Massimo Murianni, Novella 2000, n. 3, 20/01/2011, pp. 14-18, 20 gennaio 2011
MAMMA LORY AVEVA RAGIONE: MARIANNE MI HA TRADITO
È finita a morsi la storia d’amore tra Devin, il figlio di Lory Del Santo, e la modella venezuelana Marianne Puglia. Devin ha ancora i segni dei denti della ex fidanzata sul pollice sinistro. «Io tenevo il pugno stretto», racconta, «e lei ha iniziato a mordere sempre più forte. Finché la mano ha iniziato a sanguinare, ma non ho mollato, non l’ho aperta». Il suo racconto è quello di un innamorato ferito. E come tale va anche preso con le pinze. Manca la versione di Marianne che, quando vorrà, potrà raccontare la storia dal suo punto di vista.
Devin, cosa aveva in mano di tanto prezioso da scatenare Marianne?
«La scheda della memoria del suo BlackBerry, con registrati mesi di messaggi, conversazioni ed email. Gliel’ho presa mentre dormiva, e mettendola nel mio telefono ho scoperto la montagna di bugie che mi ha raccontato: aveva un altro uomo e mi ha raggirato per farsi dare dei soldi».
Cioè nel BlackBerry c’è una scheda che tiene tutto in memoria?
«Sì. L’ho scoperto mentre guardavo un film con Marianne, si intitola Chloe. Così, dato che da un po’ di tempo avevo dei sospetti sul suo comportamento, ho cercato la schedina. E l’ho trovata davvero. E ho avuto le prove che Marianne non è mai stata sincera con me».
Andiamo con ordine. Ci racconti tutto dall’inizio.
«Marianne e io ci siamo conosciuti il 23 aprile del 2010, in palestra. È stata lei a prendere l’iniziativa. Io stavo andando via, mi ha fermato per bere un caffè insieme. Poi si è fatta accompagnare a casa. E la sera stessa mi ha chiamato per chiedermi cosa facevo per cena. Io dovevo uscire con Rocco, il compagno di mia mamma, e lei si è aggiunta. Subito si è presentata come una vittima. Mi raccontava di essere molto giù perché si era appena lasciata con il suo ex, Marco Nerozzi, che a suo dire la minacciava».
In che senso la minacciava?
«Marianne mi ha fatto leggere delle mail di Nerozzi, dove diceva che sarebbe andato a uccidere la sua famiglia. Poi ho letto le mail vere, e di minacce non c’era neanche l’ombra».
Marianne insomma fa la gattina impaurita, in più, per dirla con Rocco Pietrantonio, è una "gnocca da paura". Un mix micidiale al quale è impossibile resistere.
«Un’attrice da Oscar. E due settimane dopo eravamo inseparabili, insieme come la colla. Per me lei è stata la prima storia importante, ero proprio innamorato e non mi sono voluto accorgere di tutte le bugie che mi ha raccontato».
Il cellulare le ha aperto gli occhi?
«Lì ho avuto conferma. Ma avevo già dei sospetti. Spesso Marianne diceva di essere in un posto, invece era in un altro. Per esempio, mi è capitato di telefonarle, credendola a Napoli per lavoro, e scoprire che era a Londra».
E come lo ha scoperto?
«Dal segnale del telefono: quello di Londra è unico. Le ho detto: "Amore sei a Londra?". Lei ha negato e ho lasciato correre».
Altri esempi?
«Un pomeriggio ero in centro, qui a Milano con Rocco, e abbiamo visto Marianne che usciva da una boutique. L’ho chiamata al telefono e mi ha detto di essere a fare la manicure. Sono piccole cose che ti fanno perdere la fiducia. Se mi prendi in giro, mi dà fastidio».
Quando è successo?
«Qualche mese fa, dopo l’estate. Fino al nostro viaggio in America, a luglio, tutto è andato bene. Almeno a me sembrava così. Siamo stati a Las Vegas e Los Angeles, è stato fantastico. Tutto al massimo. Autista all’aeroporto, albergo di lusso. A Las Vegas siamo stati al Cinque du Soleil, e all’uscita stavamo quasi per sposarci. Per fortuna non lo abbiamo fatto».
Ricordiamo la paura di mamma Lory, che in quel periodo le lanciò anche un invito a riflettere sulle pagine di Novella. Continui.
«Dopo l’America siamo andati a Saint Tropez. Poi, ad agosto, io sono andato a Miami con mia madre, mentre lei sarebbe dovuta essere in Spagna, dove diceva di avere degli zii. Invece, come ho scoperto poi, era in Marocco, dove aveva un altro fidanzato».
Addirittura? Non è che lei vola troppo con la fantasia?
«Si chiama Hassan. A lui diceva le stesse identiche cose che diceva a me, le stesse frasi... Tutto uguale. Ha passato con lui l’estate. Ha anche inventato scuse per non venire a Miami per il giorno del mio compleanno, il 23 agosto. Le avevo trovato un posto su un aereo per il 18, dalla Spagna, dove pensavo che fosse. Mi ha detto che non poteva muoversi prima del 21... Ma voleva solo rimanere di più in Marocco. Ci sono rimasto malissimo, ci tenevo ad averla con me il giorno della festa. Ma ho ingoiato anche questa, e quando sono tornato siamo andati insieme a Venezia per la Mostra del Cinema».
Quando è arrivata la rottura?
«Poco prima di Natale. Lei era stata dieci giorni in Malesia a girare un video. Quando è tornata, sono andato a casa sua per salutarla. Volevo farle una sorpresa, ma si è arrabbiata molto: mi ha detto che è maleducato presentarsi senza avvertire, ha fatto una scenata. Me ne sono andato. Il giorno dopo, in lacrime mi racconta che in Venezuela la sua famiglia è in pericolo, che i suoi rischiano di essere rapiti se non danno dei soldi».
Addirittura. Lei le ha creduto?
«Inizialmente no. Ma il giorno dopo mi ha telefonato un amico intimo di Marianne, confermandomi che lei era disperata per la sua famiglia. E non ho resistito. Marianne è la mia prima storia, e le sue lacrime mi hanno sempre colpito moltissimo. Così ho preso dei soldi, li ho messi in una busta e glieli ho portati».
Quanti soldi?
«Una cifra sostanziosa» (e qui non c’è verso di fargli scucire l’entità dell’importo). «In effetti, sono stato uno stupido a credere che ti possano chiedere un riscatto prima ancora di rapirti».
E arriva il momento del cellulare.
«Esattamente. Le ho preso la scheda e ho scoperto tutto. Di Hassan, dei viaggi in giornata a Londra o a Parigi».
E perché andava a Londra e Parigi?
«Me lo chiedo anche io quali lavori uno possa fare in una mezza giornata in due grandi città come quelle. A me non l’aveva mai detto che ci andava. Ho anche scoperto che non esistono parenti in Spagna, e che in Venezuela nessuno rischiava un sequestro. E che parlava di me come di un povero illuso, quando io per lei facevo tutto».
Cosa ha detto Marianna quando l’ha affrontata?
«Mi ha chiesto perdono, in ginocchio. Poi ha cercato di recuperare la scheda mordendomi. Non posso perdonarla, mi ha preso in giro dall’inizio, dal primo incontro in palestra».
Ha recuperato i suoi soldi?
«Le ho proposto uno scambio: i miei soldi in cambio della sua scheda. Non ha accettato. Benissimo, ognuno per la sua strada. Prima però sono andato a casa sua per prendere almeno l’orologio e qualche vestito che avevo lasciato da lei. Mi sono fatto accompagnare da Rocco, perché lei era diventata violenta e non volevo rischiare. Lei non c’era, ci ha aperto la cameriera, così siamo entrati in casa e l’abbiamo aspettata. Quando è arrivata ha detto che non potevamo stare lì, e siamo usciti. Mentre Rocco e io eravamo sul pianerottolo, Marianne ha chiamato la Polizia. Gli agenti ci hanno trovato lì, davanti alla porta. Ho dovuto spiegare la situazione e se ne sono andati senza dare seguito alla chiamata».
Così ci ha perso pure l’orologio.
«No, poi è intervenuta mia madre. Le ha parlato. Marianne ha provato a commuoverla, ma ha pianto senza lacrime, e mamma Lory ha recuperato tutto».
Tutto tranne i soldi del "rapimento".
«Diciamo che è la cifra che ho pagato per fare esperienza e non farmi fregare di nuovo».