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 2011  gennaio 20 Giovedì calendario

UNA DONNA SU DUE NON HA LAVORO E NON LO CERCA

L’Istat prende le misure dell’Italia e il risultato è disastroso. Secondo il report “Noi Italia” una donna su due nel nostro Paese non ha lavoro e neppure lo cerca. Una percentuale di inattività femminile 48,9% ritenuta allarmante visto che è la più alta nell’Europa a ventisette paesi. Peggio di noi, solo Malta.
Una condizione frutto di «una situazione economica che è stata particolarmente difficile per l’Italia che ha portato il mercato del lavoro a
Scelta obbligata
una perdita secca di occupazione soprattutto giovanile», dichiara il presidente dell’Istat Enrico Giovannini. «Abbiamo famiglie che sono riuscite a fare da ammortizzatore sociale in qualche modo a questa situazione, ma per quanto ce la faranno?».
Difficile in ogni caso interpretare il dato sulle casalinghe italiane: necessità o scelta di vita? La consapevole assunzione a un ritorno alla tradizione, con la donna regina della casa; oppure la conseguenza di un’attenta analisi dei costi e delle spese, per cui
forse conviene risparmiare su cameriera e baby sitter e indossare il grembiule.
E se le mamme piangono i figli non ridono. Dall’analisi di “Noi Italia”, emerge che un giovane su cinque non studia e non cerca un posto di lavoro; oltre che solo il 57,5% della popolazione tra i 15 e i 64 anni è occupato. Per di più, nel Sud «la quota di unità di lavoro irregolari è pari all’11,9%. Ciò significa che «nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque e nell’agricoltura circa uno su quattro». Dato che conferma l’andamento negativo del 2007 «in lieve calo rispetto al biennio 2005-2006». Per l’Istat la regione con la percentuale più alta di lavoro sommerso è la Calabria (26,6%), mentre quella più “virtuosa” è l’Emilia Romagna (8,5%). C’è poi il dato sulla disoccupazione di
lunga durata (quella cioè che dura da oltre dodici mesi) che coinvolge il 44,4% dei disoccupati italiani.
L’esercito di inoccuppati, «non più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un’attività lavorativa è composto da poco più di due milioni di persone, il 21,2% tra i 15-29 anni (anno 2009), la quota più elevata a livello europeo».
A questo si aggiungono due ulteriori dati poco edificanti: meno del 47% della popolazione legge almeno un libro all’anno nel tempo libero e
«poco più di un italiano su due (55%) legge un quotidiano almeno una volta a settimana». Inoltre, poco più di uno su cinque utilizza Internet per leggere on-line o scaricare dalla rete giornali, news o riviste.
Ma nel quadro drammatico fotografato dall’Istat c’è posto anche per una buona notizia: omicidi, furti e rapine calano in blocco. In particolare con 1,10 omicidi ogni 100 mila abitanti l’Italia scende sotto la media dei paesi Ue e registra un ulteriore calo dal 1991 (erano 3,38).