Francesco Bonazzi, Il Secolo XIX 15/01/2011 (scaricato da Dagospia), 15 gennaio 2011
La svolta è arrivata poco prima di Natale, grazie ai telefonini delle prostitute che hanno frequentato la villa di Arcore nella primavera del 2010
La svolta è arrivata poco prima di Natale, grazie ai telefonini delle prostitute che hanno frequentato la villa di Arcore nella primavera del 2010. Non solo hanno agganciato le celle dei gestori telefonici nei pressi della residenza di Silvio Berlusconi, come risulta dalle indagini della polizia consegnate ai pm milanesi, ma hanno anche conservato qualche immagine compromettente. È quello dei video, il dubbio che tormenta gli avvocati degli indagati. berlusca_ruby2 «Queste ragazze hanno tutte la mania di scattare foto e girare filmini con il cellulare, magari senza malizia», sospira uno di loro, mentre ragiona su quelle prove così "schiaccianti" da aver indotto la Procura guidata da Edmondo Bruti Liberati a chiedere il giudizio immediatoper il presidente del Consiglio. Ruby Di sicuro non è stata direttamente Ruby a mettere nei guai Berlusconi. Per capire come mai il premier sia stato iscritto sul registro degli indagati solo il 21 dicembre, quando la presunta concussione sarebbe avvenuta il 27maggio e la configurazione giuridica dei fatti era già stata ampiamente decisa per Emilio Fede e Lele Mora (favoreggiamento della prostituzione), bisogna interpretare un passaggio per nulla rituale del comunicato ufficiale della Procura: quello in cui si accenna aduna serie di «attività d’indagine tecnicamente complesse ». In che cosa è consistita questa attività di indagine? Innanzitutto, secondo quanto filtra da fonti investigative, un lavoro piuttosto complicato sul cellulare di Ruby, la ragazza marocchina (minorenne all’epoca degli incontri con Berlusconi) che aveva detto di esser stata ad Arcore solo tre volte. Mentre l’analisi dei tracciati del suo telefonino avrebbero "illuminato" il ripetitore che rilancia il segnale da villa San Martino per una decina di giorni. Ruby Poi, è molto probabile che lo stesso lavoro sia stato eseguito sui cellulari delle altre giovani prostitute che sono state sentite dai pm nella seconda metà di dicembre. Già, perché a leggere il decreto di perquisizione notificato a Nicole Minetti emerge chiaramente che idea si sono fatti i pm di tutta la faccenda: era il consigliere regionale stesso a organizzare le allegre serate di Arcore, coinvolgendo una pluralità di prostitute. Ruby Tanto Ruby quanto la Minetti, un diploma da igienista dentale, paracadutata in quinta posizione nel listino di Roberto Formigoni alle ultime regionali, non hanno offerto spunti investigativi utili all’inchiesta. Anzi, è assai probabile che al processo entrambe siano costrette a rivedere alcune delle loro prime affrettate dichiarazioni. Mentre è quasi scontato che siano state altre ragazze a raccontare per filo e per segno che cosa succedeva davvero nelle serate passate alle cronache (e già entrate nei vocabolari) sotto la dizione "Bunga Bunga". Berlusconi Bunga Una di loro - è questo il poker d’assi che temono le difese - potrebbe non aver resistito alla tentazione di immortalare con il telefonino la propria presenza al "Bunga Bunga" presidenziale. Se non altro per non passare come millantatrici con le amiche, al momento delle confidenze ("Lo sapete, sono stata ad Arcore...") Bunga Ora quelle immagini recuperate sui cellulari delle ragazze, non si sa ancora quanto nitide e realmente compromettenti, possono diventare una di quelle "prove evidenti" che il codice di procedura penale richiede per il giudizio immediato. Di sicuro, sembra difficile che una Procura accorta come quella milanese vada a processo contro il presidente del Consiglio avendo inmano soltanto verbali di prostitute. Oppure intercettazioni telefoniche di ospiti che, il giorno dopo, commentano la vivacità della serata. Per la magistratura sarebbe un’autorete epocale. Ilda Boccassini Chi potrebbe entrare in qualche modo nell’inchiesta su Ruby e sui festini adArcore e dintorni è il fotografo dei vip Fabrizio Corona, che in una pausa del processo a suo carico per estorsione, il 10 novembre scorso, aveva detto la sua sul "caso Ruby". Parlando con i giornalisti, l’ex protégé di Lele Mora aveva affermato: «Ci sono le foto delle feste ad Arcore, ma in Italia non c’è la libertà di stampa e nessun giornale le avrebbe mai pubblicate». boccassini previti espresso Dell’esistenza di foto e video siparla da tempo, in ambienti giudiziari. Il Secolo XIX ne aveva riferito agli inizi dell’inchiesta. Nessuno confermò ufficialmente. Adesso quella che si alza dagli uffici della procura diMilano sembra più una cortina fumogena che una smentita netta. E la domanda: «Cosa contengono questi video" agita i difensori impegnati a definire le strategie future.