GLAUCO MAGGI, La Stampa 20/1/2011, pagina 29, 20 gennaio 2011
“Usa troppo poco competitivi” - Come rimettere l’America, finita dietro a Cina e Germania, sui binari della competitività internazionale? La ricetta del maggiore sindacato americano, Afl-Cio, è racchiusa nell’intervento che il suo presidente Richard Trumka ha tenuto ieri al National Press Club di Washington, con l’obiettivo di influenzare il solenne discorso sullo stato dell’Unione che Obama farà al Congresso e al Paese il 27 gennaio
“Usa troppo poco competitivi” - Come rimettere l’America, finita dietro a Cina e Germania, sui binari della competitività internazionale? La ricetta del maggiore sindacato americano, Afl-Cio, è racchiusa nell’intervento che il suo presidente Richard Trumka ha tenuto ieri al National Press Club di Washington, con l’obiettivo di influenzare il solenne discorso sullo stato dell’Unione che Obama farà al Congresso e al Paese il 27 gennaio. Fautore di un intervento pubblico massiccio nell’economia, il leader del sindacato Usa ha preso di petto il nuovo trend di Washington: «Troppi dei nostri politici stanno facendo l’opposto di ciò che funziona: distruggendo le nostre istituzioni pubbliche, piegando i diritti dei lavoratori e i livelli di vita, e trascurando di investire nella formazione», ha attaccato, fornendo poi una lettura molto critica del recente voto di medio termine. «Le elezioni di novembre hanno sprigionato uno sforzo coordinato per sbarrare il passo alla classe media con un attacco ai diritti dei lavoratori», ha continuato, ma con una precisazione importante sulla natura delle relazioni tra management e maestranze sui posti di lavoro. «Quando parlo di un attacco ai diritti dei lavoratori non mi riferisco alle richieste di concessioni che i datori di lavoro fanno nei momenti duri. Avvedute o meno, queste richieste sono una parte normale della trattativa collettiva. Parlo delle campagne miranti a privare tutti i dipendenti pubblici del diritto umano di base di formare forti sindacati che trattino per migliori condizioni di vita». Sono sforzi finanziati da Rupert Murduch con la sua tv Fox e dalla Goldman Sachs, ha attaccato Trumka, nelle stesse ore in cui Lloyd Blankfein, il capo della banca Usa più chiacchierata era alla Casa Bianca, invitato da Obama ai colloqui con il premier cinese. «Siamo arrivati alla fine di un decennio perduto, con i nostri standard di vita in declino, con la nostra ricchezza diminuita, milioni di persone che hanno perso la casa, i giovani che non possono trovare lavoro», ha proseguito il leader sindacale. «Ciò che dev’essere chiarissimo ora», ha aggiunto, «è che gli Stati Uniti stanno perdendo posizioni nella economia globale; ma non perché ci manchino le capacità professionali, le risorse, la determinazione o lo spirito imprenditoriale. No, noi stiamo finendo dietro perché ci facciamo governare dalla paura, non dalla fiducia». Per Trumka «l’America non può permettersi di perdere altri dieci anni, la Cina e la Germania non li stanno perdendo». Questi due Paesi sono prosperi perché hanno agito decisamente sui posti di lavoro e sugli investimenti pubblici, ha spiegato Trumka: «la Germania, con il suo forte sindacato, un robusto settore pubblico, buoni stipendi e una forte protezione sociale ha un tasso di disoccupazione che è metà del nostro». L’America ha mancato di investire nel percorso di crescita fatto con buone paghe, «che è essenziale per la nostra sopravvivenza», ha aggiunto il numero uno delle Union Usa. «Noi siamo un grande Paese, non una realtà di nicchia. Viviamo in un mondo in cui ci sono due tipi di grandi Paesi di successo: grandi, poveri Paesi con bassi stipendi che si organizzano per fare esportazioni a basso costo, come la Cina e l’India; e grandi Paesi sviluppati con una forza lavoro altamente specializzata, che investono nelle proprie infrastrutture e nelle proprie persone, che proteggono i diritti della gente sul lavoro e con forti protezioni sociali, come la Germania e il Giappone». Nell’analisi il sindacalista ha anche inserito il Brasile, Paese «che ha combinato il meglio delle due categorie e ha goduto di una crescita fenomenale sotto la leadership del mio amico e fratello presidente Lula, che ha appena terminato il suo mandato», ha detto Trumka rendendo omaggio all’ex collega sindacalista.