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 2011  gennaio 18 Martedì calendario

Quando il cane in autobus ha la precedenza sul gatto - Il regolamento della società che gestisce il tra­sporto pubblico a Milano è chiaro: se un cane e un gatto litigano su un tram o sulla metro, è il proprietario del felino a dover scendere

Quando il cane in autobus ha la precedenza sul gatto - Il regolamento della società che gestisce il tra­sporto pubblico a Milano è chiaro: se un cane e un gatto litigano su un tram o sulla metro, è il proprietario del felino a dover scendere. Una discriminazione che fa discutere i «fan» dei due animali più amati dall’uomo. Questa notizia arriva da Plymouth, Devonshire, In­ghilterra. Ogni giorno il mio collega Casper, gatto bianco e nero di 12 anni, sale sull’au­tobus numero 3 che alle 10,55 di ogni mattina ferma davanti a casa sua. Rimane a bordo per tutti i 18 chilome­tri del percorso prima che l’autobus ripassi davanti a casa sua un’ora dopo. Sono almeno tre anni che Casper si fa questo viaggetto e or­mai i conducenti della com­pagnia di trasporti «First Bus» lo conoscono, gli dico­no «Hi Casper» e lo tengono d’occhio, casomai si scordas­se di scendere alla fermata giusta. Ma è improbabile che Ca­sper si sbagli. Noi gatti abbia­mo una memoria portento­sa. Quindi ogni mattina a mezzogiorno il conducente gli dice «Bye Bye Caspy» e aspetta che scenda con gli al­tri viaggiatori. Ora io, gatto milanese, di fronte a notizie di questo genere mi lecco ir­ritato la coda. A me su un mezzo dell’Atm, azienda dei trasporti milanesi, non mi ci farebbero mai salire, così, da solo. Nemmeno sul «Nuo­vo Sirietto » che è modernissi­mo ma strettino e quando ci salgono le mamme sudame­ricane con i passeggini dei pargoli grandi come portae­rei, bloccano tutta la vettura. Ha voglia il conducente a di­re «Guardi signora che per salire deve chiudere il pas­seggino », loro niente. Io invece, gatto di modesta corporatura, posso salire sul tram o sull’autobus solo se il mio padrone mi schiaffa in una striminzita gabbietta di 50 centimetri per 30. Il mio padrone è obbligato a paga­re il biglietto anche per me ma questo non mi garanti­sce il diritto a viaggiare in santa pace. Se infatti sale sul tram un altro padrone con il cane, io in teoria dovrei smammare. O per lo meno: devo farlo se il cane non sop­po­rta la mia presenza e inco­mincia a ringhiare e abbaia­re. Allora non ci sono santi: secondo il regolamento dell’ Atm io e il mio padrone dob­biamo «occupare un altro posto, cambiare vettura o al limite abbandonare il mez­zo o la stazione». Il cane invece rimane a bor­do, anche se è un botolo rin­ghioso e insolente. Questa è discriminazione bella e buo­na, anzi razzismo animale. Un cosa incivile che ricorda i tempi bui in cui in negli Stati Uniti, se un bianco saliva sull’autobus, il negro dove­va cedergli il posto. Finché un giorno una donna di colo­re, stanca morta,si rifiutò di alzarsi e la cosa finì. Era ora. Ed è ora di far cessare certe discriminazioni anche in Ita­lia. Lei che ne dice, ministro Brambilla? Pensi che un pas­s­eggero può salire su un mez­zo dell’Atm portandosi gra­tuitamente in spalla il fucile da caccia e io invece pago e non sono nemmeno garanti­to. Che cosa dice? Che il fuci­le deve essere scarico? Ah, be’,meno male.Però non mi sembra carino nei nostri con­fronti viaggiare esibendo un fucile da caccia. Comunque l’Atm sugli ani­mali è molto precisa. Con­sent­e infatti che viaggino gra­tuitamente sui mezzi pubbli­ci pulcini e pesci (accompa­gnati suppongo) ma in nu­mero non superiore a due. Che non venisse mai in men­te a qualche originale di viag­giare sull’autobus con un pollaio o con un acquario! Comunque, se il cane rin­ghia alla vista del pulcino, chi deve scendere? Il cane o il pulcino? Questo il regola­mento dell’Atm non lo speci­fica. Si preoccupa solo che noi gatti non diamo fastidio ai cani. Noi siamo animali di seconda categoria. Questo è ingiusto, discriminatorio e perfino anticostituzionale. Ministro Brambilla, aspetto il suo parere.