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Tarquinio Marco
• Foligno (Perugia) 16 marzo 1958. Giornalista. Direttore di Avvenire • «[...] la calata dell’umbro di Assisi, una moglie cilena e due figlie [...] è un personaggio atipico e non soltanto per la sobrietà, così inusuale in un giornalista sulla breccia. Prima di ascendere al soglio direttoriale di Avvenire si è cimentato in una gavetta diversa da quella dei predecessori, una carriera tutta da giornalista e senza militanze in nessuna delle correnti del “retroterra” cattolico. E, una volta diventato direttore per caso (la caduta cruenta di Dino Boffo), Tarquinio ha “colpito” [...] dice spesso nelle riunioni di redazione: “Noi abbiamo l’editore più presente, perché con le diocesi si estende su tutto il territorio, ma anche il meno invadente” [...] uno che ha fatto la leva da allievo ufficiale tra i carristi. Da anni i colleghi lo raccontano come uno sempre “preparatissimo”, “sul pezzo” e lui sorride: “Cerco sempre di far bene tutto quello che faccio”. Negli anni Novanta, al “Tempo” di Roma (ereditata la guida del servizio politico da Stefano Folli), quando la direzione decide di appoggiare Fini, allora segreterio dell’Msi, nella corsa al Campidoglio, Tarquinio con gesto inusuale, per dissenso si autosospende da editorialista. E ora che gli editoriali li scrive da direttore, Tarquinio si mette sempre dal punto di vista del comune cattolico che va a messa, il cattolico qualunque: “Per noi passa tutto attraverso la centralità della persona umana: le critiche ai politici, ma anche le campagne che facciamo da soli e che hanno successo. Sui disabili, sul diritto di ‘replica’ alle famiglie che non vogliono l’eutanasia, sul delitto mediatico che stava falcidiando l’editoria sul territorio”» (Fabio Martini, “La Stampa” 20/1/2011).