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 2011  gennaio 17 Lunedì calendario

MILANESE Marco

MILANESE Marco Milano 8 settembre 1959. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera col Pdl. Ex ufficiale della Guardia di Finanza, capo della segreteria politica di Tremonti, il 22 settembre 2011 la Camera votò contro (312-306) la richiesta di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dalla Procura di Napoli (era, accusato, tra l’altro di corruzione) • «[...] due lauree [...] consigliere politico del ministro Giulio Tremonti. In sintesi, l’uomo a lui più vicino. Una carriera in volata, quella di Milanese [...] indagato per oscuri scambi intrecciati con la banda delle società-scatole vuote, in particolare con Paolo Viscione, avvocato [...] finito in carcere con suo figlio Vincenzo, entrambi amanti del lusso, delle barche, delle frequentazioni con attori e artisti del milieu romano. Milanese avrebbe intascato tangenti e regali in cambio del silenzio? Teorema da dimostrare. Ma c’è un’ipotesi di reato per lui: corruzione. Ci sono intercettazioni inquietanti. E c’è uno sfondo di veleni e amicizie in comune. L’intreccio conduce, tra l’altro, in un punto dell’Irpinia diventato crocevia della recente cronaca giudiziaria: Cervinara, novemila anime, è il luogo in cui è cresciuto come affarista Viscione senior; è il paese delle origini di Milanese, che vi è tornato una volta eletto deputato, e anche come vice coordinatore Pdl irpino; ed è, come si sa, il centro di Pasquale Lombardi, il dominus della cosiddetta loggia P3. [...] Indagando sulla banda dei Viscione, e intercettando Paolo, i detective della Guardia di Finanza (Nucleo speciale di polizia valutaria) si sono imbattuti in sfoghi come questi. “Dovete finirla di chiamarmi. Io non sono l´azionista. Io mi sono rotto i coglioni”, avverte Viscione. Che prosegue: “Voglio uscire da questa storia perché quando vengo ricattato dalla politica, da questo Milanese per questa storia qua, che si fotte i soldi, io non voglio averci più a che fare. E se stanno i telefoni sotto controllo è buono che il magistrato che ascolta mi chiama e io gli racconto per filo e per segno. Che pezzi di m...”» (Conchita Sannino, “la Repubblica” 15/12/2010).