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 2010  dicembre 17 Venerdì calendario

ORA SPUNTA PURE ROBERTA


Tra depistaggi e invenzioni, la storia della fidanzata del premier è la vicenda più grottesca partorita dal Rubygate atto secondo. Per il ruolo di «compagna stabile» adesso il nome più gettonato è quello di una sconosciuta stellina già aspirante miss Italia: Roberta Bonasia.
Classe 1984, piemontese e infermiera, il nome di Bonasia emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta milanese. Al telefono, l’impresario Lele Mora e il giornalista Emilio Fede, presunti procacciatori di escort per il Sultano. Dice Mora a Fede: «Roberta Bonasia ha preso possesso di tutto. Pretende tutto. Lui è preso...». Il Cavaliere innamorato. È lei dunque la preferita o la prescelta dell’harem? Il papà della ragazza smentisce con ironia: «Magari». La stessa linea già adottata da altre candidate al ruolo, i cui nomi sono circolati in questi due giorni. Tipo la napoletana Francesca Pascale: «Io la prescelta del nostro grande e bellissimo Cavaliere? Magari».
Sulla questione si è espressa persino l’attrice Sabina Began, l’Ape Regina della residenza romana di Berlusconi. Sempre restìa a parlare coi giornalisti, stavolta Began ha rilasciato un’intervista a SkyTg24, segno che nel pink-tank del premier è scattato l’allarme rosso. Interpellata sulla lista del toto-fidanzata (una farsa nella farsa), da Pascale a Nicole Minetti, da Cristina Ravot a Graziana Capone, per finire a Federica Gagliardi, l’Ape Regina dice: «Non posso giudicare nessuna di queste persone ma penso che la cosiddetta dama bianca non si trovi in quella lista. Sarà il premier a decidere chi sarà la sua preferita o chi è in questo momento la sua preferita. Io per lui provo un grande amore che posso definire platonico. Mi chiamano Ape Regina perché dicevano che ero la preferita del presidente, ma io non so se lo sono. Ho fatto il tatuaggio con le lettere S.B. perché il presidente è la cosa più bella che ho incontrato nella mia vita e quando guarderò il mio piede mi ricorderò del presidente». Began parla anche del Bunga Bunga in modo sibillino («un codice segreto») e poi la butta in caciara come si dice a Roma: «Il presidente è una persona molto speciale che ama essere accompagnata da diverse persone giovani, anche maschi gay. Lui ama tutto. Lui adora i gay, dice hanno una marcia in più. L’ho visto spesso in compagnia dei miei amici gay con cui parla prendendoli per la mano e quando succede loro si emozionano. È una cosa affettuosa e bella che lui sa fare».
Innamorato e platonico, amante dei gay in modo sano: appare chiaro che dall’inner circle del Sultano è partito l’ordine di assecondare ed enfatizzare l’estrema e disperata mossa del Drago malato di satiriasi al centro del suo videomessaggio di domenica scorsa. Cioè arginare le rivelazioni provenienti dal suo esteso harem con la storiella di una relazione stabile. Anche a costo di imbarazzanti gaffe che ammettono implicitamente l’esistenza di un suk a luci rosse: altrimenti come intendere le definizioni usate da Pascale («prescelta») e Began («preferita»)? E dire, poi, che nel giugno di un anno fa, a Sofia, il premier così si rivolse a una procace ballerina: «Signorina non si deve preoccupare, sono di nuovo single». Ancora, stavolta al premier bulgaro: «Sai Boris, ho la fila di donne che mi vogliono sposare e si capisce: ho la grana, non sono scemo e sono ancora giovane. Ma non mi arrendo». Invece, sì. La “resa” è arrivata per trovare un’esile strategia difensiva sulle notti del Bunga Bunga. Rispetto ai sexgate di Noemi Letizia e Patrizia D’Addario, è questo il vero salto di qualità nell’exit strategy del pink-tank di Palazzo Grazioli chiamato da tempo a tamponare gli scandali sessuali: dotare il Sultano di una fidanzata ufficiale. E così è subito cominciato il balletto di smentite condito da misteri. Come dimostrano le dichiarazioni della stessa Minetti, «non sono io ma so chi è», e dell’onnipresente Daniela Santanché: «Sì, è vero, ma non rivelerò mai il nome». Fino ad arrivare all’immaginifico Carlo Rossella, oggi presidente di Medusa, che si è soffermato sulle speranze dell’amico Silvio di trovare «il grande amore».
Per alcune fonti informate, la fortunata, o prescelta, o preferita, non sarebbe la mancata miss Italia Bonasia. Ma una quarantenne, se non un’affascinante cinquantenne. In questo senso va letta la smentita di Mora: «Sulla Bonasia si sta prendendo un abbaglio. Immagino che il premier nei prossimi giorni rilascerà un’intervista esclusiva in cui chiarirà chi è la sua fidanzata, che non è la persona su cui i giornalisti si stanno orientando». Qui si ritorna alla strategia messa in campo dall’inventore del pink-tank, Alfonso Signorini, ben prima della riemersione del Rubygate: far circolare l’indiscrezione su una fidanzata del premier per pianificare in chiave nazionalpopolare un’eventuale campagna elettorale anticipata. La prima voce imbeccata ad amici e confidenti ciarlieri è stata quella di una quarantenne con idee di sinistra. Il massimo del politicamente e banalmente corretto, secondo l’inclusivo metodo Signorini: un premier amato dal popolo di destra ma che sceglie al suo fianco una donna con idee diverse (il modello dell’ultima Veronica laica e veltroniana). Non a caso, il percorso dell’indiscrezione è stato parallelo alla festa di Natale propalata dal settimanale Chi di Signorini: Silvio che domina una tavolata con figli, nipotini e parenti con quattro maggiordomi a servire. Un’immagine tra il sublime e il trash (contrapposta alle vacanze esclusive di Fini e Casini alle Maldive) in cui spicca un posto vuoto: la presunta fidanzata esclusa dalla foto? Una strategia culminata nel titolo di Libero di qualche giorno fa: «Silvio fidanzati». Il pink-tank non disdegna il ruolo di wedding planner.
Adesso, però, il compito si è fatto più difficile e delicato. Non più per una campagna elettorale in discesa, ma per depistare sul Rubygate. Chissà, forse l’identità della presunta fidanzata sarà lo scoop del numero di Chi domani in edicola. Per i dipietristi si tratta comunque di una storia inventata in modo evidente. Il falco berlusconiano Giorgio Stracquadanio ribatte «che se davvero fosse finta allora sì che questa donna potrebbe tenere sotto ricatto il premier». Una storia, inoltre, rimasta sinora segreta anche per lo svolgimento della causa di separazione. Senza dimenticare che la scelta di una nuova compagna potrebbe anche avere un risvolto politico in vista della successione sull’esempio della coppia argentina dei Kirchner. Su questo fronte le voci corrono all’impazzata da giorni, con altri nomi noti e clamorosi. In fondo, ma molto in fondo, il Drago è pur sempre il capo del partito dell’amore.