Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 15/01/2011, 15 gennaio 2011
ROMA—
«Nel lungo periodo siamo tutti morti» si lasciava i baffi l’economista John Maynard Keynes. Dire cosa accadrà in futuro, cioè, è sempre rischioso. Ma ci sono previsioni che ci aiutano a capire dove stiamo andando, anche se non sono precise al centimetro. Questa, ad esempio: «Fra alcuni anni gli alunni stranieri potrebbero essere più numerosi di quelli italiani. Un sorpasso che i demografi prevedono nel 2050» . Per leggerla basta sfogliare un documento della Camera, approvato pochi giorni fa con il sì di tutti i partiti. È la relazione che chiude l’indagine della commissione Cultura sull’accoglienza degli immigrati nelle nostre scuole. A suggerire quel passaggio è stata la lettura di uno studio firmato da Gian Carlo Blangiardo, professore di demografia all’Università Bicocca di Milano. Dice quella ricerca che proprio nel 2050 il sorpasso potrebbe arrivare sia nelle scuole elementari che nelle medie. Oggi nelle elementari ogni 100 bambini italiani ce ne sono 7,7 stranieri. Secondo le stime del professore nel 2050 potrebbero diventare quasi 120. Stesso discorso per le medie. Adesso ogni 100 bambini italiani gli stranieri sono 7,4. Nel 2050 potrebbero diventare 105. Sorpasso doppio, dunque, anche se le cose non sono così semplici. Lo studio costruisce tre scenari possibili, a seconda del numero di stranieri che arriverà in futuro nel nostro Paese. Si arriva al sorpasso solo nello scenario numero tre, quello che ipotizza il maggior numero di arrivi dall’estero. In ogni caso la tendenza è limpida e per capire basta guardare al passato: soltanto dieci anni fa nelle nostre elementari ogni 100 italiani lo straniero era uno solo. Andranno davvero così le cose? «Il sorpasso è verosimile — spiega lo stesso professore Blangiardo — ma si tratta di una proiezione con tutti i difetti delle proiezioni» . E cioè? «Viene fatta a bocce ferme, sulla base dei dati che abbiamo adesso. Ma in 40 anni può succedere di tutto» . Ci possono essere accelerazioni o rallentamenti. E qui dai numeri bisogna passare ai comportamenti. Elena Besozzi — professoressa di Sociologia dell’educazione alla Cattolica di Milano — risponde al telefono dopo aver ascoltato le ultime notizie sulla rivolta in Tunisia: «Negli ultimi anni i flussi migratori stanno rallentando, e questo potrebbe allontanare il cosiddetto sorpasso. Ma è possibile che adesso accelerino: non solo in Tunisia ma anche in Algeria, Marocco ed Egitto sono in aumento i giovani acculturati che non trovano lavoro e vogliono venire in Europa» . C’è un’altra questione da tenere sotto controllo, spiega la professoressa, consulente della Fondazione Ismu, Iniziative e Studi sulla multietnicità: «È vero che gli extracomunitari hanno un tasso di natalità più alto degli italiani. Ma una volta che si sono stabilizzati tendono a fare come noi, in media un figlio e mezzo» . E questo potrebbe rinviare il sorpasso. Dopo tanto ragionare, però, sono gli stessi studiosi a parlare di questione in parte superata. In queste tabelle vengono considerati stranieri anche gli immigrati di seconda generazione, quelli nati nel nostro Paese, che sono andati nelle nostre scuole fin dall’asilo e magari parlano un italiano perfetto. Sono stranieri per la legge ma non per la scuola che li considera italiani quando calcola il tetto del 30 per cento introdotto (con deroghe) quest’anno. «Più che fra italiani e stranieri— dice il professore Blangiardo— il confronto andrebbe fatto tra chi parla l’italiano e chi no. Ed in questo caso il sorpasso mi sembra impossibile» . Letizia De Torre è il deputato del Pd che ha scritto quella relazione poi approvata da tutti i partiti. Di mestiere fa la professoressa alle medie: «Invece di guardare con terrore ai numeri, penserei alle opportunità che ci danno gli stranieri. Il mondo che aspetta i nostri ragazzi è per forza di cosa internazionale. Che facciamo, diciamo oddio sono più gli stranieri degli italiani? E magari creiamo dei ghetti al contrario per salvarci da chissà che cosa» . Lorenzo Salvia