Alberto Mattioli, La Stampa 15/01/2011, 15 gennaio 2011
Dovrebbero diventare moneta, sotto forma di euro prodotti dalla Verrès spa per conto della Zecca dello Stato
Dovrebbero diventare moneta, sotto forma di euro prodotti dalla Verrès spa per conto della Zecca dello Stato. Ma in realtà qualcuno sta facendo sparire i «tondini» metallici prima che si concluda la lavorazione, senza per questo rimetterci nel valore: le placche stanno invadendo la Valle d’Aosta riversandosi, in una truffa da centinaia di migliaia di euro, nelle slot machine di bar, tabaccherie e sale giochi. Sono migliaia i «tondini» dello stesso peso e circonferenza di monete da uno o due euro, utilizzati nelle macchinette videopoker, in quelle per cambiare monete, ma anche nelle porte automatizzate delle autostrade, nei distributori automatici delle tabaccherie e perfino in quelle dove si acquistano preservativi. Commercianti gestori e distributori di slot macchine ogni giorno recuperano manciate di «tondini» ancora da coniare. «Un danno non ancora quantificabile perché aumenta di giorno in giorno e che, per noi che gestiamo e affittiamo slot, è molto pesante - sbotta Gianluca Mancuso titolare della Magic Games di Aosta che con il padre Vincenzo gestisce 350 macchinette collocate in vari locali della Valle -. Abbiamo presentato più di una denuncia ai carabinieri di Aosta, Verrès e Saint-Vincent, come hanno fatto altri colleghi. Ma le indagini proseguono e noi continuiamo a contare monete non coniate tra quelle buone che qualcuno ci rifila». Ieri in un locale a Verrès i gestori hanno recuperato un migliaio di «monetine» non ancora coniate. Qualche giorno fa è toccato al «Slot Las Vegas» sempre a Verrès, la cui titolare Elisa Girod dopo aver trovato quasi 200 pezzi falsi si è rivolta ai carabinieri, che potrebbero avere un video che ritrae il truffatore. «Da settembre, quando sono apparsi i primi “tondini”, gli episodi si sono moltiplicati. Ed è sempre peggio - spiega Gianluca Mancuso - ogni giorno da noi arrivano più di 20 mila euro in moneta attraverso la raccolta nei vari locali, la presenza dei falsi è più che raddoppiata, segno che ci sono moltissimi pezzi in circolazione. Di quei pezzi di ferro non sappiamo cosa farne e a ogni denuncia ci vengono sequestrati dai carabinieri». Le »monetine» secondo le prime indagini sono identiche a quelle prodotte alla «Verres spa», l’azienda con un centinaio di dipendenti e che produce prevalentemente pezzi da coniare per la Zecca dello Stato, dal centesimo fino ai due euro. Una volta realizzato il «tondino» grezzo viene trasferito nelle officine della Zecca a Roma dove viene coniato per essere immesso sul mercato. Anche l’azienda di Verrès è in allarme. «La truffa colpisce anche noi - spiega un impiegato -. A novembre, un dipendente sospettato di portare fuori dalla stabilimento della moneta grezza è stato allontanato, senza denunciarlo: il nostro era un sospetto e, dopo l’uscita di quel dipendente, sembrava che tutto fosse tornato normale». L’emorragia, invece, non si è arrestata e da lunedì scorso l’azienda ha stretto ulteriormente i controlli, abbassando la sensibilità dei metal detector e allargando il raggio delle telecamere. «Se prima poteva sfuggiva al controllo qualche pezzo, ora nemmeno un pezzetto da un centesimo può superare lo sbarramento» spiegano in azienda. Nello stesso tempo alla «Verrès Spa» è stata aperta un’inchiesta interna per capire se qualche impiegato infedele può aver attuato un piano per far uscire «tondelli» dallo stabilimento pronti per la spedizione. Nel 2010 l’azienda ha prodotto 780 tonnellate di «monetine» per un valore di 10 milioni di euro. Nel 2011 la produzione avrà una flessione di 100 tonnellate. Oltre all’euro, la «Verrès» produce pezzi per realizzare la moneta di altri 10 Stati. L’unica moneta coniata direttamente nello stabilimento di Verres è quella thailandese su esplicita richiesta del governo asiatico.