Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera 16/1/2011, 16 gennaio 2011
GHEDDAFI VUOLE LE TERME DI BONIFACIO VIII
Tre mesi fa erano chiacchiere a margine dei festeggiamenti imponenti per il secondo anniversario dell’accordo Italia-Libia. Da ieri, invece, si conosce anche l’importo del (probabile) assegno che il colonnello Muhammar Gheddafi staccherà per l’acquisto del complesso di Fiuggi. Duecentocinquanta milioni di euro. Con le terme nel cuore e la privatizzazione dell’acqua ormai legge (dal novembre 2009) il raìs può mettere mano al portafogli e realizzare un altro sogno italiano. Dopo l’intesa commerciale con il sindaco di Antrodoco per una beauty farm nel Reatino, ora l’idea è acquistare le storiche sorgenti frequentate da papa Bonifacio VIII della provincia di Frosinone. In una lettera della camera di commercio italo-irachena, che si propone come intermediaria dell’affare, alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, Gheddafi formalizza la sua proposta. Duecentocinquanta milioni di euro per realizzare un progetto monumentale nel piccolo centro laziale. Un centro congressi con spazio per esposizioni internazionali e pista per atterraggi aerei. Più la riunificazione in un’unica gestione delle terme e dell’imbottigliamento dell’acqua di Fiuggi (oggi controllato dal gruppo Sangemini). La famiglia del leader libico avrebbe già previsto l’assunzione «di trecento dipendenti oltre a quelli già in organico nell’azienda idrotermale» — attualmente di proprietà della società Terme di Fiuggi Spa &golf — il cui futuro, quanto a investimenti, era ultimamente piuttosto incerto. Non a caso a quei festeggiamenti di settembre 2010, in cui si parlò delle benefiche proprietà delle sorgenti locali, era presente il quarantasettenne sindaco di Fiuggi Fabrizio Martini (i testimoni lo ricordano alquanto entusiasta dell’invito ricevuto dal raìs in persona). Lo stesso Martini confermò di avere intenzione di attrarre investimenti sul rinomato (ma costoso) impianto locale, in crescente difficoltà anche per l’agguerrita concorrenza delle vicine sorgenti viterbesi e toscane con maggiore appeal turistico. Ora, con la lettera firmata dall’incaricato della camera di commercio italo-irachena, per Fiuggi potrebbe prospettarsi un futuro migliore (e meno italiano). Ma quel che già preoccupa Verdi e associazioni ambientaliste è che dietro il progetto di rivalutazione termale si nasconda l’intenzione di speculare su uno dei paesaggi più delicati e di maggior pregio rimasti alla regione. «Chiediamo alla presidente Polverini di verificare se dietro l’interesse dei libici non si nasconde in realtà l’ennesima speculazione dell’area idrotermale — scrive in una nota Angelo Bonelli, presidente dei Verdi — che non si aprano le porte a un’operazione che potrebbe rivelarsi l’ennesima speculazione. Ci auguriamo che siano fatte verifiche accurate sulle intenzioni dei libici».