Matteo Mion, 19/1/2011, 19 gennaio 2011
La Malasanità È Europea: 4 Milioni Di Infezioni E 37mila Morti In Corsia La malasanità nazionale è una bottega degli orrori
La Malasanità È Europea: 4 Milioni Di Infezioni E 37mila Morti In Corsia La malasanità nazionale è una bottega degli orrori. A Vibo Valentia che gli infermieri rubano i denti ai cadaveri: roba da pelle d’oca. Una volta, poco prima che al de cuius incustodito si spalancassero le porte dell’oltretomba, venivano ahimè sottratti oro ed oggetti di valore. Poi è arrivata la moda del commercio di organi, ora molari e canini: allo schifo non c’è mai fine e chissà a cosa ci toccherà ancora assistere. In Italia è tuttavia passata sotto silenzio dei media la denuncia-allarme lanciata dal commissario europeo alla salute Jhon Dalli dalle colonne del quotidiano tedesco Welt: “ogni anno in Europa si contano 4,1 milioni per infezioni ospedaliere e 37.000 decessi”. Ci stracciamo le vesti per qualche morte da febbre suina, ma facciamo spallucce a un dato così sconvolgente fornito non da qualche sedicente osservatorio al soldo di qualcuno, ma dal ministro europeo competente. La cronaca nazionale è annientata dalle inchieste di Ilda la rossa sulle cosce di Ruby e le chiappe di Lele Mora: non possiamo certo pretendere che si discuta di cose serie. Le infezioni ospedaliere da Staphilococcus aureus (batterio ospedaliero) non assorbono certo la casistica della malpratice medica, ma ne costituiscono forse la categoria più facilmente eliminabile con maggior igiene e pulizia. Sicuramente l’intervista di Dalli è rimbalzata sulle scrivanie degli amministratori delegati delle compagnie assicurative a cui tocca l’arduo compito di far quadrare i bilanci, evitando che il rapporto premi-sinistri degeneri eccessivamente verso gli ultimi. Personalmente non maneggio con destrezza numeri, pil e assimilati, ma facendo il conto della serva, solo relativamente alla voce decessi, parliamo di una cifra pari a 11.100.000.000 (undici miliardi euro) e, per dare le proporzioni, a Mirafiori ci si azzuffa per un solo, e manco certo, miliardo. La malasanità fa notizia solo quando si tratta di raccontarne i particolari pruriginosi o finanche disgustosi. La statistica da mandare a ramengo il bilancio di una multinazionale viene nascosta rapidamente sotto il tappeto della Provvidenza: qualche santo provvederà diceva sempre mio padre. Poi esauriti santi e macumbe Tremonti qualche tempo addietro ha decretato l’impignorabilità delle Aziende ospedaliere: casse vuote, rien ne va plus. La magistratura, che dovrebbe vigilare con rigore su problematiche così complesse, ha una posizione evidente: meglio che le procure s’impegnino a frugare tra gli slip di avvenenti fanciulle piuttosto che arrovellarsi tra pulciose cartelle cliniche. Vuoi mettere uno staphylococcus aureus con una velina? Il titolo del tg non lo si nega né al germe, né alla show girl. Poi però i batteri annoiano i nostri procuratori e, che ci scappi o meno il morto, il faldone si archivia. Non un cent vada speso per sanzionare i responsabili dei settemila connazionali annui deceduti per infezioni ospedaliere. I denari pubblici hanno finalità etiche e vanno investiti costi quel che costi nell’auscultazione delle prolusioni sessuali di miss Minetti. Anche Ilda ha imparato da Silvio: diffondiamo ottimismo. I connazionali frustrati dalla crisi saranno grati alla procura meneghina: meglio sesso, lazzi e giarrettiere che temi barbosi come la malasanità. I media si dedicheranno più volentieri ai presunti coiti di Silvio che alle migliaia di morti intra-moenia. Più inebriante. L’Ue e i soliti crucchi seri perdono tempo a lanciare allarmi per queste quisquilie, mentre noi italiani siamo in tutt’altro affaccendati: che sfrontatezza. Qualcuno ha avvisato il commissario Jhon Dalli, che ce la smena con la tutela dei diritti del malato, che l’unico diritto di ogni italiano è quello di vedere il Cavaliere crocefisso inchiodato dalle mani di Santa Ilda . Il resto non solletica la nostra magistratura, crepino pure in pace. Amen.