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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

Formica: “Nani e ballerine? Oggi sembrano giganti” - Rino Formica, che ha vissuto accanto a Bettino Craxi la fase che precedette la disfatta socialista, guardando l’ultimo videomessaggio di Berlusconi, si è fatto un’idea diversa da quella prevalente: «Ho avuto l’impressione di una crisi di panico

Formica: “Nani e ballerine? Oggi sembrano giganti” - Rino Formica, che ha vissuto accanto a Bettino Craxi la fase che precedette la disfatta socialista, guardando l’ultimo videomessaggio di Berlusconi, si è fatto un’idea diversa da quella prevalente: «Ho avuto l’impressione di una crisi di panico. Teme le infedeltà attorno a lui. La Lega è come i tedeschi con Mussolini: gli hanno dato il cappotto, poi al momento opportuno, lo scaricano dal camion. E lui lo sa. La cosa curiosa è che i suoi amici sono sorpresi. Non erano preparati». Ottantatré anni portati splendidamente, ex ministro, Formica è stato uomo di potere, ne conosce le logiche come pochi, è autore di aforismi e invettive diventati proverbiali. Come quella sui “nani e le ballerine” che stavano penetrando nel Psi. Sembrava una battuta, sta diventando una profezia? «I nani di allora erano giganti: Veronesi, Strehler, Badini, Gassman, Demattè, Zavoli, Giannini e tantissimi altri. Feci quella battuta, pensando che la selezione del personale politico all’interno dei partiti non poteva avvenire per innesto artificiale sia pure dei migliori del mondo, perché confliggeva con la democrazia di base. Ora siamo al grottesco...». Oggi nani e ballerine sono vicinissimi al potere... «Quando la personalizzazione della politica arriva al suo stato terminale, la selezione è all’incontrario: premia i peggiori. Oggi siamo all’orgia del potere». C’è una via d’uscita a questa crisi così brutta? «Una via ci sarebbe. A me fa paura affrontare alla maniera di un tribunale stalinista, ma lo ha detto la famiglia: l’uomo è malato. Bene, dovrebbe farsi curare in una clinica svizzera». Nessuno riesce a dirgli: Silvio, un passo indietro... «Il problema è dove mettere Berlusconi. Il Cln offrì il governo Badoglio, Togliatti fece l’amnistia. Ora il sistema dovrebbe chiudere la stagione con una fuoriuscita dolce: Mediaset non si tocca, i beni non si toccano e lui se ne va ad Antigua». Ammesso che sia una soluzione, ci vorrebbe una classe dirigente e invece lo scontro con i magistrati è una guerra... «Napolitano non è Scalfaro e Bruti Liberati non è Borrelli. Certo, il Capo della Procura ha le sue idee, ma nel suo ultimo comunicato c’è una perla: dice che stanno indagando sulla base dell’articolo 358 del codice di procedura, in base al quale si cercano prove a favore dell’indagato. E’ una rivoluzione! Il pool non si sognò mai di farlo. Agì come un Soviet, il Soviet dei cittadini, degli operai e dei magistrati. Nel pool c’era il liberale autoritario, il destro, il cattolico fondamentalista, il questurino americano e il socialista deluso. Diversi anni prima D’Ambrosio simpatizzava per il Psi e talora passava qualche notizia all’Avanti! di Milano». Nel grosso dell’opinione pubblica c’è ancora spaesamento: per lei dove sta l’anomalia di tutta questa vicenda? «Sì, l’opinione pubblica non ha ancora capito se siamo ad una crisi di sistema, oppure siamo solo al gossip. Non siamo aiutati dall’opposizione...». Pure questa colpa ha il Pd? «Bersani, invocando l’articolo 54 della Costituzione, ha sostenuto che l’uomo pubblico deve tenere con onore le funzioni che gli sono affidate. Ma qui siamo ad una crisi strutturale. altroché onore. Dovrebbe dire: abbiamo tutti assieme costituito un sistema nel quale l’onore è interpretato dal capo». La ragione di fondo di questa crisi di sistema? «Venti anni fa, con la crisi della Prima Repubblica, si è pensato che fosse venuto meno il fondamento della Costituzione: la divisibilità del potere, il pluralismo politico e sociale, la molteplicità dei corpi. Il partito personale è stata la grande vittoria di Berlusconi sul sistema. Fondato sulla indivisibilità del potere. Ma il virus ha infettato tutti, ecco perché non si trova l’alternativa». La personalizzazione non l’ha portata il Psi di Craxi? «Negli anni Ottanta Napolitano ed io eravamo presidenti dei gruppi del Pci e del Psi, entrambi leali ma autonomi nel giudizio rispetto a Berlinguer e Craxi: ci scambiammo dei libri sulla rivoluzione napoletana del 1799 e ci dicemmo che allora avremmo fatto la fine dei patrioti napoletani». I poteri forti spingeranno Berlusconi a fondo? «Oltre al problema dell’equilibrio finanziario del mondo, si è aperta una questione mediterranea e ora c’è il rischio di un collasso italiano. Nelle cancellerie di tutto il mondo si stanno drizzando i capelli. I poteri forti cominciano a preoccuparsi». Se si vota chi vince? «Stavolta gli italiani non voteranno per Berlusconi. Potrebbe vincere la sinistra. Anche lei personalizzata e autoritaria».