Mario Di Napoli, Corriere della Sera 19/01/2011, 19 gennaio 2011
L’APPELLO DI MAZZINI PER LA GLOBALIZZAZIONE DEI DIRITTI UMANI
Nel 1860, quando ormai l’unità nazionale si orienta verso la soluzione monarchica, Mazzini giudica impietosamente la nuova Italia alla stregua di un quadro senza cornice, di una casa senza mobilio. Rifonde allora una serie di articoli, che ha iniziato a pubblicare sin dal 1841, in un volumetto destinato ad essere tradotto nelle lingue di tutti i continenti perché le sue pagine si ispirano agli ideali della democrazia universale, in cui il sentimento della patria si risolve in quello dell’umanità. Sente, infatti, l’esigenza di riepilogare il suo messaggio politico repubblicano e di indirizzarsi agli operai italiani in cui riconosce il solo elemento rivoluzionario capace di raccoglierlo e di portarlo avanti.
A centocinquant’anni di distanza, quell’elemento rivoluzionario, da cui dovrebbe originare il cambiamento della società, è rappresentato dai giovani, che sono i deboli e gli oppressi dell’Italia di oggi, il proletariato del XXI secolo. La sistematica demolizione del Risorgimento nella memoria storica nazionale, e soprattutto la sua sostanziale liquidazione nei manuali scolastici, fanno sì che oggi l’opera mazziniana possa avere per loro il sapore dell’inedito e forse dell’esotico, a cominciare dal titolo, nulla potendosi immaginare di più lontano dall’attuale sensibilità dell’etica dei doveri. Ed invece è proprio in questa scelta originale, che distingue Mazzini da tutti gli altri pensatori del suo tempo, che risiede la possibilità di un riscatto dall’impoverimento spirituale e dalla dittatura dell’effimero.
Oggi come allora, i doveri dell’uomo sono i veri protagonisti del nuovo ordine di cose costruito sulla libertà e la giustizia, sulla responsabilità e sull’associazione. I diritti affermati dalla Rivoluzione francese avevano favorito soltanto il lusso di una minoranza, senza garantire il benessere del popolo, privo dei mezzi necessari ad esercitarli. Il dovere, invece, è un atto positivo in sé e per sé, implica il fare ed il giovare, non il semplice non fare e non nuocere. È l’estrinsecazione della legge morale, per cui si vive non per sé ma per gli altri, dal momento che la felicità consiste nel rendere se stessi e gli altri migliori. È quindi la condizione per l’emancipazione degli emarginati e dei discriminati, perché l’uomo (ovvero la donna) viene prima del ricco o del potente.
Mazzini delinea una vera e propria filosofia della vita in senso antimaterialista, in cui la Patria e l’Umanità sono la sola alternativa all’egoismo degli interessi individualistici oppure nazionalistici. La religione del dovere («Dio e Popolo» ) gli offre l’unica via d’uscita rispetto ad una visione politica dominata dalla forza bruta. Non si rassegna a dover scegliere tra gli estremi dell’anarchia e della tirannide, a cui ritiene ineluttabilmente destinati a pervenire il liberalismo, da un lato, e il comunismo, dall’altro. La coscienza individuale e il consenso dell’umanità si ritrovano invece nella democrazia repubblicana che non sarebbe veramente popolare se alla maggioranza numerica non si accompagnasse una credenza comune.
Il voto, l’educazione, il lavoro sono i tre pilastri della nazione mazziniana, in cui è la libertà morale a fondare il diritto alla libertà politica. Ecco il programma politico di scottante attualità per i giovani: rifondare le basi della democrazia sulla coscienza di sé, sull’educazione, sulla fratellanza che trascende le classi e le nazioni. Non vi è speranza per il genere umano se non nel miglioramento universale, anche perché nessun popolo può vivere soltanto dei suoi prodotti. Mazzini invita perciò a desistere dal ricercare un vantaggio per la propria patria se comporta uno svantaggio per l’umanità: «In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte pel diritto, pel giusto, pel vero, ivi è un vostro fratello; dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello» .
Non saprei immaginare una più coraggiosa perorazione per i diritti umani nell’età della globalizzazione. «Esistere come nazione per associarsi all’umanità» : ecco l’obiettivo che Mazzini ripropone agli italiani che aspirano ad essere europei e cittadini del mondo.
Mario Di Napoli