Matteo Orsucci, Libero 20/1/2011, 20 gennaio 2011
AMORE E CAVALLI, COSÌ VECCHIONI CURA IL MALE DI VIVERE
«Terrò una mano in tasca stringendo un cavallino: sa, è il mio portafortuna... Poi mi ripeterò ‘Tu sei il più forte di tutti!’ come fosse un mantra». Roberto Vecchioni torna a Sanremo dopo 38 anni, categoria “Artisti”, e si esibirà all’Ariston con “Chiamami ancora amore”, una canzone che, promette lui, «sarà un colpo allo stomaco». Il motivo? «È un crescendo di domande che hanno sul finale una risposta comune. Esse si riferiscono alle tragedie, al perché il
mondo spesso fa così schifo: il barcone coi bimbi extracomunitari che affonda, gli studenti che protestano pacificamente, mica i violenti che spaccano le città... Non possiamo essere indifferenti, si partecipa al mondo che ci circonda anche se ci delude ma non possiamo perdere la speranza. L’amore è l’antidoto, sapere che si ama e si è amati ci dà la forza». Professore, perché Sanremo oggi? «Per interessare una maggior fetta di pubblico. Il genere nazionalpopolare non è da denigrare e Sanremo è un palco dal quale anche noi
cantautori magari erroneamente considerati troppo d’élite possiamo rivolgerci al grande pubblico dimostrando di non essere così ‘difficili’. Senza dimenticare i ragazzi».
Dica la verità, un po’ ha paura?
«Ma in realtà non sono abituato alle competizioni. L’atmosfera di Sanremo mica è semplice... Pure i più navigati quando sono sul palco hanno una fifa blu».
Al Festival grazie a Morandi...
«Vero. Ha iniziato a tempestarmi di messaggi e chiamate la scorsa estate. Alla fine ho detto: sì. Poi
chiaro, uno a Sanremo alla mia età ci va per vincere, non le pare?». Dal Tenco, festival per gente “rovinata dalle buone letture”, al nazionalpopolare. Non sarà per caso un salto eccessivo?
«Macché... Le rispondo con Manzoni: ‘In chiesa coi santi, in taverna coi bricconi’ ahahah». Un cavallino come amuleto. Usa molto i cavalli nelle sue canzoni: “Il capolavoro”, “Samarcanda”, “Horses”, “Morgana”... Perché? «Cari ricordi di bambino. Mio padre possedeva dei cavalli al trotto e andavo con lui a vederli nelle fattorie e osservavo la loro armonia... Armonia e forza sono due delle caratteristiche che dovremmo prendere da loro. I cavalli fanno la felicità. Un puledro c’è pure nel mio nuovo album che uscirà dopo Sanremo e si chiama proprio ‘Chiamami ancora amore’». Come vive oggi con Dio?
«Vivo benissimo, la bellezza della gente, le carezze, i baci, a cui prima non davo importanza adesso ne hanno eccome. Posso permettermi di non pensare a Lui, ma so che Dio non mi impone nulla. La fede è libertà».