Giovanni Stringa, Corriere della Sera 16/1/2011, 16 gennaio 2011
MILANO— E’
uno dei punti più caldi dell’accordo su Mirafiori. Uno di quei capitoli dell’intesa che più hanno acceso la discussione. Qualcuno lo ha già chiamato «quota 60» , dove sessanta sono i «nuovi» minuti di pausa complessivi all’interno di un turno, contro i settanta della «vecchia Mirafiori» ante referendum. Eppure, quello che per lo stabilimento numero uno del Lingotto è una novità, per altre catene di montaggio d’Italia è cosa già nota. Se non, addirittura, a suo modo «superata» . Ma partiamo dal nuovo accordo su Mirafiori approvato ieri dai lavoratori. Che, una volta introdotta la nuova organizzazione del lavoro, avranno a disposizione tre pause di dieci minuti ciascuna durante il turno di lavoro, oltre alla mezz’ora per la mensa. In totale, appunto, sessanta minuti. La differenza rispetto al passato sta nelle nuove tre mini pause, che fino ad oggi sono invece state due pause un po’ più lunghe, da venti minuti ciascuna (o due stop da quindici e uno da dieci): sommati ai trenta della mensa fanno quindi settanta. Ieri 70, insomma, e domani 60. Alla Fiat di Mirafiori. Alla Indesit, invece, la formula per i turnisti è già sintonizzata sui sessanta minuti, se non meno. Lo standard -spiegano dall’azienda - è la classica pausa pranzo di 30 minuti più due pause da 15 minuti ciascuna o tre pause da 10 minuti; salvo accordi in alcuni casi per un totale più ridotto delmonte-minuti delle pause. Quindi, la quota sessanta scende ulteriormente. Il paragone può continuare anche con le altre catene di montaggio d’Italia. Che sono soprattutto nell’industria degli elettrodomestici. Secondo le risultanze del sindacato Cisl sui lavoratori turnisti, per esempio, alla Electrolux la formula della «nuova Mirafiori» è già realtà: tre pause da dieci minuti e una da trenta. Mentre alla Merloni Termosanitari (sempre secondo i dati Cisl) le pause dei turnisti scendono addirittura a quota 50: il «lotto» da trenta minuti più due «tranche» da dieci ciascuna. Diversa la situazione alla Whirlpool: considerando sempre i numeri della Cisl sui turnisti in catena di montaggio, il regime delle pause viaggia con la formula «30+12+12» , vale a dire 54 minuti. Ma l’orario di lavoro, che generalmente è di 40 ore a settimana e di otto ore al giorno, nel caso Whirlpool -racconta il sindacato -cambia sulla base di accordi specifici. E altrove? Appena si esce dalle catene di montaggio le cose naturalmente non sono più le stesse. E l’organizzazione e i regimi di lavoro non sono, per forza di cose, paragonabili. Un esempio è la Tenaris Dalmine, che produce tubi per il mercato petrolifero: nei suoi stabilimenti è fissata una pausa mensa giornaliera di 30 minuti all’interno di un orario di lavoro di otto ore. Ma, appunto, non si tratta di una catena di montaggio il lavoro è organizzato a squadre, le pause «fuori programma» non rallentano la produzione e quindi non si possono fare paragoni con i casi precedenti. E naturalmente i numeri diventano ancora più diversi se si passa a settori come il tessile. Dove, al di là di ogni considerazione sulle pause, è stata inserita -racconta la Cgil -la turnazione di sei ore per sei giorni la settimana. Giovanni Stringa