Andrea Secchi, ItaliaOggi 20/1/2011, 20 gennaio 2011
GOOGLE, 40 MLN ALL’ANNO DAGLI EDITORI
IL 15% DEI RICAVI ITALIANI GRAZIE AI CONTENUTI DEI GIORNALI -
Grazie alla presenza dei contenuti degli editori italiani nelle sue pagine di ricerca Google ottiene il 15% del fatturato generato nella Penisola. Una fetta non enorme, ma nemmeno trascurabile se si pensa che la pubblicità online è in continua crescita. La stima è stata fatta da Nielsen su richiesta della Fieg, la Federazione italiana editori di giornali, e presentata da quest’ultima nelle audizioni che l’Antitrust ha tenuto durante l’inchiesta per abuso di posizione dominante sul motore (archiviata grazie agli impegni presentati da Google).
In termini assoluti (Nielsen ha fornito soltanto una stima sulla percentuale) si parla di 37/47 milioni di euro, anche se, è bene sottolinearlo, Mountain View non comunica il fatturato, e quindi anche questa è una stima.
La fetta è comunque quella su cui gli editori recriminano la loro parte, forti anche del parere inviato dall’Antitrust alle istituzioni italiane, in cui si chiede una revisione del diritto d’autore che tenga conto dei diversi attori operanti sul web che modo o nell’altro traggono profitto da contenuti altrui.
I calcoli non sono facili perché i ricavi da search advertising sono in capo alla società Google Ireland, e non passano, per motivi fiscali su Google Italia. Quindi, a oggi, non si conosce il vero fatturato italiano di Google. Fcp-Assointernet, la fonte ufficiale del mercato pubblicitario italiano per l’online, con proprie stime, aveva calcolato in 318 milioni di euro il search advertising nel 2009, in crescita dell’11% sul 2008.
L’anno scorso si è fermata a metà anno perché Google (che comunque non aveva mai collaborato) ha chiesto che fossero bloccati i dati sul search perché non veritieri. Per quanto stime, però, quei 318 milioni del 2009 non sembrano essere molto distanti dalla realtà e a Google ne appartiene oltre il 90%: 250/300 milioni in crescita di almeno il 10% all’anno.
Dal canto suo, Nielsen ha calcolato per la Fieg che nei risultati del motore (non in Google News), i contenuti degli editori spesso appaiono nelle prime posizioni e risultano attraenti per gli utenti, per ciò parte dei ricavi pubblicitari si possono ricondurre alla loro presenza.
La Fieg, però, va ormai oltre Google. Il presidente dell’associazione, Carlo Malinconico, spiega a ItaliaOggi che dopo questo primo passo dell’Antitrust gli editori si concentreranno su una proposta normativa che metta insieme le ragioni dei motori di ricerca, o comunque di chi usa i contenuti sul web (per esempio le rassegne stampa), e quelle degli editori. «Vogliamo raggiungere un punto equilibrato per tutti, capire come costruire negoziazioni efficaci, magari affidandoci anche a un’autorità che eviti situazioni di resistenza passiva», dice Malinconico. «Le risorse che potremmo ottenere sarebbero importanti per finanziare l’innovazione degli editori».
Già la scorsa estate la Fieg aveva consegnato al sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti una proposta normativa che parlava proprio di negoziazione fra produttori di contenuti e chi li utilizza online per trarne profitto e già allora si pensava a una distribuzione dei proventi fra gli editori sul modello della Siae. «Però ora approfondiremo ulteriormente», dice Malinconico, «anche grazie alla consultazione proprio sul diritto d’autore online aperta dall’Agcom a cui per altro parteciperanno tutti gli attori interessati, e questo sarà molto importante».