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 2011  gennaio 19 Mercoledì calendario

SE LA GERMANIA NON VUOL SAPERE NIENTE DELLE SS

Basteranno i pennarelli neri a salvare la Repubblica federale tedesca? Alla Cancelleria di Frau Merkel sembrano convinti di sì, visto che li usano con grande generosità. I funzionari tracciano grosse righe scure, nascondono tutto quello che possono, e si esibiscono in un altrettanto abile uso delle forbici. È una guerra di censura che va avanti ormai da parecchi mesi, da quando alcuni giornalisti hanno deciso di sferrare l’attacco a uno degli archivi più imbarazzanti di Germania, quello del Bundesnachrichtendienst (Bnd), il servizio segreto tedesco.

I dossier contesi sono di più di cinquant’anni fa dovrebbe ormai far parte della storia. E appunto questo è il problema: la storia di cui si parla è quella dell’immediato dopoguerra, e le notizie riguardano le connivenze con i nazisti, o addirittura il ruolo che ex-Ss ebbero nella rinata intelligence tedesca tra il 1945 e i primi anni 60.

Davanti al supremo tribunale amministrativo di Lipsia sono in corso una serie di processi per sbloccare gli archivi del Bnd. Il governo si oppone o fa ostruzionismo, sostenendo che la rivelazione di simili materiali potrebbe danneggiare gli interessi nazionali o creare tensioni con paesi terzi. E quando la corte ha stabilito - in una prima sentenza dell’anno scorso - che il rifiuto in blocco era illegittimo, la Cancelleria ha reagito con astuzia. I giornalisti hanno potuto vedere alcuni fascicoli, in cui mancavano però migliaia di pagine e le restanti erano coperte di segnacci scuri.

Recentemente la vicenda si è fatta ancora più appassionante. Nelle ultime settimane è infatti entrato in campo, accanto ai free-lance, un peso massimo come il gruppo editoriale Axel-Springer. Nientemeno che la Bild Zeitung ha mosso i suoi avvocati ed è riuscita così a pubblicare, agli inizi di gennaio 2011, uno stralcio del dossier, ancora secretato, che riguarda il criminale di guerra Adolf Eichmann. È una notizia di poche righe, ma che è subito rimbalzata in tutto il mondo. Già nel 1952, un informatore aveva segnalato al Bnd che «Eichmann non si trova in Egitto, ma in Argentina, sotto il nome di Clemens. Il suo indirizzo è noto al caporedattore argentino del giornale tedesco Der Weg». Ma il caso Eichmann sarebbe divenuto tale solo anni più tardi, con la clamorosa cattura eseguita dal Mossad a Buenos Aires nel 1960.

Del resto, all’inizio degli anni 50 erano in pochi a dare veramente la caccia a Eichmann. Simon Wiesenthal, che ne seguiva le tracce dal 1945, narra nelle sue memorie (pubblicate nel 1988) che neppure gli israeliani facevano molto, tutti presi dalla lotta per la sopravvivenza dello stato contro gli arabi. Anche la Cia rimase inattiva, sebbene fosse al corrente del nascondiglio di Eichmann già dal 1958, con due anni di anticipo sul rapimento, che portò al processo e all’impiccagione in Israele.

Furono gli ex nazisti assoldati dall’intelligence tedesca a coprire Eichmann nel 1952? Forse. Che il Bnd fosse pesantemente implicato con transfughi del regime nazista lo si è peraltro sempre sospettato. Basti pensare che il primo organizzatore del servizio, Reinhard Gehlen, era stato generale nelle stato maggiore hitleriano, nonché responsabile dello spionaggio in Unione Sovietica dal 1942. Nel 1945 Gehlen offrì agli americani le migliaia di dossier sull’Europa dell’Est che aveva messo prudentemente in salvo e nascosto tra i monti austriaci, e ottenne in cambio piena fiducia dagli alleati. Ormai la Guerra fredda era la vera priorità, e non era il caso di andare tanto per il sottile.

Da poco sono stati rivelati i dettagli di un’inchiesta interna, avviata dal Bnd nel 1961, secondo cui almeno 200 dei 2.450 agenti allora in servizio provenivano dai ranghi delle Ss. Solo 71 di questi furono licenziati, peraltro con molta discrezione e con laute buonuscite. Il fascicolo fu sepolto in un bunker, lontano da occhi indiscreti, dove sarebbe rimasto ancora a lungo, non fosse stato per le pressioni della stampa internazionale.

Perché dunque oggi, a oltre sei decenni di distanza, il governo tedesco ostacola cocciutamente la divulgazione di quei fascicoli del Bnd? Vi è forse il timore che venga alla luce una rete di complicità più vasta, che coinvolge mezza Europa, gli Stati Uniti, e molti paesi arabi e sudamericani? Anche se nessuno lo dice chiaramente, potrebbe proprio essere la trama di aiuti di cui godettero i criminali di guerra a imbarazzare ancora, dopo tanto tempo. Affari sporchi, non c’è dubbio. Ma che non si puliscono con i pennarelli neri.