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 2011  gennaio 19 Mercoledì calendario

COMPENSI DEI MANAGER, STRETTA DELLA CONSOB

Chiamatelo effetto-Profumo. Prima quei 40 milioni di euro tra emolumenti assortiti, buonuscita - due dati subito in beneficenza - e altre voci, che sono finiti all’ex amministratore delegato di Unicredit; poi il discreto marasma aziendal-borsistico che ha seguito la sua uscita fino alla faticosissima designazione del successore Federico Ghizzoni. Insomma, un caso di scuola da cui è partita la Consob per una mossa che potrebbe soddisfare parecchie indiscrete - ma sacrosante - curiosità in piazza Affari e dintorni. In sintesi la Commissione ha deciso di chiedere alle maggiori società quotate - in tutto le 38 che compaiono nell’indice FtseMib - di rendere pubbliche, prima delle assemblee di bilancio che si terranno in primavera, sia le politiche di retribuzione dei loro top-manager, sia i cosiddetti «piani di successione»: in pratica, se un amministratore delegato esce di scena all’improvviso chi è il secondo pilota destinato a sostituirlo?

Il tema delle retribuzioni dei top-manager è caldo, ma la Consob non parla - e non potrebbe farlo - di limiti. Invece chiede ad ogni società di fare chiarezza su entità e caratteristiche dei compensi, visto che troppo spesso l’informazione è opaca e difficilmente confrontabile. Un caso? Lo scorso anno il cda di Generali decise di lasciare una serie di benefit di non indifferente peso - dalla casa a Venezia all’aereo privato - all’ex presidente Antoine Bernheim. Benefici poi revocati, ma in nessun caso agli azionisti era stata data una comunicazione sul tema.

Dal 2007 al 2009 il monte compensi dei 38 amministratori delegati delle «big» di piazza Affari è sceso da 349 a 255 milioni, ma la chiarezza non ne ha guadagnato. Ad esempio, nota la Consob, mentre gli emolumenti sono il 51% dei compensi totali, i cosiddetti «altri compensi» - dizione sotto al quale si può celare un po’ di tutto - ammontano al 30%.

Da ieri, sul sito dell’Autorità di Borsa c’è un documento aperto alla consultazione delle parti. La Commissione vuole sapere il parere degli interessati sulla sua proposta. Ma i tempi sono stretti: eventuali osservazioni potranno arrivare solo nel giro delle prossime tre settimane. Obiettivo della Consob è infatti quello di partire con la comunicazione in tempo per la stagione assembleare che si apre in marzo. Sarà un intervento «una tantum»: alle 38 grandi società verrà chiesto di dare pubblicità a questi aspetti prima dell’incontro con i soci; poi già quest’anno arriverà un impianto più strutturato: sentite Bankitalia e Isvap, la Consob adotterà un regolamento che recepisca le norme europee sulle retribuzioni dei top manager.

A sorpresa, intanto, l’Italia diventa il primo - e finora unicopaese europeo in cui un’Autorità di vigilanza impone alle principali società di rendere pubblici i «piani di successione» nel caso il proprio amministratore delegato esca bruscamente di scena. Su altri mercati - Gran Bretagna o Francia, ad esempio - la regola esiste già, ma se la sono data le stesse imprese nei loro codici di autodisciplina.