Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 14/01/2011, 14 gennaio 2011
UN COMPLOTTO CONTRO HITLER NEL MOMENTO SBAGLIATO
Ho letto su una rivista di una congiura, denominata «Orchestra nera» ordita in Germania, nel 1940, allo scopo di uccidere Hitler. Vi partecipavano l’ammiraglio Canaris, il generale Beck ed altri. Sembra che a questa congiura avesse dato un’adesione straordinaria papa Pacelli (il che oggi non deve turbare eccessivamente l’animo dei credenti, dal momento che il catechismo della Chiesa cattolica, al numero 2243, prevede la legittimità del tirannicidio in particolarissimi casi). So che la congiura fallì, ma vorrei chiederle se alla luce delle recenti aperture degli Archivi Vaticani, si hanno maggiori notizie riguardo a questa oscura vicenda.
Leonardo Esposito
gaesp68@alice. it
Caro Esposito, la vicenda non è oscura. Ne hanno parlato molti biografi di Hitler, fra cui Joachim Fest, e gli studiosi che si sono dedicati in particolare ai numerosi attentati preparati contro il Führer, da Guido Knopp a Roger Moorhouse. L’idea nacque al vertice delle forze armate nel 1937 e fu abbandonata all’epoca degli accordi quadripartiti di Monaco, ma venne nuovamente discussa dopo l’invasione della Polonia, mentre Hitler si preparava a lanciare offensive in Occidente con l’operazione norvegese in aprile e l’invasione della Francia attraverso i Paesi Bassi in maggio. I congiurati erano convinti che il Führer avrebbe trascinato il Paese in una guerra senza speranza, destinata a concludersi con una nuova, drammatica sconfitta. L’anima del complotto era Hans Oster, un militare di carriera che aveva combattuto durante la Grande guerra, ma si era dimesso dall’esercito per una scandalosa vicenda sentimentale. Richiamato in servizio come funzionario civile, fu assegnato all’Abwehr, il servizio informazione delle forze armate, dove divenne qualche anno dopo il principale collaboratore dell’ammiraglio Canaris. Roger Moorhouse, autore di «Uccidere Hitler» , apparso presso Corbaccio nel 2006, lo definisce «cristiano, patriota, monarchico» , con un «profondo senso della giustizia che la "nuova morale"nazista non poté corrompere» . Oster era coraggioso, impaziente, pronto a uccidere Hitler personalmente se ne avesse avuto la possibilità. Informò la Santa Sede dei suoi piani, ma non ricevette, a quanto pare, né incoraggiamenti né scoraggiamenti; e non esitò a informare l’addetto militare dell’ambasciata dei Paesi Bassi a Berlino, qualche giorno prima dell’operazione, che il suo Paese sarebbe stato invaso. Canaris conosceva il piano dei congiurati e li aiutò fornendo informazioni importanti. Ma non volle mai assumere la guida dell’operazione. Era un uomo enigmatico, con una naturale propensione all’ambiguità. Un contemporaneo disse di lui che non poteva non fare il doppio gioco. Il suo ruolo «era condizionato, in questo come in tutti gli altri aspetti, dalla sua peculiare personalità» . L’ambiguità e l’ambivalenza non impedirono a Canaris di essere arrestato dopo l’attentato del luglio 1944 e interrogato brutalmente per molte settimane nel carcere berlinese della Gestapo. Nel febbraio del 1945 fu trasferito nel campo di concentramento di Flossenburg in Alta Baviera, processato insieme a Oster e impiccato con lui all’alba del 9 aprile 1945, esattamente un mese prima della fine del conflitto. Il colpo di Stato fu più volte discusso fra il 1938 e il 1940, ma ritornò nel cassetto, fra ogni sorta di dubbi ed esitazioni, ogniqualvolta Hitler sembrò dimostrare con le sue vittorie che la Germania era invincibile. I congiurati erano stati preveggenti, ma nel momento sbagliato.
Sergio Romano