Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

TROPPE TASSE PER L’81% DEGLI ITALIANI. CANONE RAI SUPERDETESTATO


L’81,1% degli italiani è convinto che in Italia si paghino troppe tasse. La più odiata dagli italiani? Il canone Rai, che non va già al 47,3% degli italiani, seguita dal bollo auto che non piace al 14,5%. Sotto accusa anche la complessità e la scarsa chiarezza del sistema tributario, principale fonte di disagio per l’80% dei cittadini, seguono la difficoltà a vedere tutelati i propri diritti di contribuente (72,%) e la mole di documentazione necessaria per avere accesso alle agevolazioni (72,2%).

Dati noti in alcuni casi e che spazzano via luoghi comuni in altri: sono quelli che emergono scorrendo i numeri dell’indagine realizzata dal Censis per il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sul «Rapporto tra gli italiani e il fisco». Un elemento salta subito all’occhio: la percezione che gli italiani hanno del fisco continua ad essere sostanzialmente negativa, è ingiusto per il 36,2%, inefficiente per il 25,5% ed esoso per il 23,7%. Insomma gli italiani puntano il dito contro il sistema fiscale indicando nell’evasione il principale problema. È infatti così per il 44,4% degli intervistati, esattamente il doppio di quanti (il 22 %) individuano in un eccessivo livello di tassazione il male maggiore. La condanna dell’evasione è il tema più sentito tanto che la sensazione diffusa è che sono sempre più numerosi quelli che, nonostante l’incremento degli accertamenti, riescono a farla franca, sottraendosi ai propri doveri di contribuenti.

Tasse e servizi. Ma ci sono poi alcuni elementi del tutto nuovi nel rapporto fisco-contribuenti. Uno di questi è il dato che rivela che gli italiani sarebbero disponibili a pagare più tasse. Ovviamente in cambio di servizi migliori. E poi ancora il fatto che non vogliono che lo Stato diventi più leggero e abbassi il livello delle tutele sociale e infine una posizione nuova rispetto al tema del federalismo fiscale che non appare come la panacea per risolvere i mali del paese e tantomeno risolutivo per avere un fisco più equo. Anzi gli intervistati temono che l’introduzione del federalismo comporterà un aumento del carico fiscale e delle diseguaglianze sociali. In ogni caso la grande maggioranza degli italiani giudica elevato il carico fiscale. La pensa così ben l’81,1% del campione. Ma quali sono le imposte più indigeste? Sul podio c’è il canone Rai che non va già al 47,3% degli italiani, seguita dal bollo auto che non piace al 14,5%, dall’ l’Ici al 12,7%, la tassa sulla nettezza urbana al 12,1% e infine l’Irpef al 11,6%.

Il sistema tributario. Stare dietro al fisco continua ad essere ancora molto faticoso. La complessità e la scarsa chiarezza del sistema tributario sono la principale fonte di disagio per il 79,9% del campione, seguono la difficoltà a vedere tutelati i propri diritti di contribuente (72,%) e la mole di documentazione necessaria per avere accesso alle agevolazioni (72,2%). Complessivamente, per il 36,8% degli intervistati il sistema fiscale negli ultimi tre anni è peggiorato, è rimasto uguale per il 48,6% ed è migliorato solo per 14,6%. E le cose non dovrebbero migliorare neppure per l’anno appena iniziato in cui denuncia il presidente del Cndcec Claudio Siciliotti «il fisco si prospetta come quello della riscossione a tutti i costi confondendo l’efficacia con la ferocia. Se uno dei dati che emergono dall’indagine mostrano che il cittadino disapprova l’evasione fiscale questo ci dice che vi sono davvero tutti i presupposti per combattere l’evasione non sulla pelle dei cittadini ma con la loro collaborazione, nel segno di una vera stagione fatta di efficienza nel dare e nel chiedere». Quasi otto italiani su dieci (il 76,%) infatti si sentono poco o per niente tutelati, e addirittura il 55,4% non ha mai sentito parlare dello Statuto del contribuente (il 22% ne ha sentito parlare, ma non sa di cosa si tratta). Lo strumento che dovrebbe garantire maggiore certezza giuridica per i contribuenti è quindi sostanzialmente sconosciuto ai più.

Il ruolo dei professionisti. Timorosi di sbagliare o di incappare in errori del fisco, l’82% degli italiani si affida al supporto degli intermediari. Per la dichiarazione dei redditi il 40,5% si affida ai commercialisti e il 41,5% ai Caf. La funzione di intermediazione svolta dai commercialisti viene vista come decisiva: la giudica utile il 76,5% degli italiani.