Maria Teresa Cometto, Corriere della Sera 14/01/2011, 14 gennaio 2011
IL SUPERCOMPUTER BATTE L’UOMO. SA RISPONDERE MEGLIO
Al QUIZ — Si rinnova la sfida fra uomo e computer. E questa volta non si tratta di una partita di scacchi (come quella di Deep Blue contro Garry Kasparov nel 1997), ma di un gioco a premi, Jeopardy!, il più popolare quiz televisivo in America. Nelle puntate che andranno in onda sulla rete Abc il 14, 15 e 16 febbraio il nuovo supercomputer Watson dell’Ibm (dal nome di chi ha fondato il colosso informatico Usa 100 anni fa) cercherà di battere i due supercampioni della storia quasi trentennale di Jeopardy!, Ken Jennings e Brad Rutter. La posta in gioco: 1 milione di dollari il primo premio (tutto in beneficenza se vince Watson); ma soprattutto un balzo in avanti enorme nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, con un computer in grado per la prima volta di capire il linguaggio naturale umano in tutte le sue sfumature, rispondere alle domande in modo preciso e ultraveloce, «imparando» e aggiustando le sue strategie nel corso del gioco e assumendo rischi calcolati nello sfidare gli altri concorrenti. Un risultato cui hanno contribuito anche tre scienziati italiani nel team di 25 ricercatori Ibm guidati dall’italoamericano Dave Ferrucci: Roberto Sicconi, 53 anni, Alfio Gliozzo, 33 e Bonaventura Coppola. Gli ultimi due vengono dall’Università di Trento, che dal 2008 è l’unica istituzione europea a collaborare con Ibm a questo progetto, insieme alle americane Massachusetts Institute of Technology (Mit), University of Texas, University of Southern California (Usc) e Carnegie Mellon University. «Trento è molto forte nella ricerca sul linguaggio naturale» , ha spiegato al Corriere della Sera Ferrucci — nato nel Bronx 49 anni fa da padre italiano di Caserta e sposato con un’insegnante di italiano— durante la prima dimostrazione pubblica di Watson ieri mattina nei laboratori Ibm di Yorktown, New York. Ferrucci è il «Principal investigator» del progetto Watson, a cui ha lavorato dal 2007. «Abbiamo creato milioni di linee di nuovi codici, aggiungendo via via nuovi algoritmi per arrivare a un sistema automatico di domande/risposte che cambia profondamente il modo di interagire fra uomo e macchina ha spiegato Ferrucci —. Il gioco degli scacchi, per sua natura matematico, è molto più facile di un quiz dove conta anche l’umorismo» . L’hardware dove sono immagazzinate tutte le conoscenze di Watson è costituito da dieci file di server «Power 750» , i più potenti di Ibm. Al test di ieri mattina Watson è uscito vincente: dopo una serie di una decina di domande il computer stava guadagnando 4.400 dollari contro 3.400 di Jennings e 1.200 di Rutter. Ma i due concorrenti umani erano arrugginiti, mancando dal gioco da cinque anni, e hanno promesso di rimettersi in forma per la sfida di febbraio. «Gli algoritmi sviluppati per Watson possono facilmente essere adattati a qualsiasi applicazione pratica — ha detto Ferrucci —. Il primo settore su cui ci concentreremo sarà quello della salute, dove il "dottor Watson"aiuterà a fare diagnosi accurate e veloci» . «Abbiamo scelto questo campo perché è importante sia per il business sia per la qualità della vita di tutti gli uomini — ha spiegato al Corriere Fred Balboni, global leader del Business analytics &optimization —. Ma le future applicazioni possono riguardare per esempio l’assistenza alle forze vendita di qualsiasi azienda, lo sviluppo di modelli finanziari per Wall Street, strumenti per giudici e avvocati che devono trovare precedenti in un mare di casi legali» . Ibm spende ogni anno 6 miliardi di dollari in ricerca. «Una parte va nelle sfide "impossibili", come mandare l’uomo sulla luna— ha detto John Kelly III, direttore della Ricerca Ibm —. Watson è un modo per celebrare il centenario di Ibm con un progetto che avrà un impatto storico sull’uomo» . E parlando di spazio e astronavi, Ferrucci ha detto che il «personaggio» della fantascienza che più lo ha ispirato è il supercomputer di «Star Trek» .
Maria Teresa Cometto