lettera a Sergio Romano, Corriere della Sera 16/1/2011, 16 gennaio 2011
LE CHIESE DI KÖNIGSBERG DOVE SONO I LORO FEDELI?
Si parla poco, in Italia, delle norme varate in Russia per la restituzione alla Chiesa ortodossa dei beni ecclesiastici espropriati dallo Stato sovietico dopo il 1917. La legislazione del governo federale sta avendo ripercussioni del tutto particolari nella regione di Kaliningrad, ex Prussia orientale e nella ex città di Königsberg. Qui, gli edifici religiosi divenuti proprietà statale dopo il 1945 non erano chiese ortodosse, ma cattoliche o protestanti. In non pochi casi quelle che non erano in rovina sono state recuperate per usi culturali graditi alla popolazione. Ma ora la locale amministrazione decide di donare agli ortodossi anche questi edifici, come già è accaduto per la chiesa cattolica divenuta sede della Filarmonica di Kaliningrad. Ci sono state proteste della cittadinanza e prese di posizione di membri della Duma regionale e di intellettuali contro una operazione che minaccia un apprezzato patrimonio culturale pubblico. Perché, ci si chiede, si scelgono per le donazioni edifici restaurati a caro prezzo mentre ce ne sarebbero tanti tra cui scegliere, ancora cadenti o semidistrutti? È chiaro a molti che sotto la copertura della Chiesa ortodossa si profilano organizzazioni affaristiche capaci di approfittare del favore di cui essa gode presso il governo di Mosca. Intanto la crescente simbiosi tra la massima autorità religiosa e lo Stato federale impedisce sia di praticare una corretta separazione tra Chiesa e Stato sia di garantire l’uguaglianza fra tutte le confessioni.
Silvia Tozzi, silvia.tozzi@libero.it
Cara Signora,
Se le vecchie chiese luterane e cattoliche di Königsberg verranno assegnate alla Chiesa ortodossa, assisteremo alla ripetizione, per certi versi, di ciò che avvenne a Leopoli, nell’Ucraina occidentale, fra l’ 8 e il 10 marzo 1946. Un anno dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Stalin volle la convocazione di un Sinodo che avrebbe bandito la Chiesa greco cattolica ucraina e trasferito tutte le sue proprietà agli ortodossi. Con quella iniziativa il leader sovietico raggiungeva due obiettivi che gli stavano a cuore. In primo luogo eliminava dalle regioni occidentali dello Stato un avamposto «papista» . In secondo luogo ricompensava la Chiesa ortodossa russa per la sua fedeltà al regime durante la «grande guerra patriottica» contro il Terzo Reich. Da quel momento gli uniati divennero clandestini e l’arcivescovo di Leopoli Joseph Slipyj pagò la sua disobbedienza al regime con i 17 anni trascorsi in un gulag prima dell’esilio. Fra la decisione di Leopoli e quella che potrebbe essere presa ora, esiste tuttavia una importante differenza. Quando l’Urss confiscò i beni degli uniati, la loro Chiesa contava alcuni milioni di fedeli. Oggi la popolazione di Kaliningrad è quasi totalmente russa e quindi, in maggioranza, ortodossa. Fra il dicembre del 1944 e il gennaio 1945, quando l’Armata rossa oltrepassò i confini della Prussia orientale, tutta la popolazione tedesca abbandonò Königsberg. Le autorità sovietiche poterono quindi degermanizzare facilmente la città e trasferirvi popolazioni provenienti dal cuore della Russia insieme a qualche nucleo familiare che apparteneva alla comunità dei tedeschi del Volga. La situazione accenna a cambiare da quando Vladimir Putin ha deciso di fare dell’enclave una sorta di finestra sull’Europa. Nel corso di un viaggio, qualche anno fa, ho visto riapparire alcune tracce della vecchia presenza tedesca. Si stavano terminando i lavori per il restauro della cattedrale luterana. La statua di Immanuel Kant, il filosofo di Königsberg, è diventata una icona della città e la Albertina Kant Universitet ricorda nel suo nome due glorie della Prussia orientale: il grande filosofo e il suo fondatore Alberto di Prussia, gran maestro dell’Ordine Teutonico. Ma ho visto altresì una sforzosa cattedrale ortodossa sorta da poco nel centro della città. Per concludere, cara Signora, credo anch’io che le chiese luterane e cattoliche dovrebbero essere restituite ai legittimi proprietari. Ma sul numero dei fedeli che le frequenteranno non mi faccio illusioni.