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 2011  gennaio 16 Domenica calendario

ALEMANNO: «TRAFFICO E DECORO LE PRIORITA‘ DI ROMA»


Maglione stile Marchionne, Alemanno è seduto nel salottino del suo ufficio in Campidoglio. La faccia stanca di chi ha dormito solo 3 ore per notte nell’ultima settimana. Ritmi da 12 caffè al giorno («non bevo, non fumo, questo è l’unico vizio, ma lo so che dovrei scendere almeno a 7»). Alle spalle il quadro di San Sebastiano, martire della Chiesa, trafitto dalle frecce. «Evitiamo paragoni - scherza girandosi a guardare il quadro - ma certo fare questa giunta è stata una faticaccia. Adesso si riparte». Come? «Non c’è bisogno di fare una svolta perché la direzione che avevamo preso era quella giusta. Serve però un’accelerazione per far percepire alla città i risultati che stiamo ottenendo. Ai romani è arrivata solo una parte ridotta del grande lavoro che abbiamo fatto. Non siamo stati bravi a comunicare i risultati e i cambiamenti che abbiamo ottenuto».
Da cosa è dipeso?
«Il Comune di Roma che abbiamo ereditato era una macchina sfasciata, sia dal punto di vista organizzativo che finanziario. E poi da parte nostra c’è stata, diciamolo, una certa inesperienza di governo. Il centro destra a Roma non ha mai governato. A parte la Provincia con Moffa, che secondo me ha fatto meglio di Gasbarra e la Regione con Storace, che ha fatto meglio di Marrazzo, è un po’ poco. Inesperti, forse, ma non sono diventato sindaco per caso. Non mi dimetterò per incarichi di governo e voglio ricandidarmi nel 2013 per diventare il primo cittadino di Roma rimasto in carica più a lungo».
In concreto quali sono le priorità dell’Alemanno bis?
«Sul fronte della vita quotidiana puntiamo a migliorare il decoro della città e il traffico. Sul fronte dell’economia, la crisi e la carenza di stanziamenti si possono contrastare solo accelerando le decisioni e le procedure. Bisogna avere le spalle larghe e questa Giunta è più forte della precedente».
Per esempio, come pensate di affrontare gli storici problemi di Roma come le buche e la mancanza di vigili urbani in strada?
«Il problema della manutenzione delle strade non è una questione di volontà ma solo di soldi. Quest’anno abbiamo stanziato quasi cento milioni di euro per rifare molte strade. Continueremo così. Basti pensare che secondo uno studio dell’Acer per sistemare Roma servirebbe uno stanziamento di 250 milioni per tre anni consecutivi».
Ha dimenticato i vigili?
«Abbiamo assunto nuovi agenti ma abbiamo dato al Corpo anche tante nuove competenze come il rispetto delle ordinanze antiabusivismo, antiprostituzione e lavavetri. Sicuramente ci sono margini di efficientamento. Per questa ragione in settimana ho convocato una riunione con i vertici della Municipale».
Torniamo al decoro: i romani non ne possono più di veder oltraggiati gli angoli più pregiati della Capitale da bancarelle e camion bar con tanto di autorizzazione.
«Sto lavorando con l’assessore Di Paolo alla Regione affinchè venga cambiata la legge e si possano spostare le concessioni di suolo pubblico con più semplicità. Ma quando arriveranno i poteri di Roma Capitale, avremmo finalmente il potere per decidere da soli su questo tema».
E invece gli ambulanti abusivi?
«Ho confermato nella nuova giunta l’assessore al Commercio Davide Bordoni e gli ho detto che si gioca tutto nel contrasto al commercio irregolare e ai cartelloni abusivi. Devo dire che negli ultimi mesi sulle affissioni si è fatto un buon lavoro e molte rimozioni. Bisogna proseguire ma non è una battaglia che possiamo vincere da soli».
Si spieghi meglio
«Abbiamo bisogno dell’aiuto della Guardia di Finanza. Su un cartellone abusivo c’è la firma. Bisogna indagare su chi ha comprato e chi ha venduto quello spazio per contrastare questa mafia. Gli ambulanti abusivi hanno bisogno di depositi. Insomma, noi lavoriamo a valle ma c’è bisogno di chi combatta a monte queste due piaghe. Proprio la prossima settimana avremo un vertice col prefetto e con il comandante provinciale della Fiamme Gialle».
Il Pontefice ha annunciato che il Primo maggio ci sarà la beatificazione di Giovanni Paolo II: sarà un’invasione.
«Lo sappiamo. Lavoreremo per tutto marzo all’organizzazione di questo evento. Non falliremo. Come d’altronde non abbiamo mai fallito ai grandi appuntamenti che abbiamo affrontato dalla finale di Champions, ai mondiali di Nuoto. Ne è convinto anche il Papa».
Ovvero?
«Nell’udienza di venerdì il Pontefice mi ha detto “sono convinto che saprete affrontare l’appuntamento. Gli italiani sono fatti così. Danno il loro meglio nelle emergenze”».
Fase 2 anche nella collaborazione con le altre istituzioni?
«I rapporti sono già ottimi con le forze di polizia e con il prefetto. Stanno facendo un gran lavoro. I responsabili dei maggiori eventi delittuosi, per esempio, sono stati tutti individuati. Bisogna, però, rafforzare la prevenzione. Serve una maggiore presenza di uomini sul territorio. E al prefetto chiedo di risolvere una volta per tutte la questione dei cortei. Oppure ammetta che non è in grado di farlo attraverso un accordo con i sindacati».
Non si può dire la stessa cosa per i rapporti con la Provincia. Con Zingaretti è già campagna elettorale.
«Il bon ton istituzionale lo ha rotto il Pd con i suoi manifesti su Parentopoli. Sono stato costretto a denunciarli per diffamazione. Ma proprio in occasione dell’udienza papale ho proposto a Zingaretti una tregua».
Ma Zingaretti parla da presidente della provincia non da leader Pd.
«A Roma Zingaretti è il leader naturale del Pd, non può nascondersi dietro un dito».
Veniamo alla nuova giunta: troppe pressioni, tutti aggrappati alla propria poltrona.
«Maurizio Leo non ha fatto alcun problema perché il suo incarico era a termine fin dall’inizio perché è anche presidente di una commissione parlamentare. Ma per gli altri c’è stata un po’ di esagerazione. L’alternativa era non fare niente».
Invece c’è anche chi ha fatto stampare i manifesti
«Cambiare cinque assessori in corsa è un gesto forte. Mi rendo conto che possa ferire. Però in fondo a nessuno è stato offeso personalmente. Chi ricopre una carica pubblica dovrebbe sempre farlo per spirito di servizio e avere sempre la valigia pronta».
A proposito di valigie: è vero che a un certo punto, nel cuore della notte, ha minacciato di dare le dimissioni?
«Più di una volta, se è per questo. E non erano solo minacce, ero disposto realmente a farlo. Ma proprio per quello che dicevo prima. Tutti noi, io per primo, dobbiamo essere pronti a fare le valigie».
E però c’è anche chi ha preferito non entrare nella squadra. Ad esempio Monorchio.
«A Monorchio l’offerta è stata effettivamente fatta. Ci ha risposto che sarebbe entrato in evidente conflitto di interessi con il suo ruolo di consulente per alcuni grandi banche. Rimane però un dato: un assessore guadagna 3.500 euro al mese e non è facile trovare persone di grandissimo spessore professionale disposti a rinunciare ai loro guadagni. C’e poi da dire che abbiamo fatto tutto in una settimana».
Non ve lo aveva mica ordinato il dottore di fare tutto in una settimana.
«No, ma non potevamo perdere altro tempo. Per un fatto di immagine e anche di sostanza. Un sindaco senza la sua giunta non può fare niente».
Adesso c’è la giunta ma non ci sono le donne o meglio è rimasta solo la Belviso. Ha fatto arrabbiare la Finocchiaro e la Melandri, ma anche la Meloni e la Angelilli non sono state tenere.
«La più arrabbiata di tutte è mia moglie (Isabella Rauti, consigliere regionale, ndr)».
A Parigi su 25 assessori 14 sono donne.
«Il problema non è soltanto nostro. Ogni volta il centrodestra si trova in difficoltà. C’è una carenza strutturale del nostro schieramento, evidenziata anche nel consiglio comunale dove le nostre elette sono soltanto due».
Le giovani del Pdl vanno subito in Parlamento...
«Posso garantire che se con la riforma di Roma Capitale diventeranno gli assessori diventeranno 15 e mi impegno a riequilibrare la giunta per ovviare a quella che considero la pecca più grave».
L’altra pecca è aver liquidato Croppi, un assessore alla Cultura che ha ricevuto attestati di stima anche dal centrosinistra.
«Dispiace anche a me, l’ho difeso per tutta la notte. Per me è stata la ferita più grande, lo avevo scelto io, ma avendo già messo due tecnici non avevo altre soluzioni. Il suo avvicendamento non è dipeso da un problema di veti e nemmeno dal suo avvicinamento a Fli, ma dalla sua rappresentatività all’interno del Consiglio. Spero di recuperarlo anche se lui mi ha già diffidato dall’affidargli una carica compensativa».
Il suo sostituto Dino Gasperini da delegato del centro storico ha fatto un ottimo lavoro ed è in genere molto apprezzato. Ma nel suo curriculum non si cita la laurea e di lui non si trova traccia neanche su Wikipedia.
«Sono pronto a scommettere che sarà un ottimo assessore alla Cultura. Fare bene nel centro storico vuol dire lavorare bene sui siti culturali e saper valorizzare il nostro grande patrimonio. E Gasperini lo ha saputo fare».
Chiudiamo con Parentopoli: l’immagine di Roma ne è uscita male. Sembra di essere tornati indietro di qualche anno.
«L’ho detto e lo ripeto: non esiste un caso Roma. E’ un male purtroppo diffuso in tutto il Paese, ciò nonostante siamo impegnati a uscire da questa media e a diventare un esempio positivo».