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 2011  gennaio 20 Giovedì calendario

BAMBINE COME MODELLE SEXY. E VOGUE CAMBIA IL DIRETTORE

Tre bambine o poco più, Thylane, Tea e Prune, truccate, ingioiellate, issate su tacchi 12 e infine intrigantemente fotografate da Sharif Hamza per la sezione regali del numero di dicembre di Vogue Paris, ispirato dall’idolo dello stilismo internazionale Tom Ford. Sembrava un gioco o poco più, come quelli che le bambine a volte fanno davanti allo specchio infilandosi nei tacchi delle mamme. Ma non lo è stato: anzi è proprio quel gioco patinato — che forse nel suo modo glamour voleva denunciare come ormai l’età per certe cose nella società contemporanea si abbassa sempre più— che è costato il posto alla direttrice del mensile, Carine Roitfeld, giornalista glamour e molto avventurosa sul fronte dell’immagine: lo conferma il quotidiano El Mundo, dopo un mese di rumors che avevano giocato su molti retroscena. Per qualcuno era Carine a essere insofferente ai troppi vincoli del mercato e degli inserzionisti (per esempio non amava gli accessori, in primis le borse, e le pubblicava pochissimo, come aveva scritto il sito The Daily Beast), per altri il suo editore non sopportava più le sue troppe collaborazioni extra giornalistiche, i tanti suggerimenti agli stilisti, ultimi quelli a un popolare marchio italiano elargiti ispirandosi — a dire dei suoi accusatori— a un cappotto di Balenciaga. E invece, dopo aver indagato meglio nel mondo di investitori e azionisti, El Mundo svela il retroscena definitivo: è stato sì un fastidio e un diktat del mercato a mettere fuori combattimento la guerriera Carine, ma scatenato dallo scandalo per quelle fotografie che troppo osano, e che muovendosi sul confine fra gioco estetico e provocazione, «con pose forzate e atteggiamenti da donna adulta» rischiano di sconfinare nella pedofilia. Così, dopo la telefonata del potente Bernard Arnault, presidente del colosso del lusso Lvmh, che annunciava di togliere la pubblicità, il presidente della Condé Nast Francia Xavier Romatet, ha deciso di dare un segnale abbandonando la direttrice. Con l’uscita di scena di Carine Roitfeld finisce anche la rivalità storica fra lei e la direttrice di Vogue America Anna Wintour. Arrivata a Vogue Paris nel 2000, sull’onda del successo della collaborazione con Tom Ford a Gucci, Carine (classe 1954) ha subito rappresentato l’antitesi dello stile Wintour (classe 1949): quanto è algido, ingessato e in fondo morigerato lo stile di Anna, tanto il suo è arioso, multiforme, a tratti esagerato, quasi da rockstar, qualcosa a metà fra Madonna e Lady Gaga è stato detto. E difatti proprio in lei il gossip internazionale riconobbe la direttrice francese che nel film «Il diavolo veste Prada» attentava al lungo regno di Anna/Miranda, alias Meryl Streep. Gemelle diverse, molto diverse, due visioni del mondo («Non sono e non sarò mai una ragazza orientata al business» ripete Carine) sono dissonanti anche nel rapporto con la prole. Difficile quello di Anna Wintour verso Bee, bella ragazza che non ama la moda, guardata con amore-odio dalla temibile madre mentre dichiarava alla troupe del «September Issue» (documentario dedicato ad Anna e al suo giornale): «Non mi piace, capisco mia madre, ma non è il mio mondo» . Più affettuoso quello di Carine che abilmente ha introdotto entrambi i bellissimi figli, Vladimir (art dealer) e Julia (volto Lancome) nel rutilante mondo dell’immagine. Ma, proprio quando sembrava aver surclassato tutte con la festa per i 90 anni di Vogue Paris celebrata con sontuoso ballo in maschera degno di quello anni Sessanta di Truman Capote, Carine, talento per lo stile e la comunicazione, se ne va; al suo posto dal primo febbraio arriva Emmanuelle Alt, 44 anni, da dieci a Vogue Paris come responsabile moda, regina del genere rock-chic: il giubbotto in pelle nera di Balenciaga è un po’ la sua coperta di Linus.
Maria Luisa Agnese