La Stampa 17/1/2011, pagina 32, 17 gennaio 2011
Berlusconi vittima o carnefice? Italiani assuefatti agli scandali - L’ Italia si ritrova un premier processato per direttissima, con l’accusa di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile
Berlusconi vittima o carnefice? Italiani assuefatti agli scandali - L’ Italia si ritrova un premier processato per direttissima, con l’accusa di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. Il «bunga bunga» potrebbe realizzarsi con il finale infausto per Berlusconi (la galera). Ma se prima sorridevo ascoltando il simpatico riadattamento del «waka waka», oggi mi vergogno di essere rappresentato dal nostro presidente del Consiglio. FABRIZIO VINCI La procura di Milano ha indagato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. In un Paese civile il processo dovrebbe farsi immediatamente, quindi: in caso di condanna definitiva l’imputato dovrebbe andare in galera, non ai domiciliari; in caso di assoluzione, anche se per insufficienza di prove, i magistrati dovrebbero esser rimossi dal loro incarico. Tertium non datur. ROBERTO B. L’ incredibile accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi, tocca il suo culmine con l’iniziativa fulminea della procura di Milano per il caso Ruby. Un delirio persecutorio mai usato neppure nei confronti dei criminali. Certe procure sono accecate dall’odio politico, e non esitano a processare persone che poi risulteranno innocenti, ma la cui figura risulterà infangata. GIOVANNI BERTEI Queste lettere raccontano alla perfezione la spaccatura dell’Italia tra chi è stanco e sfinito di Silvio Berlusconi e chi è disposto a perdonargli qualunque cosa, nella convinzione che sia vittima di una congiura giudiziaria. Sembra da tempo impossibile ragionare lucidamente su cosa sia stato in grado di realizzare il premier, sulle sue politiche e le sue promesse, ma anche sulle sue condotte di vita. Io sono impressionato da come Berlusconi riesca a passare indenne attraverso scandali che in ogni altra nazione occidentale sarebbero stati motivo di dimissioni, penso che accada perché c’è un generale stato di assuefazione (dopo anni di campagne mediatiche che hanno molto più a che fare con il marketing che con la politica) e perché una parte consistente degli elettori pensa che non esista un’alternativa sicura e possibile a cui affidarsi. Persone vicine al premier raccontano che dai sondaggi emerge come la popolarità di Berlusconi sia stata intaccata solo marginalmente dagli scandali, ciò forse è possibile perché lo considerano come una rock star di cui si ama e si prende tutto, vizi compresi. Così in Italia si può tranquillamente pensare che un presidente del Consiglio abbia diritto alla privacy come i comuni cittadini anche quando - come in questo caso - l’accusa è quella di aver commesso un reato. MARIO CALABRESI