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 2011  gennaio 20 Giovedì calendario

UN MILIONE DI PIRATI AL GIORNO

La fruizione illecita dei film sottrae al settore dell’audiovisivo quasi 500 milioni di euro. È la stima contenuta nella seconda indagine conoscitiva della Ipsos, effettuata per conto della Fapav, la Federazione antipirateria audiovisiva.

Indagine presentata ieri alla Casa del Cinema, a Roma, assenti autori e attori del settore, «che, pure, perdono l’equo compenso che spetta loro a causa della pirateria» sottolinea Luciana Migliavacca, ad di Medusa Video.

La ricerca dell’Ipsos ha verificato, nel 2010 rispetto all’anno precedente, all’interno del campione di 2.017 individui dai 15 anni in su, tra gli italiani, un aumento del 5% – se qualcuno non ha preferito "negare" – tra gli italiani (il 37% del totale) che effettuano almeno una delle forme di pirateria individuate. Sono tre: quella fisica, quella digitale e quella "secondaria" o "indiretta", ovvero i Dvd ricevuti in regalo o in prestito oppure la visione di copie non ufficiali di un film a casa di amici o parenti (c’è chi sostiene che quest’ultima forma non può essere assimilata alla pirateria).

La pirateria diretta conta ben 255,8 milioni di "atti" tra acquisti, download, streaming, copie digitali e peer-to-peer: gli atti di pirateria digitale sono in crescita del 43% su base annua, la pirateria fisica del 24 per cento. Gli atti di pirateria "indiretta" crescono del 34% sul 2009: il totale degli atti di pirateria sale a 384 milioni in totale (+30 milioni). Si tratta dunque di oltre un milione di "furti" al giorno. I Dvd contraffatti si trovano soprattutto per strada, nel 58% dei casi, quelli acquistati da privati a casa di altri nel 47% dei casi o casa propria nel 26% (+12% in un anno).

Rispetto alla popolazione nazionale, tra chi compie atti di pirateria i maschi sono il 56% e le donne sono quindi il 44 per cento. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono il 24%, ma rappresentano il 14% della popolazione. Quelli tra i 25 e i 34 anni sono il 24%, contro il 18% all’interno del campione. Sopra i 45 anni, la percentuale dei "pirati" scende al di sotto della percentuale rappresentata dalla relativa fascia d’età sul totale della popolazione italiana. Nessuna sorpresa, se non una notevole percentuale, il 26% anche nella fascia tra i 35 e i 44 anni (sono il 22% della popolazione).

Nicolas Seydoux, presidente della Gaumont e dell’Associazione per la lotta alla pirateria, dopo un documentato intervento a favore della difesa della proprietà artistica, «parte di quella della proprietà intellettuale, che è la battaglia del futuro» e in difesa della legge Hadopi, ha rilevato come in Francia gli atti di pirateria siano effettuati in gran parte dai più giovani, rispetto all’Italia.

Oltre che un’età media abbastanza elevata, in Italia chi compie atti di visione illecita di film ha una scolarità più elevata della media, risiede maggiormente nel Centro Italia; vi sono molti più studenti e lavoratori a tempo pieno rispetto alla popolazione totale.

Nando Pagnoncelli spiega che i "pirati" sono, com’era prevedibile, anche più dotati tecnologicamente: il 76% ha l’accesso a Internet in casa, il 68% il tvcolor a schermo piatto contro il 58% del campione, l’80% il lettore di Dvd rispetto al 69% totale. L’intero mercato, insomma, perde oltre 103 milioni di atti di consumo legali, di cui quasi la metà dovuti alla pirateria digitale. Il noleggio di home-video è il più colpito da tali atti, perché ne subisce il 48% in sostituzione del consumo di materiale legale, mentre il cinema perde il 16 per cento. L’impatto finanziario totale per l’audiovisivo è pari a 496 milioni, di cui 116 causati dalla pirateria fisica, 249 da quella digitale e 132 milioni dalla pirateria "indiretta".

Si attendono ora le consultazioni sulla delibera del- l’Agcom che, una volta approvata in via definitiva, consentirà alla stessa Autorità, «senza cambiare leggi, perché ne abbiamo a sufficienza» sottolinea Stefano Mannoni, che ne è uno dei consiglieri, d’intervenire a livello amministrativo, dopo un breve contraddittorio, per eliminare dal Web quei materiali che i titolari della proprietà intellettuale denuncino come veicolati illegalmente senza averne i diritti.