Ettore Bianchi, ItaliaOggi 19/1/2011, 19 gennaio 2011
UNA MEGABANCA CINESE IN EUROPA
Il colosso cinese del Credito Icbc (Industrial and Commercial Bank of China) si rafforza in Europa. E lo fa in grande stile, con l’apertura di sedi in cinque paesi: Italia, Francia, Olanda, Spagna e Belgio. Essi si aggiungono ai quattro nei quali è già presente: Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo e Russia.
Si tratta della prima banca mondiale per utili e capitalizzazione di borsa.
Nei primi nove mesi del 2010 i profitti sono ammontati a quasi 19 miliardi di dollari (14,2 mld euro). Icbc è leader incontrastato in Cina con 18 mila agenzie e 235 milioni di clienti, ma continua a svilupparsi in ambito internazionale. È presente nei cinque continenti, in 28 paesi, e conta circa 4.700 addetti all’estero. In borsa il suo valore è pari a oltre 210 miliardi di dollari (157 mld euro).
Icbc si presenta come una banca universale aperta a tutti, ma il suo primo obiettivo è costituito dalle imprese cinesi presenti in Europa e dalla comunità cinese che conta 2,5 milioni di persone. L’offerta va dalla consulenza nelle operazioni di fusione e acquisizione alla gestione privata, fino al finanziamento. Per il presidente dell’istituto, Jianqing Jiang, l’Europa, secondo partner commerciale di Pechino, è ricca di opportunità e Icbc ambisce a diventare un ponte tra i due continenti per le aziende.
Tra le realtà creditizie dell’Europa c’è molta attenzione per le mosse di questo gigante.
Anche perché non si tratta dell’unico caso. Bank of China è già presente in Belgio, Lussemburgo e Svizzera; nel 2009 il suo tentativo di entrare nel capitale di Lcf Rotschild in Francia è fallito. Dal canto suo, Icbc non esclude di estendere ulteriormente la sua presenza europea nei prossimi anni, anche se non è all’ordine del giorno alcuna acquisizione né accordo di partnership.
I vertici dell’istituto assicurano comunque che il loro obiettivo non è fare concorrenza diretta alle banche locali. Jiang ha spiegato che, anche se Icbc è molto grande, ha un’attività meno sofisticata e diversificata di quella di vari gruppi occidentali. Per capire quanto può essere importante la presenza in Europa di un colosso del credito cinese, basti pensare che si assiste a una rapida accelerazione degli investimenti. L’anno scorso, in ambito automobilistico, Geely ha acquistato la svedese Volvo. La holding Fusan ha rilevato il 7,1% del capitale di Club Med. Ancora, alcune industrie del latte cinesi si sono candidate per conquistare la francese Yoplait.
Insomma, è tutto un fervore di iniziative economiche, che vanno di pari passo con l’acquisizione di quote del debito pubblico di alcuni paesi europei in difficoltà. A cominciare dalla Grecia e dalla Spagna. Pechino comincia a far sentire il suo peso e, forte di una congiuntura favorevole, si assicura un posto di riguardo al di fuori dell’area asiatica.