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 2011  gennaio 16 Domenica calendario

OTTO HOLDING, EDITORIA E MATTONE IN MANO A SPINELLI I SOLDI DEL CAVALIERE - MILANO

Non ha la simpatica faccia tosta di Emilio Fede. Non ha lo charme e la battuta pronta di "Fidel" Confalonieri. Non è mai apparso in tv e in 32 anni di lavoro a fianco di Silvio Berlusconi (ha iniziato nel ‘78 in Edilnord) ha rilasciato alla stampa una sola dichiarazione: «Quello che avevo da dire l´ho detto all´avvocato Ghedini». Eppure nella vivace e poliedrica galassia del premier, Giuseppe Spinelli - il ragioniere incaricato (dicono i pm) di gestire la contabilità dei festini di villa San Martino - ha da almeno trent´anni un ruolo di primissimo piano.
L´agiografia lo dipinge - in assenza di spiegazioni dal diretto interessato - come il tesoriere di Arcore. Ma è una definizione riduttiva. Il 69enne ragioniere di Settala da tre decenni si fa carico, lontano dai riflettori, di tutti i guai e le acrobazie contabili del Cavaliere. E tiene saldamente in mano - lui più di chiunque altro - le chiavi delle casseforti di famiglia: è amministratore di tutte e otto le holding di controllo di Fininvest (di tre è pure presidente, compreso la seconda, la più importante). Guida la Idra Immobiliare, la società che controlla Villa Certosa e le tenute in Brianza. Di più: è l´ultimo filo sottile che lega i due rami della dinastia di Arcore. Visto che malgrado la rottura tra il presidente del Consiglio e Veronica Lario, il fidatissimo Spinelli ha mantenuto la carica di amministratore delegato de "Il Foglio" - il quotidiano partecipato dalla ex first lady - ed è diventato amministratore unico della Bel, la holding nel mattone appena costituita da Barbara, Eleonora e Luigi, i figli di secondo letto del premier.
«È lui il vero cardinale Richelieu di casa Berlusconi», dicono i fedelissimi del Biscione. Sarà. Di sicuro Spinelli non si è montato la testa. Manovra miliardi, gestisce dal suo ufficio a Milano 2, Residenza Parco, decine di ville da sogno, da Antigua alla Costa Smeralda fino alle Bahamas. Passa ore e ore - è la teoria dei pm milanesi - a liquidare in bigliettoni da 500 euro splendide fanciulle reduci dai party di Arcore. Occupandosi pure di gestire le spese condominiali delle poche fortunate che il generosissimo Cavaliere ospita nei suoi appartamenti personali a Segrate. Questo fiume di denaro e le grazie di meteorine e veline varie non sono riusciti però a fargli cambiare vita. E spenta ogni sera la luce del suo ufficio («pertinenza della segreteria politica del premier», è il cartello appeso sulla porta che ha fatto rimbalzare venerdì la polizia giudiziaria arrivata per una perquisizione), Spinelli torna a casa. Lo stesso appartamento di sempre a Bresso, periferia nord di Milano e periferia Sud della luccicante Brianza berlusconiana.
Perché il Cavaliere ha tanta fiducia di quest´uomo? Perché il riservatissimo Spinelli si è conquistato la fiducia sul campo: respingendo (almeno fino ad oggi) senza bisogno di proclami tv e del legittimo impedimento tutti gli attacchi dei pm al suo lavoro. Il primo risale al ‘95, quando nel mirino della magistratura sono finiti alcuni libretti al portatore gestiti dal tesoriere di Arcore su cui erano stati parcheggiati 10 miliardi di vecchie lire (fondi neri per gli inquirenti) nell´ambito dell´acquisizione della Medusa. Il secondo si è concentrato sulla girandola societaria in odore di frode fiscale che ha consentito al premier di comprare i terreni a Macherio. Il terzo, tre anni fa, su Villa Certosa, con Spinelli indagato con 13 capi d´accusa in qualità di ad della Idra per abusi edilizi relativi alla Torre degli Ibiscus, al teatro greco-romano e alle vasche talassoterapiche nel buen retiro sardo del Cavaliere. Il Richelieu di Bresso è uscito pulito da tutti e tre questi inciampi giudiziari. E in attesa che Boccassini & C. scoprano le loro carte, il premier incrocia le dita. Sperando che il talismano Spinelli basti a salvarlo dal ciclone del Bunga-Bunga.