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 2010  gennaio 17 Domenica calendario

Natascia, badante da sei anni in una famiglia di Corso Trieste a Roma incespica. Eloquio sciolto, accento duro

Natascia, badante da sei anni in una famiglia di Corso Trieste a Roma incespica. Eloquio sciolto, accento duro. Gesti rapidi. Cerca la sua Italia a tempo indeterminato in un call center. Perché è con un computer e una connessione a internet che ci si può prenotare per l’esame d’italiano, un test di lingua obbligatorio per gli stranieri che intendono richiedere il documento per permanenze lunghe, più di cinque anni, senza dover rinnovare il permesso di soggiorno ogni volta. In realtà cliccando su www.testitaliano.interno.it, passaggio necessario per inoltrare la pratica alle Prefetture, non compare nulla. «Mò, niet, no funziona, e poi a che serve? L’italiano lo so, ho casa, pagare affitto», srotola la donna in un mix severo romanesco-baltico. Il sito ha qualche problema, ma intanto la donna si prepara. Tra poco toccherà pure a lei a Roma, la sua notte prima degli esami. I dati del Viminale dicono che i più veloci sono stati gli albanesi, con circa una cinquantina di domande già a dicembre, a seguire marocchini, ucraini e moldavi. E oggi, secondo il decreto del 4 giugno 2010 firmato dai ministri degli Interni Roberto Maroni e dell’Istruzione Mariastella Gelmini, per gli extracomunitari sopra i 14 anni che vogliono mettere radici in Italia, sarà il primo giorno dei test. Si inizia a Firenze e Asti. Nel capoluogo toscano a cercare questa specie di anticamera per arrivare dopo 5 anni di legale residenza in Italia ad acquisire il sospirato status di cittadino saranno 170 candidati, una trentina sono attesi nella scuola media Beato Angelico, e poi a Borgo San Lorenzo. In Italia saranno 60.000-80.000 gli immigrati alle prese con scritto e orale subordinati a diversi requisiti, tra i quali un reddito minimo e un alloggio. Bisognerà rispondere a domande facili, tipo dove si abita, cosa si fa, o comprendere un dialogo registrato tra due persone. Dovranno poi scrivere una lettera o una mail alla famiglia di origine. I risultati saranno resi noti su internet, in caso di bocciatura si potrà riprovare, il tutto gratis. Sono esentati i migranti con diplomi di scuola secondaria, master o gravi handicap. «E’ un ulteriore vincolo burocratico e mancano i corsi», sostiene Augusto Venanzetti, coordinatore Rete scuole migranti. Secondo il Censis l’85% degli immigrati ha già una parlantina sufficiente. In Alto Adige è stato avviato un pre “esamino” ad hoc in tedesco. Difficile stabilire criteri di valutazione anche se superando l’esame, tornare nella clandestinità qualora si perdesse il lavoro è impossibile, quindi è un traguardo ambito. Alla Comunità di Sant’Egidio scorrono dubbi. «E’ un modo raffinato per escludere migliaia di stranieri, come le donne musulmane e chi lavora nei campi».