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 2011  gennaio 18 Martedì calendario

Quella notte di vent’anni fa in cui Mediaset ha avuto Fede - Non lo diremo a quanti anni è rinato quella notte, perchè detesta di­re quanti anni ha questa notte

Quella notte di vent’anni fa in cui Mediaset ha avuto Fede - Non lo diremo a quanti anni è rinato quella notte, perchè detesta di­re quanti anni ha questa notte. Que­sta notte che festeggia (malgrado tut­to il resto, con i suoi inviati di allora, con il presidente Fedele Confalonieri, con i vertici dell’azienda) i vent’anni battezzati dalla sua informazione:l’in­formazione Mediaset tutta. Non dicia­mo quanti anni aveva allora, però di­ciamo che quella notte, Emilio Fede, era già alla terza o quarta vita. Dopo la Rai, dopo «sciupone l’africano», do­po il Psdi, dopo la bistecca anabolizza­ta, dopo l’invenzione di Test che fece un gran rumore, dopo l’abbandono della Rai,dopo l’incontro col Cavalie­re. Mentre «fuggiva» dalla propria vi­ta, inciampò nella sua. E sposò così be­ne la filosofia berlusconiana che scel­se perfino Milano 2 per viverci. Mila­no 2 che più che una sistemazione fat­ta di appartamenti tranquilli e giardi­netti ben curati, era l’affermazione del«Silvio-mondo»,era tutto un mon­do, in quegli anni, sul quale la Storia chiese di scegliere se salire o meno. Fe­de salì. Optando per quello che allora contribuì a rendere Berlusconi, Berlu­sconi. Quello che segnava il suo con­cetto di «benessere per tutti»,quel mi­cromondo fatto di comodità moder­ne. Il fatto che Fede, quella notte tra i 16 e il 17 gennaio del 1991, si trovasse a casa sua e che casa sua fosse a Mila­no 2, è fondamentale rispetto a quan­to accadde. Fede si trovava a pochi metri dalla redazione del Tg4. E quan­do scoppiò la guerra del Golfo, il fiuto, unito a una scelta ben più fondante, fecero sì che il direttore segnasse un’epoca. Si catapultò in redazione senza neppure cambiarsi d’abito e ac­cese per primo le telecamere sul cielo infuocato di Bagdad. Però se sotto a quelle immagini, ci fossero stati i com­menti di chiunque altro, le cose non sarebbero andate così. Invece c’era­no le «didascalie» di Fede... Fu la pro­va di uno di razza, quella. Indipenden­temente da tutto il resto. E da Fede, e da quella notte, scaturirono poi un sacco di altre cose. Arrivarono: il pri­mo tg senza politica di Enrico Menta­na ( con il sarcarstico Avanzi che veni­va sbugiardato sulla terza rete perché si aspettava un notiziario pieno di co­se da reclamizzare), il primo faccia a faccia dell’era moderna,sul quale nes­suno poteva avere nulla da dire, tra Achille Occhetto e Silvio Berlusconi. E poi,alla rinfusa:l’approfondimento Terra , gli Studio Aperto di Paolo Liguo­ri e poi di Mario Giordano e Claudio Brachino, e oggi di Giovanni Toti... perfino il Moby Dick di Michele Santo­ro, e i Verissimo di Cristina Parodi, di Paola Perego e di Silvia Toffanin con i «pomeriggi light» senza morti am­mazzati, e lo sport, e i Matrix dei Men­tana e dei Vinci e i Quartogrado dei Sottile... e chissà cos’altro ancora. Ma se Fede non avessse scelto il «Silvio­mondo », quella notte non ci sarebbe mai stata. Glielo hanno ricordato ieri, Confalonieri e gli altri: Crippa, De Lo­gu... Regalandogli un orologio d’oro (che è il miglior simbolo fra due che «si amano»), ricordando le «forze del male» contro le quali hanno dovuto combattere dal ’94 ad oggi,sdramma­tizzando la bufera che si abbatteva fuori dalla festicciola tra intercettazio­ni e toto-fidanzate del premier. Ci ha pensato Confalonieri, che è un uomo in grado di pulire tutto ciò che tocca. «La fidanzata di Silvio? Risponderò co­me Boldi: “Se lo sapessi, lo dissi”...».