KAROL WOJTYLA , la Repubblica 20/1/2011, 20 gennaio 2011
LA SVOLTA
Chiedete, perché nelle foglie fiaccate le stelle di sangue celesti sospendo
Chiedete, perché sulle punte del cuore il segno di una lancia sconosciuta porto
È così che lottano in me il gotico dell´anima e il rinascimento del corpo,
e sotto la tonaca tra le costole i letti delle sorgenti prosciugati
per questa via il corpo bagnavo nel piacere,
e l´asciugavo poi nella polvere. (...)
Così disperdo piano me stesso per poi ritrovarmi di nuovo
- e mi ritrovo in queste macchie appese come chiodi alle mani,
e mi ritrovo nell´onda del mare che si frange sopra la polvere di stelle, e mi ritrovo in Te, che unisci la mia anima con l´anima dei soli. Ecco l´attimo ardente. Quasi non vi sono più i misteri
e Tu mi confessi come ora da me sei dipeso -
così di nuovo asciugo la fronte nella polvere e lego corde di vimini
invano, perché chiami le mie mani in aiuto
ed ecco – attraverso l´oscurità
barcolli verso di me - Cristo. (...)
Perché te ne vai via dal mondo come una sorgente scorticata
Eppure la vita sa impastoiare il suo vortice,
eppure la vita ha avuto il suo abisso perfino per me
Chi ha accostato la vita una volta, la vita non gli si opporrà,
la vita è così debole e niente affatto ingorda. (...)
Perché non sei un condottiero? Perché fuggi?
L´alito sublime della tua bocca è stato asciugato dalla parata di questi petti, e tu fuggi -
sulle mie ferite ti insanguini le mani e i piedi,
mentre là il peso maggiore del cuore ha la parola odio
lo straccio dei monelli strappato alla Tua parola.
Quindi adesso la barriera del buio mi stacco da queste finestre,
da queste parole chiuse nella penombra, filtrate dalla scia della danza
- Condottiero, è che stanno abbattendo la bastiglia
e la folla getta sulla riva sempre nuovi profeti,
e hanno respinto le mie mani dai petti degli straccioni. (1944?)
© Archivio della Curia metropolitana di Cracovia