Varie, 18 gennaio 2011
DOSSIER RUBY
(articoli da: la Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa del 18/1/2011) -
IL GIRONE INFERNALE DEL SULTANO di Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica -
Cade l´umore alla lettura delle 389 pagine che raccolgono le fonti di prova contro Silvio Berlusconi, accusato di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Anche chi non si è mai illuso della nobiltà dell´uomo o non ha mai apprezzato le sue qualità di capo del governo resta stupefatto dalla miseria, dalla desolazione, dallo squallore delle scene di vita che quelle carte raccontano. È un quadro prima malinconico, ma poi drammaticamente pericoloso per la credibilità delle istituzioni. C´è un uomo separato dalla realtà e dalla vita, dimentico della sua finitezza, che non vuole con disperata ostinazione fare alcun conto con la morte e pretende e si illude di vivere come un Sultano eterno. Vuole corpi giovani accanto a sé. Vuole essere adulato, magnificato e, come stordito dalla sua ossessione, come cieco, come istupidito dal suo stesso smisurato narcisismo, non vuole accorgersi che intorno a sé ci sono, per gran parte, prostitute. Giovani donne che i suoi prosseneti (Emilio Fede, Lele Mora, Nicole Minetti) ingaggiano e quelle se lo disputano perché un suo "capriccio" – il capriccio di una sera, la passione di tre mesi – può cambiare una vita, pagare un mutuo o venticinque paia di scarpe in un solo shopping o magari aiutare una bimba restata nella favelas.
C´è chi confida che così «siamo a posto per sempre». Altre, come Barbara Faggioli, hanno fretta: «Dai, mi rimangono solo mille euro devo fare cassa per forza anche se la vedo buia a questo week end». C´è chi va per le spicce: «Iris ipotizza che lui voglia anche ridurre le cene e propone di rubare qualcosa in casa». C´è una che smania: «Che palle sto vecchio... guarda... fra un po´ ci manda affanculo tutte quante... quella è la volta buona che lo uccido... vado io a tirargli la statua in faccia... cazzo... qua... ci vuole mandare affanculo senza un cazzo?...». L´altra le ricorda perché sono lì: «Papi… è la nostra fonte di lucro...».
È un girone infernale che scatena ambizioni, appetiti, voglie. Bisogna avere un stomaco di ferro. Lo spiega Nicole Minetti all´amica che vuole consegnare alle notti del Drago. «Giurami che non ti prende male, nel senso cioè ti fai i cazzi tuoi e io mi faccio i cazzi miei. Per l´amor del cielo ne vedi di ogni, cioè nel senso la disperaticion più totale, cioè capirai c´è gente per cui è l´occasione della vita, quindi ne vedi di ogni, fidati di me, punta sul francese che lui sbrocca gli prende bene, digli tutto quello che fai, eccetera eccetera ... Ci sono varie tipologie di persone, c´è la zoccola, c´è la sudamericana che non parla italiano e viene dalle favelas, c´è quella un pò più seria, c´è quella di mezzo tipo». Si può stare sulla cresta dell´onda per qualche giorno e saper accettare quando la buona fortuna finisce. «Ieri sera la Lisa se ne è andata anche lei e non lo aveva mai fatto, anche la Lisa ha avuto il suo momento come la Iris e che è così che funziona, ognuna di loro ha avuto il "suo momento" e non bisogna prendersela quando finisce».
I cortigiani (Emilio Fede, Lele Mora, Nicole Minetti) vivono per servire il Sultano. Appaiono sempre in tensione. Il Sovrano può chiamare da un momento all´altro e in poche ore bisogna saper disporre «per la cena» e poi per il dopo cena (il «bunga bunga») e ancora per la notte quando, licenziate e ricompensate coloro non restano a dormire, finalmente intorno alla tre e mezza «le vergini si offrono al Drago». I cortigiani hanno una sola preoccupazione. Preparagli lo spettacolo lascivo che il Sovrano più gradisce.
E leggiamo finalmente una delle molte testimonianze che nelle carte raccontano cosa accade.
«E ora andiamo al "bunga bunga". Io avevo inteso che quel termine si riferisse alla locazione, alle mura in cui tutti i partecipanti alla cena si erano spostati. In questo "bunga bunga" a luci rosse e non so se lei intendeva perché c´erano le luci rosse o perché l´atmosfera era tale da essere interpretata come a luci rosse, queste ragazze si sono ulteriormente spogliate, non so fino a quale punto, e avvicinandosi a turno e anche in gruppi di due o tre al Presidente, che stava seduto sul divanetto, si strusciavano e si facevano toccare, assumendo un atteggiamento anche provocante e volgare, baci, strusciamenti. Anche all´interno di questo ambiente denominato "bunga bunga" erano presenti degli scomparti dove erano allocati degli abiti per dei travestimenti, ovvero divise da poliziotta o infermiera. Anche la Minetti fece uno spogliarello … (non so) fino a che livello, e cioè se lo spogliarello sì è concluso con la nudità totale della Minetti o parziale. Lo spogliarello fu fatto anche da altre ragazze presenti. Tutta l´atmosfera era molto ridanciana, tutti sembravano divertirsi molto, tranne la T.M., che invece era molto imbarazzata per quello che stava vedendo. Mi disse che era rimasta in disparte sul divanetto e che non aveva partecipato né allo spogliarello né al travestimento né ovviamente aveva consentito che o il Presidente o altre persone la toccassero. In questo stesso contesto T.M. mi disse che vi erano delle ragazze che durante lo spogliarello ballavano molto vicine, mezze nude, ricordando atteggiamenti lesbici. T.M. mi disse di avere percepito chiaramente che vi fosse un´accesa rivalità tra le ragazze, tanto che lei era mal vista dalle stesse in quanto evidentemente temevano che potesse attirare l´attenzione del Presidente a loro scapito; e anche per questo T.M. sempre mi disse di sentirsi molto imbarazzata. Dopo la fine del "bunga bunga" le ragazze sono salite al piano di sopra, dove il Presidente doveva scegliere chi sarebbe potuta rimanere a dormire quella notte. Questo è un momento molto ambito dalle ragazze ed erano tutte in attesa di sapere quale o quali di loro sarebbe stata scelta dal Presidente del Consiglio».
È uno spettacolo patetico e triste appare anche a chi, come M.T., è andata ad Arcore entusiasta di conoscere il presidente del consiglio. Leggiamo come ricorda quella sera.
«Alla fine li è tutto... ti ripeto, me ne sono stata in disparte e a fine serata mi ha anche chiesto: "Ma ti sei divertita?" e io gli ho risposto: "Beh, insomma, non è questo il mio modo", ma ti dico che anche fisicamente io lo vedevo diverso, nel senso che, quando tu puoi vedere certi discorsi che ha un tipo di piglio, lascia stare che vedi che s´è rifatto che s´è tirato, però ha un piglio di una persona molto decisa, anche come parla è un comunicatore no? Almeno in quello è uno che si vende bene.... E invece no. Sembrava un guarda, ti dico, mi viene bene la figura del "bagaglino" una caricatura.... una caricatura di se stesso… guarda, una cosa molto brutta e molto triste. Forse io pensavo che lui mantenesse un contegno e poi facesse i fatti suoi. Invece no. Assolutamente no. Cioè, lui si presenta in un certo modo, ma molto basso e mi dispiace perché non c´è bisogno.. Non lo so sulla base di certe cose, (si può) arrivare a dire tipo: "Sei malato", cioè, sua moglie lo diceva...».
Il quadro è malinconico, ma soprattutto ci mostra un Berlusconi che avevamo già intuito nelle criticità che ha dovuto affrontare dal 26 aprile del 2009 e tuttavia cadono le braccia dinanzi alla sua debolezza, alla concreta possibilità che il mondo della prostituzione che lo circonda possa consegnarlo nelle mani di chissà chi. Emilio Fede spesso si accorge di aver portato ad Arcore «brutta gente», «un brutto gruppo», ma tira diritto, l´ossessione del presidente è un forno che brucia troppa legna per poter fare una differenza tra chi è pericoloso, e chi non riserverà tra gli ospiti del sovrano alcuna sorpresa. Quanto la vita disordinata del presidente del consiglio sia una minaccia per la sicurezza delle istituzioni è palese con quel che accade nel rapporto tra il Cavaliere e la minorenne marocchina Ruby Kadima, al centro dell´invito a comparire. Certo, qui ci sono tutti gli elementi che giustificano l´indagine giudiziaria, la convinzione dei pubblici ministeri di Milano di aver raccolto «prove evidenti della colpevolezza» al punto di poter richiedere il giudizio immediato. È una sorpresa leggere nell´invito a comparire come sia documentata la necessità del Cavaliere di condizionare i comportamenti dei funzionari della questura di Milano, per liberare dalla protezione dello Stato una minorenne senza famiglia, senza fissa dimora, senza un reddito. Una ragazza che nelle carte affiora come una abituale prostituta.
«Domanda: Lei ha avuto la percezione che Rubi svolgesse l´attività di entreneuse all´interno dei predetti locali?
Risposta: Sì, ho avuto la netta percezione che Rubi intrattenesse rapporti con tutti i clienti girando tra i tavoli. Certamente la Rubi ho avuto la sensazione che cercasse gente facoltosa a cui spillare dei denari».
Berlusconi lo sa, conosce la sua età, conosce il suo mestiere, sa che l´ha voluta ripetutamente in villa nonostante dopo un primo approccio abbia avuto contezza della sua giovinezza. Per coprire questa sua relazione e occultare la prostituzione che si consuma nelle sue case, i possibili reati che gli si possono contestare e soprattutto scongiurare i danni alla sua immagine di premier e leader.
Leggiamo nel capo d´accusa: «… perché, abusando della sua qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, la notte tra il 27 e il 28.05.2010, avendo appreso che la minore El Mahroug Karima - da lui in precedenza frequentata - era stata fermata e condotta presso la Questura di Milano, si metteva in contatto con il Capo di Gabinetto del Questore, Pietro Ostuni e rappresentandogli che tale ragazza minorenne, di origine nord africana, gli era stata segnalata come nipote di Mubarak, (circostanza peraltro palesemente falsa), lo sollecitava ad accelerare le procedure per il suo rilascio, aggiungendo che il consigliere regionale Nicole Minetti si sarebbe fatta carico del suo affido e, quindi, induceva Pietro Ostuni a dare disposizioni alla Giorgia Iafrate, (funzionaria della Questura di Milano e quella notte di turno) affinché la citata minore El Mahroug Karima venisse affidata a Nicole Minetti, così sottraendola al controllo e alla vigilanza delle autorità preposte alla tutela dei minori, in contrasto con le disposizioni al riguardo impartite dal pubblico ministero di turno: e infatti la minore El Mahroug Karima, non veniva trattenuta in questura, né inviata in una comunità, ma affidata alle ore 2.00 del 28.5.2010 alla Minetti, ancor prima che fossero formalmente richiesti dalla questura di Milano (con fax al commissariato di Taormina, a firma della dott.ssa Iatrate, inviato alle ore 02.20), i documenti necessari ai fini di una sua compiuta identificazione, accertata effettivamente solo alle ore 04.00 nonché senza previo interpello dei genitori della minore stessa circa il suo affidamento a terzi; affidamento alla Minetti peraltro solo formale, essendo indicato (così come certificato per iscritto dalla stessa dr.ssa lafrate nel sopra citato fax spedito al dirigente del commissariato di PS Messina-Taormina) quale domicilio quello di Milano Via Villoresi 19, abitazione non della Minetti ma di De Conceicao Santos Oliveira Michele, persona priva di referenze, alla quale la Minetti non appena uscita dai locali della questura consegnava in effetti la minore. In tal modo ottenendo per sé e per la minore un indebito vantaggio di carattere non patrimoniale consistito, per la minore, nella sua fuoriuscita dalla sfera di controllo delle autorità minorili e, per esso indagato, nell´evitare che El Mahroug Karima potesse riferire del reato di cui al capo che segue (favoreggiamento della prostituzione minorile) e comunque della risalente frequentazione, nonché di altri reiterati episodi di prostituzione verificatisi nella sua dimora privata in Arcore, fatti di rilevanza penale non a lui ascrivibili, ma comunque suscettibili di arrecare nocumento alla sua immagine di uomo pubblico».
Lette le carte si comprende lo sgomento e il panico che afferra Berlusconi quella notte. Il Drago ha divorato anche quella ragazzina che frequenta «da quando aveva sedici anni». La "divora" con passione. Ruby se ne vanta con un suo amico.
«... a lui come lo chiami? Lo zio, il nonno? Come lo chiami?»
Ruby: «E no, papi».
«… E siamo messi bene, Madonna mia! fai come la napoletana, il papi lo chiamava».
Ruby: « No, no, la napoletana è un´altra cosa, io sono un´altra… quella è la pupilla, io sono il culo».
Quando gli dicono che la ragazza è in questura, Berlusconi si spaventa. Riesce a tirarla fuori. Quando scoppia l´affaire, corre a ripari con il solo strumento che conosce: paga. Sentite Ruby: «Il mio caso è quello che spaventa più di tutti., e sta superando il caso di (Noemi) Letizia, di (Patrizia) D´Addario, di tutte... diciamo che adesso siamo preoccupati, il mio avvocato se ne è appena andato, ero con lui... con Lele... loro mi stanno comunque vicini, in effetti... sempre tornando al discorso di prima... gli ho detto...Lele, io ho parlato con Silvio, gli ho detto che ne voglio uscire di almeno con qualcosa... cioè mi dai... 5 milioni... però... 5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome...». La bufera mediatica, l´attenzione della magistratura non scuotono o spaventano la ragazza.
Ruby: «… ma non siamo preoccupati per niente, perché... Silvio mi chiama di continuo, mi ha detto: cerca di passare per pazza... racconta cazzate... io ti sarò sempre vicino... mi fa ... e avrai da me qualsiasi cosa che tu vuoi... con il mio avvocato gli abbiamo chiesto 5 milioni di euro ... in cambio di... del fatto che io passo per pazza, che ho raccontato solo cazzate... e lui ha accettato... in effetti seguiremo questa... questa strada...».
Le pressioni di Berlusconi su Ruby sono dirette. La ragazza ammette: «M´ha chiamato proprio tre minuti fa, m´ha chiamato Rubba. Mi ha detto che s´è sentito con Lele (Mora), che io ho fatto, ho scritto tutte le cose, con l´avvocato e m´ha detto che ha saputo che ho detto tante cose. Le ho detto, guarda, io ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Le ho detto tutte quelle che ho detto, le ho dette per un semplice motivo, che ero messa davanti all´evidenza non potevo negare. Mi fa, ma noi non siamo in pericolo, noi siamo in difficoltà, mi fa, però sono cose da superare. Le ho detto sì, però io ti volevo fare un´altra domanda, le ho detto, che è quella che m´interessa di più. Mi fa dimmi, le ho detto, cioè, io voglio che almeno, da tutta questa situazione io ne esca con qualche cosa, perché di tutta la situazione cioè, sinceramente, non me ne frega niente. Lui fa, è normale, le ho. Lui mi fa quando il mare è in tempesta non è che le persone si lasciano, una cosa del genere….». La transazione che dovrebbe seppellire il "caso" viene addirittura mediata dall´avvocato che chi lo sa chi gli ha messo accanto. «Ruby racconta al padre: «Sono con l´avvocato che stiamo parlando di queste cose e dobbiamo trovare una soluzione, gli ha detto... Silvio gli ha detto: "dille che la pagherò il prezzo che lei vuole l´importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica che lei... che dica pure di essere pazza ma l´importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha diciassette anni, o che non è mai venuta a casa mia».
Berlusconi è sotto ricatto. Una ragazzina qualunque può fargli paura. Lo si è era già intuito con lo «scandalo di Casoria», con l´arrembaggio di Giampaolo Tarantini a Palazzo Grazioli, ma anche il più critico della vita disordinata di Berlusconi non poteva immaginare questo squallore e tanta vulnerabilità.
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«LE PAGHERO’ IL PREZZO CHE VUOLE MA NON DICA CHE INCONTRO MINORENNI» di Emilio Randacio, la Repubblica -
MILANO - «Adesso praticamente sanno che io vado da Silvio e conosco Silvio». Il 7 settembre scorso, Ruby Rubacuori, dopo cinque faccia a faccia tenuti segretissimi con i magistrati di Milano, ha saputo che anche il Cavaliere era a conoscenza dell´inchiesta. Ma al telefono con una amica rassicura tutti sulle conseguenze delle sue rivelazioni. «Io ho negato il fatto che Silvio sa che sono minorenne - rabbonisce la sua interlocutrice - le ho detto che lui sa che sono maggiorenne...». E ancora: «Io ci vado in forma di amica, non è che tra noi c´è niente». Per finire: «Perché io non voglio metterlo nei casini». Anzi, Ruby è convinta che «alla fine siamo riusciti a smentire il tutto».
Ruby, oltre un mese e mezzo prima che il suo nome finisse per la prima volta sui giornali, tentava disperatamente di non svelare il suo segreto, senza però sapere che quella conversazione con la mamma di un amico veniva registrata passo passo dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della procura di Milano.
["Lo chiamo Papi"]
Al telefono c´è un amico napoletano che è a conoscenza dei suoi reali rapporti con il premier e le chiede: «Ma tu, come lo chiami, zio, nonno?» La giovane marocchina, quasi divertita risponde: «E no, Papi». A. P., a questo punto, sembra sorpreso: «E siamo messi bene, fai come la napoletana (Noemi Letizia, ndr), il papi lo chiamava». Ma Ruby, con una punta di orgoglio, tiene a precisare: «No, no, la napoletana è un´altra cosa, io sono un´altra... quella è la pupilla, io sono il c... (ride)».
Sempre il 7 ottobre scorso, poco dopo le 19, Ruby al telefono con il suo fidanzato genovese, Luca Risso, spiega le novità: «Mi ha chiamata proprio tre minuti fa», riferendosi, sembra, proprio al presidente del Consiglio. «Mi ha detto – continua Ruby nel suo racconto quasi divertita – con Lele (Mora), e che ha saputo che ho detto tante cose. Io gli ho detto che ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Quelle cose le ho dette perché mi hanno messo davanti all´evidenza e non potevo negare». Berlusconi, dal racconto telefonico della ragazza marocchina, non nasconde le sue preoccupazioni. «"Ma noi non siamo in pericolo, noi siamo in difficoltà", mi fa, "però sono cose da superare"». Di fronte all´evidente difficoltà dell´amico altolocato, Ruby non ha scrupoli e spera di passare all´incasso, di sfruttare l´occasione. E, sempre al fidanzato, rivela tutt´altro che timorosa: «Gli ho detto che io voglio almeno, da tutta questa situazione cioè, sinceramente, che ne esca qualche cosa, perché di tutta la situazione non me ne frega niente».
Il 26 ottobre, il giorno della prima pubblicazione della notizia sul coinvolgimento nel «Rubygate», l´allora minorenne rivela anche di aver fissato un prezzo. È sera, al telefono c´è la madre del suo amico Sergio. «Il mio caso – esordisce la ragazza – è quello che spaventa più di tutti perché Silvio mi chiama di continuo». E ancora. «Sta superando il caso di Letizia (Noemi, ndr), della D´Addario, di tutte e diciamo che adesso siamo preoccupati, il mio avvocato se n´è appena andato, ero con lui, con Lele (Mora, ndr). Loro mi stanno comunque vicini in effetti... Cioè, tornando al discorso di prima, gli ho detto, eh, Lele io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire almeno con almeno con qualcosa cioè, mi dà... 5 milioni, 5 milioni a confronto del "macchiamento" (sputtanamento, ndr) del mio nome....»
["A casa sua quando avevo 16 anni"]
La frequentazione di Ruby con il Cavaliere? Una intercettazione dello stesso 26 ottobre, sembra addirittura farla risalire al 2008. «Il mio caso – continua la ragazza – invece, io frequento casa sua da quando c´avevo 16 anni... Ma io ho negato tutto, ho detto no, sono andata a casa sua ma lui pensava fossi maggiorenne, pensava che avessi 24 anni, anche perché non li dimostro, poi dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori casa perché io sto cercando di salvaguardare lui così e a me mi torna in tasca qualcosa».
Ma la pubblicazione della notizia sulle frequentazioni di una minorenne ad Arcore si dimostra un vero spartiacque per l´inchiesta. La giovane, infatti, sembra diventare improvvisamente il bersaglio di chiamate, richieste di aiuto, preghiere di non raccontare nulla sulle sue visite alla residenza brianzola. Secondo il racconto della protagonista di questa storia, un vero e proprio martellamento senza fine messo in moto direttamente dagli uomini più vicini al presidente. Al telefono con tale Poliana, Ruby confessa: «È venuto da me... mi ha chiamato oggi lui... mi ha chiamato la sua segreteria due volte... mi ha chiamato il mio avvocato, Lele (Mora, ndr)... è venuto il mio avvocato, è venuto adesso (sono le 21 e 29 di sera, ndr) ha fatto la strada da Milano e ha detto "Ruby, dobbiamo trovare una soluzione... è un caso che supera quello della D´Addario e della Letizia, perché tu eri proprio minorenne... adesso siamo tutti preoccupatissimi».
La giovane marocchina, lo stesso 26 ottobre, sembra anche agitarsi al telefono con il padre. «Ora è venuto l´avvocato – spiega la giovane – sono con l´avvocato che stiamo parlando di queste cose e dobbiamo trovare una soluzione. Silvio gli ha detto "dille che le pagherò il prezzo che lei vuole, l´importante è che chiuda la bocca, che neghi tutto, e che dica che lei, dica pure che lei è pazza, ma l´importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha diciassette anni, o che non è mai venuta a casa mia"». Ruby, a differenza di quanto emerso fino adesso, al telefono sembra in ottimi rapporti con il padre, che pare anche al corrente di tutto quanto è capitato alla figlia. «Oggi sono uscita di nuovo su un giornale importante che gira in tutta Italia – spiega al padre che vive a Messina – almeno non è riportato il cognome né niente».
Al vecchio padre, la figlia sembra anche aver confidato le sue frequentazioni. Anche riguardo al «mio incontro con Berlusconi, hai capito? Non è uscito niente». «Stiamo parlando di queste cose adesso – gli spiega ancora Ruby – dopo ti richiamo, quando avrò finito con lui (l´avvocato, ndr), ti chiamerò».
["Ti do quanti soldi vuoi]
Ma anche a scandalo ampiamente pubblico, i contatti con Ruby Rubacuori e il premier, secondo le intercettazioni in mano alla procura, sarebbero continuati (eventuali telefonate del premier non sono comunque utilizzabili perché coperte dall´immunità parlamentare). Con la sua amica Antonella, alle 10 e 30 del mattino, continua con le confidenze imbarazzanti – «Lui (Silvio, ndr), mi ha chiamato dicendomi "Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutta in oro ma l´importante è che nascondi il tutto, non dire niente a nessuno". Può essere quello che vuole, l´importante è che a me mi riempia di soldi, sta cambiando la mia vita, cazzo, guarda Antonella. Ti faccio una domanda, però rispondimi sincera: se a te Silvio ti mettesse nelle tue mani 6 milioni di euro...»
In una delle ultime conversazioni intercettate sulle utenze della marocchina, la ragazza ha un´ultima preoccupazione. «Finché ci sta lui io mangio, se lui se ne va che cazzo mangio più?», si chiede la ragazza riferendosi al destino del presidente del Consiglio. Lo dice ridendo, come sottolineano gli investigatori nel loro rapporto del 15 dicembre scorso.
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«DICEVA DI NO, SILVIO INSISTEVA. HO SUBITO COSE CHE NON VOLEVO» di Piero Colaprico, la Repubblica
MILANO - Feste «decorose», dice nel suo surreale videomessaggio Silvio Berlusconi. Feste un po´ speciali, e in una partecipa anche una stellina, la ragazza considerata la fidanzata del «Trota», e cioè Renzo Bossi, figlio del principale alleato di governo. C´è da chiedersi quale sia l´idea di decoro del premier. Veronica Lario parlò di «vergini che si offrono al drago», senza offesa per nessuno, queste ragazze vergini non sono, ma le loro voci sono autentiche. E prima di riportare il vero scenario delle «notti del Drago», occorre riferire un fatto di ieri.
È stata raccolta dalla polizia giudiziaria e dai pm una testimonianza shock. E se è trapelata, è proprio perché alcune storie sembrano colpire la coscienza degli investigatori. Una ragazza ha messo a verbale che lei, quando ha capito il tenore di quelle feste, ha tentato di sottrarsi: «Berlusconi ha insistito, io non volevo, ho cercato di respingerlo. Gli ho detto di no, ma non ce l´ho fatta, e sono stata costretta a subire qualche cosa che non avrei voluto fare». Questo verbale, nato come approfondimento di un´intercettazione telefonica, quasi sicuramente diventerà un´«integrazione» dell´invito a comparire, un´aggiunta a un quadro già molto fosco.
The boss of the record
Per capire di che cosa si parla, meglio usare le parole non di una ragazza qualsiasi, ma di Nicole Minetti, consigliere regionale e coimputata. Invita alla festa una sua amica (il teste A, l´avevamo chiamata nei giorni scorsi) e le dà alcune istruzioni per l´uso: «Ho sentito adesso the boss of the records, gli ho detto ahhh allora stasera, guarda, che porto una mia amica. Mi fa "Ottimo". Gli ho detto: guarda che ha la seconda laurea, ti dà del filo da torcere ... C´è gente per cui è l´occasione della vita quindi ne vedi di ogni... Fidati di me. Detto fuori dai denti no?, ci sono varie tipologie di persone. C´è la zoccola, c´è la sudamericana che non parla l´italiano e viene dalla favelas c´è quella un po´ più seria, c´è quella via di mezzo tipo Barbara Faggioli e poi ci sono io che faccio quel che faccio, capito? Per cui, ecco era solo per non confonderti nella massa, non sii timida, fregatene, sbattetene il cazzo e via andare ... ».
Da un lato perplessa, dall´altro contenta («Un incontro con il mio presidente del Consiglio»), va alla festa. E così, racconta quest´altra, estranea al giro delle amiche del presidente, «ci siamo diretti ad Arcore con l´autovettura di Nicole, però ci siamo fermate nei pressi del San Raffaele, perché la Minetti aveva appuntamento con altre ragazze che sempre dovevano recarsi ad Arcore. Si trattava di tre ragazze non italiane», una è Maristel Polanco di Colorado caffè. Escono dal condominio di via Olgettina, «la casa delle bambole», dove nessuna paga l´affitto, tanto ci pensa il ragionier Spinelli.
Ammiccamenti e balletti
L´amica di Nicole Minetti prosegue il racconto. «Erano presenti circa venti ragazze, a cui ci aggiungemmo noi. Fu a quel punto che sentii la voce del Presidente Berlusconi e lo vidi entrare. Lo stesso poco dopo mi si rivolse in maniera cordiale, dicendomi "Lei è la signorina due lauree" ed io lo salutai dicendo "Buonasera, Presidente" con una stretta di mano...». Si notava «un atteggiamento di confidenza tra le ragazze tra di loro e tra le ragazze e il Presidente, come pure sia con Emilio Fede sia con Carlo Rossella. I canti furono accompagnati da balletti tipo "trenino", cui le ragazze invitate si univano. Dopo la cena sentii alcune delle ragazze dire "Scendiamo al bunga bunga"». È mezzanotte e mezza, e nel sotterraneo «vi sono divanetti, un palo da lapdance, una sorta di banco bar e dei bagni, dove le ragazze andarono a prepararsi per la prosecuzione della serata, che da quel momento in poi assunse caratteristiche diverse da prima. Le ragazze indossarono infatti abiti succinti, alcune modificarono l´acconciatura, il trucco, e assunsero atteggiamenti con connotazioni equivoche, ma senza che si consumassero, almeno in mia presenza, rapporti sessuali. Ricordo ammiccamenti, balletti provocanti e "allegri"». Insomma, lei non si diverte, e se la squaglia appena può, e ne parla alle amiche.
Danza del ventre
Ma fermiamoci qua, passiamo la parola a due uomini. Parlano di un´altra ragazza, Maria, e raccontano che Lele Mora «una sera porta Maria» alla festa da Berlusconi. Dove - copione identico - ci sono «altre 20, 25 ragazze... nella sua residenza, con intorno tutta polizia, carabinieri, c´era Emilio Fede. Tre uomini e ventotto donne, tra cui Maria. Le hanno fatto fare la danza del ventre. Perché è mezza araba e sono rimasti a guardarla e poi alle due di notte praticamente sai questo che faceva? Facevano le orge, là dentro. Alla fine erano senza reggipetto, solo le mutandine, quelle strette. Bevevano tutte, mezze discinte, mezze così, e poi lui è rimasto con due o tre di queste... Bella roba, quindi lei l´ha visto lì, poi gli ha regalato un anello e un bracciale a tutte, compreso a Maria. Pensa un po´ che fa questo signore, lei mi chiamava, era esterrefatta, poi l´ha presa in braccio e poi ha detto presto ci vedremo, ma che schifo quell´uomo...», e cioè Berlusconi.
Berlusconi non stoppa mai questo tipo di feste. A maggio ha rischiato grosso, telefonando in questura e facendo passare la minorenne Ruby per la nipote del presidente egiziano Mubarak. Ma il 25 settembre c´è un ricco invito. Ci sono la solita Minetti e Barbara Faggioli, una nullafacente da candidare alle prossime elezioni. Poi la cubana Lisney Barizonte, la brasiliana Iris Berardi, di 21 anni, Roberta Bonasia, reginetta di bellezza ora proclamata «fidanzata», la bellissima Raffaella Fico, ex fiamma di Cristiano Ronaldo, Barbara Guerra e Elena Morali, 22 anni, al momento fidanzata del «Trota». Le ragazze «si chiamano l´un l´altra per avere notizie sull´organizzazione della cena, cosa che rende di fatto difficile ricostruire i "passa parola"».
La biondona
Il giorno dopo, vale la pena di citare questa conversazione, un po´ confusa, ma nemmeno troppo.
Emilio Fede: «E... e allora? Con chi è rimasto? Due?».
Barbara Faggioli: «Mm, mh... in realtà è rimasto con quelle due, poi c´era la Cinzia e poi c´era la Anna, poi io so che... praticamente ha... ieri è rimasto anche d´accordo che tornava anche la Maristelle, poi c´era quella lì, la pupa, quella che è fidanzata con Renzo Bossi che è rimasta...».
Emilio Fede: «Quale?».
Barbara Faggioli: «Poi... quella la biond...».
Emilio Fede: «Quale? Ah! Quello lì, sì! Ah sì quello lì, che gli piace da mo... no? Quella biondona?».
Anche Fede, dunque, sa che le cene finiscono nel solito modo, che ci sono ragazze davvero di tutti i tipi, e la brasiliana Iris, per esempio, viene intercettata mentre parla con un amico e gli dice: dammi «quello che dice la sua coscienza». L´uomo non capisce, credeva di aver fatto una conquista: «Basta che non siano 50 euro se no ti butto giù dal terrazzo», risponde Iris. Quell´uomo non ci sta, Iris si sfoga con un´amica: «Vedo se vado da Giannino a vedere se incontro qualcuno o in un altro ristorante, raga stasera devo concludere, che sto morendo di fame (ride)». Ma da ridere c´è davvero poco.
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LA RETE DEL PREMIER FECE LIBERARE RUBY di Emilio Randacio, Francesco Viviano -
MILANO - La rete di amicizie e protezione intorno al Cavaliere è capillare. Efficace quando c´è da intervenire di fronte a ogni eventualità. È quello che è accaduto la sera del 27 maggio scorso, quando Silvio Berlusconi, impegnato in una visita istituzionale a Parigi, viene avvertito: Ruby Karima è nei guai. O, forse, è meglio dire che la sprovveduta diciassettenne, finita per una banale denuncia in questura, potrebbe rivelare le sue frequentazioni altolocate. La rete, dunque, si mette in moto.
Questa storia che ha portato all´ultima inchiesta a carico del Cavaliere (prostituzione minorile e concussione le accuse), per quanto ha ricostruito la procura di Milano in cinque mesi di indagine, ha anche un orario di inizio. Sono le 19 e 13 minuti del 27 maggio scorso. Ruby viene fermata da una «volante del commissariato Monforte». Lo sviluppo complessivo dell´intera faccenda dura 8 ore e 47 minuti. Solo dopo questo lasso di tempo, costellato di telefonate allarmate, pressioni, ricostruzioni farsa, infatti, Ruby riuscirà a uscire, libera, da via Fatenebefratelli, affidata formalmente nelle mani del consigliere regionale del Pdl, Nicole Minetti.
Quell´atto è stato possibile, sostengono oggi i tre pm di Milano che conducono l´indagine (Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano), solo grazie a una truffa e anche a un vero e proprio abuso di potere che il premier ha messo in campo che, ora, gli costa l´accusa di concussione. Ruby Karima, infatti, doveva rimanere in custodia alla polizia, non era affatto imparentata con il presidente egiziano Mubarak, e soprattutto fu liberata ancora prima che arrivasse un fax dalla questura di Messina, che accertasse il parere della famiglia della ragazza sul suo affido. Come invece, scrupolosamente, aveva indicato il pm della procura dei minori, Annamaria Fiorillo.
La prima telefonata al cassiere Spinelli]
Ma è la rete attivata per ottenere la liberazione della minorenne a impressionare. Sono le 21 e 20 minuti di quel venerdì 27 maggio quando Michelle De Conceicao, la prostituta brasiliana che ospita nella sua casa milanese Ruby, si attiva dopo aver saputo del suo fermo. Il primo numero che compone «è quello intestato alla società Dolcedrago», in uso a Giuseppe Spinelli, lo storico custode del patrimonio personale di Silvio Berlusconi. È stato Spinelli, venerdì scorso, ad opporsi alla perquisizione ordinata dalla procura nei suoi uffici.
I pm cercavano le tracce dei presunti pagamenti che il «principale» riservava alle ragazze che frequentavano le feste di Arcore. La conversazione tra Michelle e Spinelli è breve. Abbassata la cornetta, la ragazza brasiliana chiama direttamente la questura e chiede delucidazioni sullo stato in cui si trova Ruby. Dopo oltre 10 minuti, la ragazza chiama un radiotaxi e si fa accompagnare subito in questura. Qui, evidentemente, si accorge che Ruby è davvero nei guai, e alle 22 e 19 decide di attivare, probabilmente per disposizioni che ha già ricevuto, uno altro pezzo della «rete».
I contatti con la sede romana del Pdl]
Il numero che compone, secondo gli atti dell´inchiesta, è quello di Nicole Minetti. Non sappiamo il contenuto della conversazione. Attraverso l´analisi dei tabulati, si scopre che le due si riparlano oltre un´ora dopo, alle 23 e 37. Una telefonata che dura poco più di un minuto. Poi, l´ex igienista del Cavaliere contatta direttamente «la sede del Popolo delle Libertà, in via dell´Umiltà 36 a Roma». Dallo spostamento del cellulare si intuisce come la Minetti, «che si trovava a casa», «di lì a breve si muove per la questura». Da questo momento, fino alla liberazione avvenuta alle 2 di notte del 28 maggio, il ruolo principale lo ha avuto direttamente il presidente del Consiglio.
Pietro Ostuni, il capo di gabinetto della Questura che ha avuto un ruolo attivo nella vicenda, quei momenti li ha ricostruiti così alla procura, nel verbale reso il 30 ottobre scorso. «Intorno alle 23-23 e 15 ebbi a ricevere una telefonata sul mio cellulare di servizio». Ostuni, dall´altro capo della cornetta si trova «l´addetto alla sicurezza che mi disse "dottore, le passo il presidente del Consiglio perché c´è un problema"». Qui iniziano le bugie e l´abuso del premier, che a Ostuni spiega «che vi era in questura una ragazza di origine nord africana, che gli era stata segnalata come nipote di Mubarak, e che un consigliere regionale, la signora Minetti, si sarebbe fatta carico di questa ragazza».
Ostuni aggiunge un dettaglio non secondario per quella che ora è l´impostazione dell´accusa. «La parola minore non fu pronunciata (da Berlusconi, ndr), anche se era implicito che si trattasse di una minorenne perché si parlò di affido di una persona priva di documenti». Ostuni, quella movimentata notte, in tutto ha ricevuto «un paio» di telefonate con il capo scorta del presidente. «Nell´ultima - ha concluso Ostuni a verbale - l´ho rassicurato dicendogli che la minore veniva affidata al consigliere Minetti».
[Il questore: il premier ha raccontato una balla]
Anche il questore di Milano, Vincenzo Indolfi (oggi promosso prefetto), nell´interrogatorio davanti a Ilda Boccassini, lo scorso primo novembre, conferma in pieno la ricostruzione del suo funzionario. E, anzi, sembra quasi stizzito della trappola che si è poi rivelata la causa che ha portato alla liberazione della giovane Ruby. «Quando sono venuto a conoscenza della vicenda, non mi ricordo se durante la notte o la mattina successiva del 28 - ricorda Indolfi - io mi sono preoccupato in quel momento soltanto che la gestione della minorenne fosse stata lineare da parte dell´ufficio e quindi il fatto che i miei collaboratori mi avevano rassicurato che tutte le procedure erano stato attivate». Indolfi conclude sconsolato: «il fatto che la Presidenza del consiglio avesse raccontato una balla, per me era poco importante».
Dopo estenuanti trattative, telefonate, contatti, alle 2 di notte, la rete riesce nell´impresa. Oggi, però, sappiamo che il sistema ha fatto acqua. A cominciare dal ruolo avuto dalla Minetti, che della giovane Ruby, pur risultando l´affidataria, si deve essere disfatta in pochi minuti, riconsegnando la minorenne nelle mani della prostituta brasiliana Michelle. A svelarlo è un episodio che avviene pochi giorni dopo, il 5 giugno scorso. Alle 6 del mattino, nell´appartamento condiviso dalle due ragazze, scoppia una lite furibonda che porta a un nuovo intervento delle forze dell´ordine. A chiamare il 112 è la stessa Karima.
Secondo quanto ricostruito da un agente intervenuto, «la minore aveva detto che la Michelle Concecao la costringeva ad avere rapporti sessuali con degli uomini». A quel punto, il poliziotto, dopo aver verificato il fascicolo su Ruby Karima, decide di mettersi in contatto con l´esponente del Pdl a cui, solo una settimana prima, era stata affidata la minorenne. «Provai a contattarla in un arco temporale che potrebbe oscillare tra le 8 e 30 e le 10 e 30 del mattino». Una serie di chiamate continue che non diedero alcun esito: «Nessuno rispose mai», ha aggiunto l´agente ascoltato a verbale lo scorso 6 dicembre. Il seguito, ora, sembra averlo scoperto la procura di Milano.
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ROBERTA NEL TOTO-FIDANZATA FU FINALISTA DI MISS ITALIA "QUANT’È PRESO SILVIO" di Paolo Berizzi -
MILANO - Come si costruisce un fidanzamento posticcio? Quali sono gli ingranaggi della filiera che lo produce? In attesa che la fidanzata di Silvio Berlusconi si disveli ai nostri occhi - le ultime voci e alcune intercettazioni inequivocabili accreditano la 26 enne Roberta Bonasia, miss Torino, infermiera, per la quale il premier avrebbe letteralmente «perso la testa», ma lei al telefono nega persino di conoscerlo - per comprendere come funziona l´officina che sforna relazioni sentimentali salva-scandalo si può partire da un messaggio che Noemi Letizia scrisse a un´amica su Facebook. Erano i giorni della sua storia con un ragazzo che doveva fare finta di essere il suo compagno. «Domenico non l´ho mai amato, ma per lasciarlo devo aspettare le elezioni del 6 giugno», posta Letizia sul suo indirizzo. Domenico è Domenico Cozzolino, l´ex corteggiatore napoletano di "Uomini e Donne" che, in un servizio fotografico posato su Chi - il settimanale di casa Mondadori organico alla Real famiglia - fu spacciato per il fidanzato di Noemi, la giovane amica del presidente del Consiglio. Che quella storia non era amore ma solo una bufala, lo confessò lo stesso Cozzolino in un´intervista a Diva e Donna. Lo pseudofidanzato raccontò che lui e Noemi non stavano insieme. Tutto il "pacchetto" confezionato e servito in edicola per "allontanare" Noemi da Berlusconi, i baci familiari sullo sfondo del Vesuvio, gli abbracci, i sorrisi, i baci anche dei genitori di Noemi (che risultavano essere addirittura separati), era dunque un castello di cartapesta. Veniamo a oggi. Ipotizziamo che il «legame stabile» di Berlusconi sia, almeno per ora, impalpabile o comunque non proprio un grande amore (si è spinti a dedurlo dalle stesse dichiarazioni pubbliche del premier che stridono con altre recenti in cui sempre pubblicamente difende il suo stile di vita da single, «è sempre meglio che essere gay»). E supponiamo che anche in questo caso, come già nel caso Noemi, ci siano uno o più manovratori ai quali è stato affidato l´ingrato compito di allestire un fidanzamento per il Cavaliere. Come si fa? Quali sono i passaggi da seguire? «Fatte salve le due ipotesi, e cioè che o è un grande amore o è una fidanzata di copertura - dice Candida Morvillo, direttore di Novella 2000 - nel caso ci trovassimo di fronte alla seconda si procede così. Prima c´è il reclutamento, che è la parte più difficile. Bisogna trovare una persona che abbia i requisiti e che sia compatibile, anche esteticamente, con il soggetto. Poi scatta il lancio pubblicitario. Che dev´essere in stile rassicurante. Anche nei titoli. Per dire che Noemi era vergine nel famoso servizio scrissero "Sono ancora illibata ", parola d´altri tempi che fa ancora più effetto». Ma quale potrebbe essere il profilo di fidanzata ideale di Berlusconi? «Dovrebbe essere una quarantenne con un passato irreprensibile, con un capitale di credibilità da portare in dote e disposta a mettersi in gioco». Il totonomi, dunque. E se fosse inutile perdere tempo? Le presunte papapili venute fuori in queste ore sembrano già essere tutte fuori dai giochi: Francesca Pascale, Cristina Ravot, Federica Gagliardi, la stessa Nicole Minetti (la cui immagine risulta ora pesantemente compromessa dalle intercettazioni). Forse nemmeno la "prediletta" miss Torino, Roberta Bonasia, potrebbe incasellarsi nella parte. Il 13 agosto 2010 Roberta parla al telefono con Lele Mora. Gli comunica che Berlusconi l´ha invitata in Sardegna. Mora le dice che starà benissimo e la istruisce: «Vestiti da infermiera, con il camice bianco e sotto niente. Solo autoreggenti bianche. Comprati la macchinetta per misurare la pressione e fagli una visita. A lui piace fare il finto malato». Risposta: «Lo faccio davvero». E Lele: «Brava, si prevede un grande futuro per te».
I rumor comunque impazzano, e sarà così chissà fino a quando. Qualcuno rispolvera Darina Pavlov, la vedova miliardaria bulgara amica di Berlusconi. E tornano in auge vecchie e solide frequentazioni del premier: per esempio Sabina Began che si è fatta tatuare le iniziali S. B. su una caviglia e che ieri derubricava il bunga bunga a un banale «codice segreto». Altri mettono in circolo nomi di donne dello spettacolo: televisione, Mediaset. Un attimo dopo però si torna alle fanciulle, tutte graziose, che in questi mesi sono state associate al Cavaliere. Federica Gagliardi, la 28 enne dello staff di Renata Polverini comparsa nel giugno 2010 in una delle missioni internazionali di Berlusconi e subito ribattezzata «la dama bianca». «Sono sempre le solite illazioni - dice a Repubblica - mi hanno stancato, io ho solo partecipato a quel viaggio e basta. Mai avuto rapporti personali con Berlusconi. La sua vita privata non mi interessa e non dovrebbe interessare nemmeno ai media. Invece in Italia l´unica cosa che interessa è il gossip». C´è chi giura che in queste ore l´entourage del premier sia al lavoro per dare il dovuto seguito al suo scoop sulla fidanzata misteriosa. Molte attenzioni sono puntate su Alfonso Signorini, intimo di famiglia, direttorissimo Mondadori, già autore di diversi servizi purificatori: dal reportage sul party di Casoria alla propagazione della verginità di Noemi. Il servizio su Berlusconi nonno con in braccio il nipotino durante l´affaire D´Addario. Fino al pranzo di Natale ultimo, lieta e funzionale parentesi mediatica allo scandalo Ruby. Una cosa è certa. Nella caccia alla nuova anima gemella del premier c´è un dato che resta impresso. Tutte le signorine che parlano di lui dicono di amarlo. Tutte lo amano. Da Sabina Began, che sente di dover specificare che di amore platonico si tratta, alla russa Raissa Skorkina. Il sentimento le accomuna. Ma alla fine una sola vincerà.
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«NON SONO LA CUSTODE DELL’HAREM» di Paolo Colonnello, La Stampa
Nicole Minetti ha il sorriso triste e preoccupato di chi sa di essersi infilata in una storia più grande di lei: «Ho solo 25 anni, capisci? E mi sembra di essere entrata in un frullatore». E’ molto più bella «Micole» delle foto in cui appare nei tailleur d’ordinanza da consigliera regionale. Un fisico statuario, i capelli raccolti a coda di cavallo, l’aria da ragazza per bene e al tempo stesso disinibita. Impossibile per un uomo come Silvio Berlusconi non accorgersi di lei. «L’ho conosciuto appena due anni fa, quando ne avevo 23. Quella dell’igienista dentale al San Raffaele è una leggenda. Comunque ero maggiorenne».
E’ lei «la dama bianca», «lo stabile rapporto affettivo» rivendicato dal premier in tivù per spiegare che i dopocena di Arcore erano solo innocenti evasioni? La Minetti, come si dice in questi casi, «non conferma né smentisce».
«Sul punto non voglio rispondere, perché si tratta di una cosa che riguarda la vita privata del premier, non la mia. Certo, come tanti e tante ho subito il fascino di Berlusconi che è un uomo davvero interessante...».
Ma lei, Nicole, alle cene di Arcore c’è andata?
«Sì, ovvio. Ci sono andata qualche volta e a queste cene, davanti a me, non è successo nulla».
Nessun «bunga bunga»?
«Non ho visto niente, questa del bunga bunga è una barzelletta». Eppure dalle intercettazioni si direbbe il contrario. «Non le leggo le intercettazioni».
Perché ha detto a una ragazza che la doveva «briffare», cioè farle un briefing per essere «pronta a tutto» ad Arcore?
«Ma “briffare” può voler dire qualsiasi cosa e non certo che devi essere pronta a tutto. Comunque mi sembra allucinante chesui giornali si pubblichino cose dette tra me e miei amici».
Come Emilio Fede?
«Lo conosco abbastanza bene».
E Lele Mora?
«E chi non lo conosce, Lele Mora».
Ora siete indagati insieme per favoreggiamento della prostituzione. Che ne pensa?
«Assurdo. Non sono la custode “dell’harem” di via Olgettina. Non c’è nessun harem...».
Però ci sono degli appartamenti a lei intestati e in cui vivevano le ragazze delle feste ad Arcore. Ci spiega?
«Innanzitutto non ho “gestito” degli appartamenti. In via Olgettina ci sono 3 appartamenti intestati a mio nome e abitati da persone che collaborano a Mediaset».
Ma chi le ha intestato questi appartamenti?
«Non intendo rispondere».
E questi appartamenti vengono fatti girare tra le ragazze? «Non lo so».
Scusi, ma chi paga l’affitto?
«Il canone di locazione mi veniva rimborsato».
Da chi?
«Non voglio dirlo».
Secondo i pm dallo stesso Berlusconi.
«Vedremo...».
Parliamo di Ruby.
«Ha raccontato un sacco di balle».
u lei ad accompagnarla la prima volta ad Arcore la sera del 14 febbraio scorso?
«No, la trovai già lì».
E chi l’aveva portata?
«Non lo so».
Ma Fede e Mora erano presenti?
«Sinceramente non ricordo, forse... C’era un sacco di gente, fu una serata qualsiasi. Ruby l’ho conosciuta la prima volta in quell’occasione. E poi l’ho rivista altre volte, sempre a cena, ad Arcore. Mai vista fuori da quel contesto... Anzi, no. Una volta credo di averla incontrata in un locale, ma non mi sembra fosse l’Armani Nobu come dice lei. Di fatto l’ho rivista quando andai a prenderla in Questura». Chi le chiese di andare in via Fatebenefratelli?
«Inizialmente mi chiamò Michelle de Oliveira, la brasiliana amica di Ruby, dicendomi di avere avuto il mio numero da un’amica comune che le aveva indicato Ruby. Poi mi chiamò il presidente che mi disse se potevo andare in Questura perché Ruby aveva avuto un problema, che era stata fermata perché non aveva documenti con sé».
Glielo disse Berlusconi?
«Sì. Io poi firmai l’affidamento temporaneo. Ma prima chiesi ai poliziotti: ma se domani questa va nei guai poi ne devo rispondere io? Mi dissero di no. Così come mi spiegarono che non era necessario che Ruby venisse a casa mia. Così firmai».
Ma scusi, cosa ha pensato quando il presidente del Consiglio la chiamò per andare a prendere una ragazza come Ruby?
«Ma niente, si vedeva lontano un miglio che questa ragazza aveva dei problemi. Ho pensato solo che la volesse aiutare».
E poi?
«Visto che anche la brasiliana era stata identificata e che Ruby poteva tornare a dormire da lei, ci salutammo. Erano le due di notte. Il giorno dopo chiamai Ruby per sapere come stava, dopodiché non l’ho più sentita».
Tornerebbe alle cene di Arcore?
«... Sì, perché no? Ma forse starei più attenta alle persone di cui mi circondo».
E adesso come si sente?
«Penso che mi stanno rovinando la vita».
Non pensa di essersela rovinata da sola? A Nicole Minetti salgono le lacrime agli occhi. E rimane in silenzio.
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IL RICATTO DI RUBY AL PREMIER «GLI HO CHIESTO CINQUE MILIONI», di Giuseppe Guastella, Corriere della Sera
MILANO — Karima El Maurough «Ruby» è stata interrogata quattro volte tra luglio ed agosto scorsi. I verbali sono indicati nell’invito notificato a Silvio Berlusconi, ma di essi non viene riportato nulla. Ci sono, invece, le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra lei e gli amici e le dichiarazioni di chi la conosce. La giovane non perde occasione per vantarsi di essere amica del presidente del consiglio, di essere stata a casa sua. Sulle prime, nessuno le crede. Cambieranno idea. Tra il 14 febbraio e il 2 maggio, c’è stata per otto notti. «Vieni in Riviera domani almeno 4 mila euro» Cosa Ruby facesse è lei stessa a dirlo a una ragazza italiana che ammette di essere una prostituta. Interrogata il 17 dicembre, i pm le leggono una telefonata in cui Ruby la invita a trasferirsi sulla riviera ligure: «Vieni perché c’è tanto lavoro qua, perché io vivo qua a Nervi (...) però vado sempre a Portofino, Santa Margherita» . Quindi Ruby le riferisce di una conversazione che ha avuto con un uomo: «Gli ho detto ... "ma quantomi dai a me e alla mia amica?"Mi fa "Quanto volete?". Le ho detto "Va bene, non ti chiedo tanto, mille". E lui fa ""No mille sono tanti". Io ho detto "Mille, ma sono 500 euro a testa, caro". E lui fa "No, ma preferisco che vieni solo tu e che non viene la tua amica". Io gli ho detto "Se non viene la mia amica, non vengo neanche io"» . E aggiunge: «Oggi è venerdì, c’è poco, ma domani sera ci deve essere per forza, domani c’avrò come minimo cinque clienti che comunque dobbiamo fare per diversi orari della serata, cioè torniamo a casa almeno con 4 mila euro e perciò domani ci devi essere per forza» . ... quando le chiedono di spiegare, la teste risponde: «Mi ha detto che lei era in grado di procurare persone che erano disposte a pagare per delle prestazioni sessuali» . «Silvio sa che sono minorenne ai magistrati non l’ho detto» Il 7 settembre Ruby parla con una donna: Ruby: «Adesso praticamente sanno che io vado da Silvio e conosco Silvio (...) però io gli ho detto scusami cioè, ci conosciamo, io ho negato il fatto che Silvio sa che sono minorenne, le ho detto che lui sa che sono maggiorenne (...) perché non voglio metterlo in casini» . Interlocutrice: «Certo!» Ruby: «Perché sono maggiorenne, che c’ho 24 anni, però ci vado come amica, in forma di amica, non è che tra di noi c’è niente. (...) Lui (il pm, ndr.) m’ha detto, non è che per caso è un caso di prostituzione o lui vuole il tuo corpo (...) o tutti gli aiuti che hai avuto li hai avuti tramite lui? Gli ho detto no! Assolutissimamente. In effetti loro erano restii a darmi in affidamento a Lele (Mora, chiese l’affidamento di Ruby, ma gli fu negato, ndr.) proprio perché pensavano che c’era un collegamento (un, ndr.) nesso con Silvio Berlusconi» (...) «Perché d’altronde sono grandissimi amici, però siamo riusciti alla fine a smentire il tutto» . «Io lo chiamo Papi ma non come quella napoletana» Come Noemi Letizia, anche Ruby racconta di chiamare Berlusconi «Papi» . I magistrati lo sanno da un’altra intercettazione dell’ 8 settembre in cui la marocchina parla con un amico. Amico: «Tu hai il papà, lo zio. A lui come lo chiami? Lo zio, il nonno? Come lo chiami?» Ruby: «E no, papi» . Amico: «E siamo messi bene, Madonna mia! Fai come la napoletana, il papi lo chiamava» . Ruby: «No, no, la napoletana è un’altra cosa, io sono un’altra» . «E quella è la pupilla, io sono il c... (ride)» . Amico: «Ah! Quella è la pupilla e tu sei il c..... e va bè non fa niente, meglio di niente. Il culatello» . I pm non hanno depositato intercettazioni di parlamentari. Ma è Ruby che, parlando il 7 ottobre con quello che è poi diventato il suo fidanzato, riferisce dei suoi presunti colloqui con il premier. «Mi sono sentita con lui» . Uomo: «Chi è lui? Ruby: «Lui! Lui» . Uomo: «Lui, lui? Lui il grande?» . Ruby: «Luiii, Gesù. Comunque (...) mi sono sentita con lui che m’ha chiamato proprio tre minuti fa, poi dopo m’ha chiamato Rubba. Mi ha detto che s’è sentito con Lele (Mora, annota l’agente), che io ho fatto, ho scritto tutte le cose, con l’avvocato e m’ha detto che ha saputo che ho detto tante cose. Le ho detto, guarda, io ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Le ho detto tutte quelle che ho detto le ho dette per un semplice motivo, che ero messa davanti all’evidenza non potevo negare. Mi fa, ma noi non siamo in pericolo, noi siamo in difficoltà, mi fa, però sono cose da superare. Le ho detto sì, però io ti volevo fare un’altra domanda, le ho detto, che è quella che m’interessa di più. Mi fa dimmi, le ho detto, cioè, io voglio che almeno, da tutta questa situazione io ne esca con qualche cosa, perché di tutta la situazione cioè, sinceramente, non, non me ne frega niente. Lui fa, è normale, (...) quando il mare è in tempesta non è che le persone si lasciano soccombere, boh, una cosa del genere» . Il 26 ottobre, a caso esploso, la ragazza ripete il concetto al padre. Ruby: «Ora è venuto ... Sono con l’avvocato che stiamo parlando di queste cose e dobbiamo trovare una soluzione, mi ha detto ... come si dice ... gli ha detto... gli ha detto ... Silvio gli ha detto "dille che la pagherò il prezzo che lei vuole l’importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica che lei... che dica pure di essere pazza ma l’importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha diciassette anni, o che non è mai venuta a casa mia» . «Lui mi chiama di continuo Ha detto: devi passare per pazza» Un paio di ore dopo, riprende in racconto con un’amica. Ruby: «È venuto da me mi ha chiamato oggi lui. Mi ha chiamato la sua segreteria due volte, mi ha chiamato il mio avvocato, mi ha chiamato Lele, mi hai chiamato tu e io stavo dormendo... è venuto il mio avvocato, è venuto adesso, ha fatto la strada da Milano ha detto "Ruby, dobbiamo trovare una soluzione... è un caso che supera quello della D’Addario e della Letizia, perché tu eri proprio minorenne... adesso siamo tutti preoccupatissimi". (...) Ma il mio caso invece, io frequento casa sua da quando c’avevo sedici anni. (...) A parte che io ho negato il tutto ho detto no, sono andata a casa sua ma lui pensava fossi maggiorenne, pensava che avessi ventiquattro anni, anche perché non li dimostro, poi dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori casa perché io sto cercando di salvaguardare lui così a me mi torna in tasca qualcosa» . Altra telefonata, stavolta con una donna. La marocchina è sempre più conscia della portata di quello che sta accadendo. Ruby: «Ho parlato con Silvio gli ho detto... che ne voglio uscire di almeno con qualcosa... cioè mi da... 5 milioni... però... 5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome...» . Donna: «Ma come, 5 milioni...» . E due giorni ripete a un’altra persona di aver chiesto a Berlusconi 5 milioni. Ruby: «Silvio mi chiama di continuo, mi ha detto cerca di passare per pazza... per quello che... che puoi... per pazza... racconta cazzate... ma io ti sarò sempre vicino... mi fa ... di qualsiasi cosa, e avrai da me qualsiasi cosa che tu vuoi... con il mio avvocato gli abbiamo chiesto 5 milioni di euro ... in cambio di... del fatto che io passo per pazza, che ho raccontato solo cazzate... e lui ha accettato... in effetti seguiremo questa... questa strada...» (...) A un’altra amica: «Lui mi ha chiamato ieri dicendomi Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti, ti, ti pago... ti metto tutta in oro ma l’importante è che nascondi il tutto, nascondi il tutto, non dire niente a nessuno» (...) «Ma può essere... per me mafioso... può essere quello che vuole, l’importante è che a me mi sta riempiendo di soldi... sta cambiando la mia vita, guarda... ti faccio una domanda, però rispondimi sincera; se a te Silvio ti mettesse nelle tue mani 6 milioni di euro...» .
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«IO LA FIDANZATA? PARLI PRIMA SILVIO» «UN MILANESE FA IN FRETTA AD ACCORGERSI DI UNA NAPOLETANA» di Fabrizio Roncone, Corriere della Sera -
«Oh, nooo... Ancora? Ma non sono stata già abbastanza chiara domenica sera?» . Ma non sarà che domenica sera mi ha raccontato una piccola bugia? «Allora, per sua buona regola: la sottoscritta, Francesca Pascale, non racconta bugie. Mai. A nessuno» . È sicura? «Sicurissima» . Eppure continua a girare con insistenza la voce che sia proprio lei la fidanzata di Silvio Berlusconi. «Uff...» . Non sbuffi, la prego: l’altra sera lei ha negato di... «No no, guardi: io, l’altra sera, non ho negato niente. Mica ho detto no, non sono io la fidanzata...» . Ha detto: «Magari fossi io» . «Magari, ecco... Ho detto magari... Eh...» . È lei o non è lei? «Allora, mi ascolti bene: io non è che posso dirle come stanno, realmente, le cose» . E perché? «Perché sì. Mi dia retta: sentiamo prima lui» . Lui chi? «Berlusconi, e chi se no? Vede, se il Presidente avesse voluto svelare il nome della sua fidanzata, lo avrebbe già fatto, non trova?» . Lei sta facendo un giochino strano. «No, scusi. Io dico una cosa semplice: se Silvio avesse voluto raccontarsi totalmente, beh...» . Insomma, è lei o non è lei? «Su... Forza... Non posso...» . Non può cosa? «Non mi va di dirle no, non sono io» . Va bene, signorina: grazie, e mi scusi se l’ho disturbata. «No no... Ma che fa? Guardi che io non voglio essere sgarbata, e tantomeno mi piace stare nella parte di quella che fa la misteriosa. Solo che...» . Cosa prova per Berlusconi? «È un uomo adorabile...» . Prosegua. «E lo adoro non per l’incarico politico che ha, né per l’essere il fenomenale imprenditore che conosciamo...» . E allora cos’è che l’affascina? «Mi affascina da impazzire l’uomo, quello che dice, ciò che pensa» . Sono parole di amore. «Le giuro... Sono imbarazzata. Che le devo dire? No, davvero, non c’è nulla da dire» . Quando vi siete conosciuti? «— fu ai tempi del gruppo "Silvio ci manchi". Avevamo stampato questa scritta sulle maglie. Ovunque arrivasse lui, noi eravamo lì, ad aspettarlo» . Il Cavaliere la notò subito. «Quasi subito. Un milanese ci mette poco ad accorgersi di una napoletana, no? Io, intanto, avevo comunque affittato anche un aereo, per far sventolare alto nei cieli il nostro grido di battaglia, "Silvio ci manchi"» . Poi, dicono, lui la invitò su un altro aereo, quello suo, privato: per una cena intima sulla pista dell’aeroporto di Capodichino. «Lo vede? Lei vuole mettermi in imbarazzo» . Francesca, a proposito di imbarazzo: cosa prova quando legge tutte queste storie di «bunga bunga» , di feste e festicciole ad Arcore... «Cosa penso? Non ci credo. È solo fango. Punto e basta. Sono stata abbastanza chiara?» . Sulla storia del fidanzamento, un po’ vaga. «Vaga?» . Ammiccante. «Facciamo così. Lei conosce la favola di Cenerentola? Beh, se dovessi davvero essere io ad avere la scarpetta di cristallo, le prometto che la prima intervista esclusiva da fidanzata di Berlusconi la rilascio a lei. Contento?» . (Alla fine dell’intervista, a taccuino chiuso. «E poi senta una cosa: lei, sul «Corriere» , l’altro giorno, ha scritto che ho un gran viso. E la ringrazio, per questo. Solo che a Napoli si dice "hai un bel viso"a quelle che poi sono un po’ cesse... Mentre, scusi, mi ha visto bene di spalle?» ). Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA MINETTI E I SOLDI DA SILVIO ALLE RAGAZZE di Luigi Ferrarella, Corriere della Sera
MILANO — «Son contenta del regalo che m’ha fatto» il premier, esulta intercettata al telefono con un amico una delle ragazze che hanno passato la notte ad Arcore dopo la festa del 19 settembre 2010. «Cash! Eh, un cristiano normale lavora sette mesi per prendere quello che ho preso io, mi sa che è un po’ tanto...» . Ma d’altra parte, «se non m’aiuta lui chi m’aiuta? Io qua a Milano non c’ho voglia di andare a cercarmi un lavoro da 1.000 euro. Perché poi, coi titoli di studio che ho, se ne guadagno 800 son già tanti!» . A qualche ora di distanza, un’altra delle partecipanti intercettate è incerta se contentarsi o rammaricarsi per l’esito della notte: «Aveva (Berlusconi, ndr) anche delle buste da 5 e da di più, e allora io sono contenta» , ma «praticamente mi ha dato uguale alle altre, pensavo che magari mi distinguesse un attimo dalle altre, infatti loro due sono entrate insieme in stanza e io sono entrata dopo da sola, perché pensavo che lui... Vabbeh, mi ha dato il braccialetto d’oro. Però cavolo, con un diamantino piccino... Preferivo i soldi, ma va bene anche quello» . E così che, intercettazione dopo intercettazione, si sbriciola la tesi centrale del videomessaggio di Berlusconi («mai pagato per una donna nella vita, lo considererei degradante per la mia dignità» ). Per i pm l’ «ascolto delle conversazioni telefoniche consente di affermare» che «nel corso della serata» ad esempio del 5 settembre 2010, quando «l’invito a partecipare alla cena è giunto da Silvio Berlusconi che contatta o viene contattato dalle ragazze, ad alcune persone è stato regalato del denaro» : ed è paradossalmente proprio una fedelissima del premier, la consigliere regionale lombarda Nicole Minetti (indagata per favoreggiamento della prostituzione), a raccontare inconsapevolmente ai magistrati, intercettata con una delle ragazze il giorno dopo, «di essere stata presente mentre Silvio Berlusconi consegnava il denaro» . All’indomani, infatti, Minetti «chiede se lui (Berlusconi, ndr) alla fine è stato con» una certa ragazza, e l’interlocutrice conferma, dice di essere andata via di mattina e commenta: «Sono stata un po’ cogliona perché non ho beccato nulla» . «Ma neanche io ho beccato un c...» , solidarizza Minetti. «L’amica di Emilio sì» , lamenta però l’altra ragazza, come pure l’altra rivale alla quale la nottata ad Arcore è valsa «nove scarpe» . E sono sempre le intercettazioni ad ascoltare chi da Berlusconi ha avuto «un braccialetto e 2.000 euro» , chi «dice alla madre di aver ricevuto 7» , chi chiede conferma sms che la rivale abbia «avuto 6,5 ok?» , chi spiega di aver «diviso in due una (busta, ndr) da 5» con un’altra ospite. Del resto il genere di ragazze reclutate per le feste del premier è efficacemente sintetizzato proprio dalla Minetti a una nuova invitata, una studentessa universitaria: «C’è gente per cui è l’occasione della vita, quindi ne vedi di ogni... Detto fuori dai denti, ci sono varie tipologie di persone: c’è la zoccola, c’è la sudamericana che non parla l’italiano e viene dalla favelas, c’è quella un po’ più seria, c’è quella via di mezzo. E poi ci sono io che faccio quel che faccio, capito?» . Mica tanto se all’indomani la studentessa a un’amica descriverà così la festa del premier: «Allucinante. Ma no, uso una parola ancora più chiara: un puttanaio» . Ad altissima competitività. Quando la favorita di turno perde colpi, ad esempio, Minetti commenta: «Anche lei ha avuto il suo momento, è così che funziona, ognuna ha avuto il "suo momento"e non bisogna prendersela quando finisce, magari fra due settimane sarà Pinco Palla» . Eppure la generosità del premier non soddisfa tutte. Qualcuna, rivelandola a un amico, scrive una letterina al premier: «Amore, inizio questa lettera ringraziandoti di cuore per avermi cambiato la vita: sei una persona buonissima, veramente unica, e io ti voglio veramente tanto bene. Ho però un forte bisogno di un lavoro perché mantengo tre famiglie con un lavoro precario di soli 600 euro con un affitto di 450 euro. Mi vergogno tantissimo a dover sempre chiedere qualcosa, ma non vorrei mai tornare ad andare a letto con persone che non mi piacciono. Allora mi rivolgo a te, capendo perfettamente che siamo in tante e abbiamo tutte delle esigenze. Amore per favore (ride al telefono, ndr) aiutami a trovare un lavoro per chiedere un mutuo che è uno dei miei sogni più grandi...» . Altre, invece, temono che il premier «fra un po’ ci manda tutte affan... Insomma, le cene possono diminuire, però mi devi dare una certa stabilità economica... Papi qua è la nostra fonte di lucro» , e «se ci vuol ridurre le cene, è ora che iniziamo a rubare qualcosa dalla casa...» . Luigi Ferrarella lferrarella@corriere. it © RIPRODUZIONE RISERVATA